Murubutu e Claver Gold con un concerto all’arena di Classe in nome di Dante

Ravenna | 28 Agosto 2021 Cultura
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Elena Nencini
Ha scelto come nome d’arte quello di Murubutu, in quanto «deriva da Marabutto, che nell’Africa sub-sahariana designa una figura in grado di guarire mali fisici e sociali, con riferimento al potere terapico delle parole». Alessio Mariani fa delle parole il suo lavoro sia grazie con il rap sia a scuola come insegnante di filosofia e storia. Insieme a Claver Gold sono tra gli esponenti più in vista dello storytelling rap in Italia: sabato 28 agosto, alle ore 21, a Ravenna, presso l’arena del Museo Classis, ultimo appuntamento della rassegna Classe al Chiaro di Luna con il concerto Infernvm live. Dante a tempo di rap. L’evento è realizzato da Bronson Produzioni in collaborazione con il Comune di Ravenna. Alle 16 l’appuntamento invece sarà con entrambi gli artisti alla biblioteca Classense. 
A raccontare il percorso artistico che li ha portati a pubblicare nel 2020 l’album Infernum è proprio Murubutu.
Murubutu, come è nata l’idea di una collaborazione con Claver Gold?
«Nasce da un rapporto di amicizia e da una reciproca stima a livello artistico. Avevamo collaborato già in passato e avevamo voglia di viverci questa esperienza. L’idea è nata un anno prima, nel 2019, l’album è uscito in pieno lockdown, abbiamo lavorato a distanza, ma ormai è normale lavorare così. Forse è stata penalizzata la promozione, di contro è stato valorizzato  in un periodo in cui c’è stato più tempo per riflettere».
Perché pensate che Dante sia attuale anche oggi?
«L’opera di Dante è attualissima: ha una forte responsabilità etica che riguarda moltissimo il nostro tempo, oltre ad essere un’inesauribile laboratorio linguistico per le nuove generazioni».
Come è avvenuta la scelta dei personaggi?
«Ci sono figure iconiche come Ulisse, Caronte, Paolo e Francesca, ma allo stesso tempo abbiamo scelto delle figure minori come Taide, ben traslate nel contemporaneo. Peccato aver dovuto abbandonare alcuni personaggi come Farinata, Ugolino, ma abbiamo preferito concentrarci  su quelle figure che potevano essere tradotte in temi legati alla contemporaneità, come dipendenza da sostanze, bullismo, prostituzione e individualismo».
Avete scelto prima i temi o i personaggi?
«I personaggi. Abbiamo pensato ai personaggi e poi abbiamo deciso  quali potessero essere tradotte in una metafora che riguardasse la contemporaneità».
Quale personaggio dell’Inferno l’ha affascinata di più?
«La legge del contrappasso rappresentata da Minosse, la sostanza è nella legge stessa. Speriamo che accada agli altri ma non a noi stessi». 
L’importanza del rap come linguaggio musicale oggi?
«È innegabile che sia la musica più diffusa tra adolescenti e preadolescenti. Ha un potenziale immenso, mentre il pop è più superficiale».
Come avete lavorato con Claver, vi siete divisi i pezzi o avete lavorato insieme?
«È stato un vero e proprio lavoro a 4 mani su produzioni e testi, ce li siamo anche un po’ spartiti. Per quanto mi riguarda la mia produzione è ormai diurna, mentre gli ultimi album sono stati scritti di notte a causa di un poroblmea di insonnia che avevo». 
Avete avuto momenti di difficoltà?
«Daycol (pesudonimo di Claver Gold) ha proposto delle sonorità trap che mi avevano fatto storcere il naso, ma che mi hanno invitato anche a riflettere su nuove possibilità. Non amo l’estetica trap, i miei studenti si stupiscono delle mie conoscenze. Non sono abituati a guardare al prof come qualcuno che ascolta i loro interessi musicali. Restano sorpresi».
La collaborazione con Giuliano Palma dimostra un suo interessamento anche ad altri settori musicali?
«Assolutamente, ma penso che chiunque sia cresciuto negli anni ‘90 Giuliano non possa dimenticarlo. È stato un grande onore».
Prima del concerto appuntamento in biblioteca, di cosa vorrebbe parlare?
«Di cio che non riesco a dire nell live, riflettiamo sulle caratteristiche di genesi dell’album, sui momenti interessanti del tour, sul valore della letteratura del rap e il valore pedagogico per le nuove generazioni».
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