Ravenna, Ail, il presidente Zaccaria: «Con la primavera arrivano nuovi progetti»

Federica Ferruzzi
La primavera porta alcune novità in casa Ail, associazione italiana leucemie, che, per quanto riguarda la realtà ravennate, è da sempre caratterizzata dall’assistenza domiciliare a pazienti affetti da malattie del sangue e tumori solidi in fase avanzata. A raccontarle è Alfonso Zaccaria, ex primario di Ematologia e presidente di Ail. «Da anni l’attività si basa sull’assistenza a persone che necessitano di trasfusioni e terapie del dolore utili a rendere loro la vita il più accettabile possibile. Fin dal 2004 siamo presenti su Ravenna e Cervia, mentre su Faenza e Lugo stiamo iniziando ora a trovare continuità dopo due anni e mezzo, grazie ad un accordo con i medici di medicina generale. Attualmente ce ne sono cinque appositamente formati nell’ambito delle cure palliative che stanno seguendo un master grazie ad un finanziamento pagato dall’associazione e dalla generosità di uno sponsor privato. L’iniziativa non è un’attività autonoma, ma si svolge in collaborazione con l’Unità operativa delle cure palliative diretta dall’hospice di Lugo che fa capo al dottor Luigi Montanari. La nostra attività, diversamente da quanto fatto dalla maggior parte delle sezioni Ail nazionali, prende in carico il paziente, decide quando fare esami, il tipo di terapia, trasfusioni, terapia del dolore, alimentazione parenterale e tutto quello che serve». Oltre alla parte medica, però, c’è anche quella psicologica. «Possiamo contare su due psicologhe, una è di riferimento per l’area di Ravenna e Cervia, mentre l’altra è attiva su Faenza e Lugo. L’obiettivo è prendere in carico i pazienti che ne fanno richiesta ed i loro familiari, compresa un’eventuale elaborazione del lutto. I familiari sono coinvolti pesantemente durante tutto il periodo della malattia e faticano a volte ad uscire dalla spirale perversa che si forma in queste condizioni». Ma le attività dell’associazione non si fermano qui. «Ci facciamo anche carico delle spese di supporto per il reparto di degenza, dove i letti sono tutti automatizzati per far sì che il paziente possa muoverne autonomamente le sezioni,  in modo da avere tutto il conforto possibile. I fondi servono anche per acquistare monitor o computer e per far fronte a nuove esigenze». A partire da giugno, e per due anni, Ail finanzierà un medico che si andrà ad aggiungere ad alcuni colleghi che si occupano di ricerca su un progetto di leucemia acuta. E’ inoltre attivo un piano pensato per i malati più piccoli che vedrà la luce a breve. «In Romagna l’unico reparto dedicato ai bimbi affetti da tumore si trova a Rimini ed è lì che, una volta usciti, i piccoli devono tornare per interventi modesti ma fondamentali, come ad esempio la pulizia di cateteri venosi. Per evitare questi spostamenti abbiamo pensato di assegnare un infermiere per ogni ospedale che possa prestare assistenza a domicilio: in proposito sono una trentina le nuove diagnosi all’anno, una decina per ogni provincia. La loro formazione si è conclusa tra la primavera e l’autunno scorsi e a breve il progetto verrà attivato con la supervisione del dottor Federico Marchetti, pediatra di Ravenna. Un ulteriore passaggio, ma qui i tempi si allungano, sarà quello di formare pediatri di base». Conclude Zaccaria: «Sono da sempre fautore della medicina a domicilio: chi necessita di cure non può essere seguito solo in ospedale». Come sempre, in prossimità di Pasqua, si potranno acquistare uova di cioccolato che andranno a finanziare l’associazione, anche se quest’anno ci sarà una novità. «Si parla sempre di bimbi ucraini, e anche noi abbiamo deciso di sostenerli: in pratica, chi acquisterà un uovo farà un’offerta di 12 euro e potrà decidere se portarlo  a casa o donarlo ad associazioni del territorio che si occuperanno di recapitarlo ai piccoli arrivati. Due euro verranno infine inviate sul conto corrente dell’Ail nazionale e donate ad associazioni che seguono bimbi malati di tumore».