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Tornano a parlarsi dopo l’incontro decisamente negativo di fine marzo i dirigenti della cooperativa edile Acmar di Ravenna e i sindacati dopo che sono scaduti a metà aprile i 45 giorni della fase di contrattazione sindacale diretta con l’azienda con un mancato accordo. Venerdì 5 maggio, infatti, le parti sono state convocate dalla Regione Emilia Romagna presso la sede della Provincia di Ravenna nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo avviato dalla cooperativa a inizio marzo per 104 esuberi su 207 lavoratori in organico.
L’incontro sarà l’occasione per fare il punto sugli esuberi ancora previsti (è probabile che il numero totale sia calato di qualche unità in questi due mesi grazie alle fuoriuscite volontarie), ma anche il contesto per capire se ci sono ancora i margini per congelare i licenziamenti e «fare una nuova verifica presso il Ministero del Lavoro se è nuovamente praticabile la cassa integrazione straordinaria - spiega Davide Conti della Fillea Cgil -. Continuiamo a ribadire la nostra contrarietà alle fuoriuscite di personale, se non a quelle volontarie per le quali siamo disponibili ad aprire una procedura di non opposizione al licenziamento. Le relazione con l’azienda è ai minimi: dopo l’incontro previsto per legge non ne abbiamo avuto altri. Cosa può far cambiare idea ad Acmar? Il fatto che continuare sulla strada dei licenziamenti senza accordo sindacale potrebbe rendere il percorso non sostenibile per via delle cause legali». (c.f. - foto Fiorentini)
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