Per «Camera work» artisti da tutto il mondo. Ne parla la direttrice Camporesi

Elena Nencini
Un progetto rivolto ai giovani fotografi, voluto dall’assessorato alle politiche giovanili di Ravenna, che vede come direttrice artistica la fotografa forlivese Silvia Camporesi, che si occupa anche di insegnamento e divulgazione in questo settore. «Camera work» cerca di offrire una proposta culturale variegata, che spazia dalle mostre di giovani emergenti, italiani e di origine internazionale, fino ai workshop d’autore. 
Tema dell’edizione 2021 naturalmente Dante e il concetto – cardine e fondamento dell’opera del Sommo Poeta, La Vita Nova – della vita rinnovata dall’amore, nelle sue molteplici forme e possibilità. Tanti i progetti arrivati anche dall’estero.
La giuria, composta quest’anno da Silvia Camporesi, Carlo Sala e Giangavino Pazzola, due giovani ma già molto noti curatori d’arte, esperti in fotografia, premia al terzo posto la fotografa bolognese Valentina D’Accardi, al secondo posto Sawani Bhuelebeweze, di origine sudafricana, che da tempo risiede in Olanda, e al primo posto Martina Zanin, altra giovane fotografa italiana, che si sta distinguendo nel panorama nazionale.
Camporesi, cosa è esattamente «Camera work»?
«Un contenitore di progetti, mostre, eventi dedicate a giovani under 35. E’ un progetto ideato 5 anni fa e di cui mi occupo dallo scorso anno come direzione artistica. In questi due anni abbiamo cercato di aumentare il livello dei progetti, delle partecipazioni, delle competenze. Tenendo conto che si tratta di offerte gratuite, dai workshop alle mostre. L’obiettivo è comunicare e ampliare il linguaggio della fotografia, darle importanza».
Il tema di questa edizione è «Incipit Vita Nova». Perchè?
«In linea con le celebrazioni dantesche abbiamo scelto il tema dell’amore così come viene concepito nella Vita Nova che rinnova la vita. Abbiamo scritto un testo che facesse capire il genere di lavoro che avremmo accettato».
Qual è l’importanza della fotografia oggi nel mondo dell’arte?
«E’ diventata una pratica compulsiva. Tutti sono fotografi, ma quello che noi vogliamo sottolineare è la fotografia d’autore, cioè individuare in questa nuova generazione dei giovani fotografi che potranno farne una professione artistica. Gli autori che premiamo sono già in una parte importante della loro carriera artistica: hanno già esposto nei musei, hanno vinto dei concorsi. Diamo un punto in più nella loro carriera, anche premiandoli con una somma in denaro».
Quante domande di partecipazione avete ricevuto?
«Tantissime, oltre 250, da tutto il mondo. Un’edizione davvero sorprendente con partecipazioni di alto livello. Non è stato semplice decretare i vincitori, così come scegliere i 21 autori che faranno parte dell’off. Il tema ha stimolato proposte molto diverse fra loro; abbiamo cercato di mettere insieme una visione molteplice e variegata dell’idea dell’amore che è emersa dai numerosi progetti. Sono arrivate tante domande  da nazioni estere, dalla Russia all’Arabia, alla Turchia, anche non scontate nella partecipazione. La fotografia è uno dei tanti linguaggi possibili e si interseca con forme di espressione diverse come il collage, la scultura, la scrittura. Non cerchiamo la bella immagine ma dei progetti strutturati, validi».
Quali sono i motivi per cui avete scelto i vincitori?
«Valentina D’Accardi muove la sua ricerca attorno ai concetti di amore e perdita; Bhuelebeweze Sawani declina il tema in una dimensione sociopolitica parlando di amore come pratica affettiva; infine Martina Zanin trasforma il dialogo fra Dante e Beatrice in un legame d’amore fra una madre ed una figlia, esplorando la transizione dei sentimenti all’interno di una relazione. A Palazzo Rasponi saranno visibili i lavori delle tre vincitrici».
Info: Palazzo Rasponi 2, cell. 366/6241791, tel. 0544/482277. 
www.palazzorasponi2.com