Omicidio Ballestri, confermate le impronte di Cagnoni sul sangue della moglie

Il 13 febbraio, in Procura, s'è svolto l'incidente probatorio nel quale i periti Carlo Previderè e Susi Pelotti hanno illustrato i risultati di quanto emerso dalle analisi sui reperti e le impronte nella villa di via Padre Genocchi nella quale venne trovato il cadavere di Giulia Ballestri lo scorso 19 settembre. E se da un lato hanno ribadito che sono di Matteo Cagnoni, il marito della vittima, unico indagato per la sua uccisione, le impronte trovate nel sangue di Giulia sul muro e sul frigo dello scantinato e che sangue della donna c'è anche sui jeans dell'uomo, sulla maniglia del bagagliaio della sua auto e su una torcia elettrica trovata al suo interno, hanno sottolineato come sul bastone, arma del delitto ci sia dna misto ossia di Cagnoni, ma anche di altri e che sotto le unghie di Giulia è stato trovato dna, ma non appartenente al marito. Non c'è, invece, sangue, sotto le suole delle Timberland trovate ad asciugare nella villa fiorentina dei Cagnoni e, come ha sottolineato l'avvocato dell'uomo, Giovanni Trombini, le macchie ematiche sui jeans sarebbero troppo piccole ed incompatibili con un omicidio violento nel quale c'è stato un grande spargimento di sangue. I periti non si sono sbilanciati, spiegando che non era stato chiesto loro di analizzarlo, sul frammento trovato trovato nella tasca dei jeans di Matteo Cagnoni che per l'accusa appartiene all'arma del delitto, ossia al bastone in legno. Per chiudere le indagini il Procuratore Alessandro Mancini e il sostituto Cristina d'Aniello attendono l'esito della perizia medico legale.