Lido di Classe, parlano gli operatori: "Penalizzati dalla chiusura del campeggio"
Per molti operatori di Lido di Classe l’estate 2017 si sta facendo ricordare per la chiusura del camping Bisanzio, evento che avrebbe comportato un minore flusso di turisti e, di conseguenza, un’incidenza drammatica sull’economia locale. E’ il caso di Terzino Giorgini, che traccia il quadro in doppia veste di ristoratore e di presidente della Proloco. «La chiusura del campeggio ha influito sull’economia, perchè durante la stagione questa struttura era in grado di creare un giro di quasi 10mila persone. I danni economici sono incalcolabili. Non avendo servizi da offrire, si immagini dove andremo a finire». I turisti, a detta del presidente, continuano ad arrivare soprattutto nel fine settimana, mentre dal lunedì al giovedì pare che l’andamento sia inferiore a quello dell’estate 2016. «Molte cose non vanno, ci sentiamo abbandonati dall’Amministrazione, la località è degradata, poco valorizzata, e dire che il nostro è uno dei lidi più belli. La tassa di soggiorno non è stata reinvestita e assistiamo ad un peggioramento dei servizi per quanto riguarda le aree verdi, le strade e i marciapiedi». Giorgini punta il dito anche contro la gestione del centro sportivo Batì. «Questa struttura versa in condizioni impresentabili e viene gestita in modo squalificante. Molti giovani vorrebbero giocare ma non ci sono le condizioni e mancano totalmente i servizi per i disabili». «Il 5 luglio è stato emesso un bando - replicano dal centro di piazza Ricci - e ora spetterà al Comune valutare i requisiti degli oltre 10 partecipanti per procedere all’aggiudicazione. Certo ci sono elementi positivi e altri meno, ma non ci si può lamentare di tutto». «Le promesse vanno mantenute», taglia corto Giorgini chiamando in causa l’Amministrazione, a cui però lo stesso presidente riconosce i risultati di una «efficace campagna contro l’abusivismo».
Di parere diverso rispetto alla ricaduta sull’indotto locale è Omero Canali, vicepresidente del comitato cittadino e presidente dell’associazione Solaris, organizzatrice del Festival Naturae. «Per molti la mancanza del campeggio sta incidendo sul ritorno economico, ma personalmente ci credo poco, in quanto una parte di quelle mille, millecinquecento persone che frequentava il camping ha comunque trovato ricollocazione in altre strutture». E rispetto all’anno scorso le differenze non sembrano poi molte, come peraltro osservato anche da Giorgini. «I fine settimana sono sempre molto affollati, ma durante la settimana assistiamo ad un turismo mordi e fuggi». Dopo un giugno altalenante, per Ubaldo Zavatta, dell’hotel Sorriso, luglio è decisamente migliore, anche se il periodo di permanenza non riesce a posizionarsi oltre la settimana. «Siamo in linea con gli scorsi anni, ma è indubbio che la chiusura del campeggio stia incidendo sull’economia locale. Manca la classica ‘passeggiata’ serale, perfino la sala giochi lavora meno. Allo stesso modo ne stanno risentendo anche ristoranti e negozi. E’ quindi necessario che, almeno per il prossimo anno, questa struttura venga riaperta».