Marina di Ravenna, Peter Pan compie vent'anni
Quando, nel ‘97, Mirna Tozzola e Stefano De Ruvo acquistarono lo stabilimento Peter Pan, a Marina di Ravenna si poteva ancora parcheggiare in strada senza l’obbligo di esporre il tagliando e ci si spostava con in mano una birra da uno stabilimento all’altro senza il rischio di incorrere in una sanzione salata. Era un periodo di fermento, in cui la località si stava preparando a diventare il fenomeno che successivamente ha attirato l’attenzione dei network nazionali. Il Peter Pan, all’epoca, era un insieme di cemento e sabbia e solo la costanza di un’offerta fedele a se stessa lo ha reso lo stabilimento che oggi accoglie migliaia di persone. «Da sempre abbiamo puntato su buona musica - spiegano Tozzola e De Ruvo, a cui nel tempo si sono affiancate Erika Villa e Francesca Fabbri - e su un buon compromesso tra prezzo e qualità dei prodotti che vendiamo. La nostra filosofia è ‘ci auguriamo che quanto piaccia a noi piaccia anche agli altri’: devo dire che ci abbiamo messo un po’, ma oggi abbiamo una clientela che ci segue in maniera costante». Come è cambiato il turista in questi vent’anni? «Marina è da sempre una località depressa, non ha turismo e può contare solo su due campeggi e tre hotel. Qui non ci sono milanesi che rimangono per quindici giorni, ma solo persone del posto e pendolari. Quando altri lidi, come ad esempio Pinarella e Tagliata, sono andati in crisi, a noi non è cambiato nulla perchè in crisi c’eravamo già. Non avendo turisti, non ci siamo accorti della mancanza dei vacanzieri». «Vietato ballare, ma c’è stato un tempo in cui i pirati eravamo noi» recita il cartello a bordo pista: una scritta che riporta con nostalgia a parecchi anni fa... «Già: inizialmente il mercoledì era la serata dedicata al ballo, ed era davvero molto apprezzata. Oggi non abbiamo più il permesso per ballare, perchè per ottenere la licenza dovremmo modificare notevolmente tutta la struttura. Seppur a malincuore, abbiamo smesso quel tipo di feste, ma in compenso ne facciamo altre. Abbiamo optato, per esempio, per una proposta legata alla radio, forse anche più in linea con l’età media di noi soci, che si aggira intorno ai 43 anni». In questo caso la collaborazione è con un dj storico: Luigi Bertaccini «Sì, la collaborazione è nata due anni fa, anche se ha una grande potenzialità che non è ancora stata sfruttata. Tutti i mercoledì siamo in diretta radio, grazie a Radio Icaro Rubicone, con il progetto ‘Radio Melody box’, che prevede intervista ad un artista e dj set. Ritengo che l’iniziativa debba trovare ancora un pubblico adeguato ma non stenterà a decollare. A breve, poi, la proporremo anche di domenica». Il Peter è anche tanta musica dal vivo: negli anni avete ospitato personaggi come Mannarino, che nel 2009 cantava sulla vostra spiaggia ancora sconosciuto... «L’incontro con Mannarino nacque per caso: gli telefonai perchè l’avevo sentito suonare e mi era piaciuto. In realtà, nel nostro piccolo, ne sono passati tanti: i Supermarket, Giacomo Toni, Bruno Orioli (Vinsanto) e molti altri». Vent’anni sono passati, ora sul futuro pende la Bolkenstein: cosa vi aspettate? «Ci auguriamo di essere tutelati, ma i grossi investimenti sono fermi e ci sentiamo sospesi. Non c’è sicurezza del futuro, per questo gli interventi sono ridotti al minimo. Per il momento stiamo prendendo le misure con la nuova ordinanza, che permette molta autonomia agli stabilimenti, anche se si dovrà capire come riuscire a coprire col personale le ore d’apertura in più che ci vengono concesse». (fe.fe.)