Ottolenghi (AD Pir) traccia un bilancio del 2020 e delle novità per il 2021

Ravenna | 21 Febbraio 2021 Economia
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Elena Nencini
Ha festeggiato 100 anni lo scorso maggio la Petrolifera Italo Rumena (Pir), operatore storico di logistica e stoccaggio del porto di Ravenna, con un’attenzione particolare ai prodotti chimici, petrolchimici, petroliferi, alimentari, biocombustibili, liquidi e secchi, alla rinfusa e confezionati. L’azienda si occupa di logistica portuale con depositi di proprietà e in concessione a Ravenna, Genova, Albania e Tunisia.
Occupa complessivamente un’area di 335.000 mq (di cui 40.000 mq disponibili per espansione), ed ha una capacità di stoccaggio per prodotti liquidi di 292.625 mc, mentre i magazzini per prodotti solidi occupano un’area di 15.150 mq.
A raccontarci le ultime novità in merito all’azienda di famiglia è l’ad Guido Ottolenghi, che oltre ad occupardi di Pir è nel comitato di presidenza di Confindustria Ravenna e di Assocostieri, del Comitato portuale di Ravenna.
Ottolenghi, come stanno procedendo i lavori  per il deposito di gas naturale liquefatto?
«I lavori del depositi Gnl stanno procedendo bene e secondo i programmi. È un cantiere molto complesso e anche affascinante per la quantità di tecnologia che incorpora. Molte imprese lavorano quotidianamente e devono ben coordinarsi, ma finora abbiamo apprezzato impegno e professionalità di chi è coinvolto (tra cui molte imprese del nostro territorio). Alcuni impianti sono già in fase di collaudo, ma proprio per la complessità e le rigorose norme di sicurezza che governeranno l’avvio dell’attività ci sono ancora alcuni mesi di lavoro per il completamento, e poi almeno tre o quattro mesi di attività di collaudo complessivo e avviamento. 
Speriamo di poter vedere le prime attività commerciali ad ottobre, ma la nave arriverà già nel mese di agosto per effettuare i test di esercizio e le prove di caricazione».
Quanto la pandemia e la crisi del settore dell’off-shore sta influendo sull’andamento economico della Pir?
«Per affrontare i pericoli della pandemia il Governo ha preso molte decisioni di ordine pubblico e di limitazione delle libertà concepite per arginare il contagio e proteggere la capacità di reazione del sistema sanitario, ma tali misure hanno necessariamente avuto anche un impatto significativo sui bilanci delle aziende e delle famiglie, che è stato più pesante in alcuni settori e più sopportabile in altri. Noi gestiamo terminal portuali per vari prodotti liquidi e secchi: i prodotti chimici hanno tenuto nella media, con alcuni come alcool e quelli legati alla detergenza che sono aumentati e altri che sono diminuiti, i prodotti petroliferi invece hanno avuto un declino di circa il 20% dovuto alla minore domanda conseguente ai lockdown, e al crollo del consumo per il settore aereo. Le merci secche (in particolare cereali) hanno dinamiche complesse, influenzate non solo dai lockdown, ma basti dire che il porto di Ravenna ha avuto un calo di movimentazione di cereali del 59% nel 2020. Dunque il 2020 anche per noi è stato un anno difficile sia per la domanda di servizi, sia per le molte altre difficoltà operative che si sono poste a noi, ai nostri collaboratori, ai nostri fornitori e ai nostri clienti. 
Tuttavia se penso alle difficoltà che hanno colpito settori più legati alle relazioni sociali (come il turismo, la ristorazione, l’intrattenimento, la cura personale e altro), dobbiamo considerarci fortunati, evitare l’autocommiserazione e cercare di recuperare il possibile«.
Un bilancio per il 2020?
«Come per molte aziende il 2020 è stato un anno pieno di imprevisti, preoccupazioni (sia economiche che personali), momenti di incertezza, e credo che col senno del poi accanto a provvedimenti necessari alla tutela della salute, nel campo della regolazione delle attività produttive si sarebbe potuto fare meglio, e dove possibile le autorità locali hanno in effetti aiutato quelle attività che sembravano poter garantire adeguata sicurezza sanitaria. 
Per molti è un anno da dimenticare, per alcuni ha portato anche grandi opportunità, per tutti penso sia stato un anno in cui ripensare tante cose sul lavoro e sulle relazioni. Ha anche ricordato a molti di noi il bello di potersi recare al lavoro ogni giorno».
Nel 2020 la Pir ha compiuto 100 anni: quali obiettivi si prefigge per il futuro?
«Per la Pir il 2020 è stato anche l’anno del centenario. Un momento molto bello e sentito, che ci ha fatto guardare indietro e capire la nostra storia e le lezioni che essa ci consegna. Per il futuro dobbiamo continuare a sviluppare il nostro lavoro, sapendo che pur con grandi incertezze la società in cui viviamo vuole abbandonare gradualmente le fonti di energia a base di carbonio e ciò avrà un impatto molto grande anche su settori come chimica e alimentare, cambierà forse il tipo di prodotti che saranno disponibili ai consumatori e per conseguenza trasformerà il nostro mestiere di logistici: come sempre nei tempi di cambiamento dovremo adeguarci, cercando di seguire le trasformazioni di fondo senza farci fuorviare dalle mode momentanee che abbondano soprattutto nei momenti di transizione».
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