«La superbia, il mio peccato più grande» di di Stella Baldrati - 4° B Liceo Classico Dante Alighieri (Ravenna)

Ravenna | 20 Dicembre 2021 Dante700
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di Stella Baldrati - classe 4B del Liceo Classico "Dante Alighieri" di Ravenna

Salve messer Durante!

Oh salve madonna! Voi dovete esser qui per codesta infesta…

Intervista, sì esatto, non ci vorrà molto.

«Oh, non ho fretta alcuna: mi è stata concessa una pausa dalla mia pena in Purgatorio per essere qui, e non ho molta fretta di tornare sotto quel pesante masso!»

Masso? Ah sì, la pena per i superbi; beh, mi fa piacere, non capita tutti i giorni di poter parlare a quattrocchi con il Sommo Poeta!

«Oh, suvvia, non esageriamo! Mi farete arrossire!»

Anzitutto, cosa ne pensate di Ravenna? Tralasciando le tristi circostanze che vi hanno condotto qui, ovviamente.

«Oh, Ravenna è una splendida cittadella, forse un tantinello umida d’estate, ma sicuramente un loco delizioso! E come poter dimenticare ch’essa fu un tempo ospite dell’Imperator, prima della fuga a Nord e dei tempi bui! I paesaggi qui sono deliziosi, specie sulla costa, e ho notato con piacere che sono sparite tutte quelle zone paludose e piene di zanzare che ho attraversato, in vita, venendo qui. La gente, poi, fu tanto gentile con me, che pur ero sanza patria, che volli rendere loro omaggio nella mia opera cantando di quella splendida pineta che costeggia l’azzurro mare: Tal qual di ramo in ramo si raccoglie per la pineta in su ‘l lito di Chiassi, quand’Eolo scilocco fuor discioglie. (Purgatorio, canto XXVIII, vv. 19 – 21)».

E che omaggio! Addirittura avete inserito la pineta di Classe nella descrizione del Paradiso Terrestre! Un modo bellissimo di ringraziare la città che vi ha accolto e ispirato.

«In effetti, se Guido Novello da Polenta non si fosse offerto tanto gentilmente d’ospitarmi seco, probablimente non avrei trovato mai la tranquillità e l’ispirazione necessarie a terminare la mia opera».

E sarebbe stato un vero peccato! Comunque, a Ravenna ci sono molti luoghi definiti “danteschi”, oltre alla Pineta di Classe; a questo proposito vorrei citare il Liceo che porta il suo nome, di cui anche io sono studentessa: cosa ne pensa?

«Oh, sono anzitutto estremamente onorato che il mio nome si trovi su un’istituzione che insegna a li giovani lo mestiere della vita; devo inoltre dire in tutta onestade che un poco vi invidio, poiché potete studiare il greco antico e conoscere così i testi de li antichi saggi nella loro lingua natia.

Né posso lamentarmi di voi, poiché fate onore alli sforzi di chi vi insegna tanta saggezza con il prestigio che vi vedo ottenere ne la vita».

Ora siete voi a far arrossire me! Comunque, rimanendo in tema di luoghi, che ne pensate della vostra tomba?

«Oh, è sicuramente graziosa, soprattutto dopo i recenti lavori di pulizia e restauro, tuttavia l’avrei forse preferita un tantinello più luminosa».

Ecco, a questo proposito, siete felice che le vostre spoglie siano custodite a Ravenna? O avreste magari preferito che fossero restituite alla città di Firenze, che in effetti ha fatto pressioni in proposito…

«Fiorenza mia, ben puoi esser contenta di questa digression che non ti tocca, mercé del popol tuo che si argomenta (Purgatorio VI, vv127-129). Firenze è la mia città natale e mi è sempre stata molto cara ma, ohimé, i miei concittadini non sono stati generosi meco, anzi! Fui cacciato per le mie idee politiche e quando, pur esule, acquistai la caduca fama, quegli sciagurati si accorsero dell’errore e tentarono di richiamarmi in patria con la promessa del perdono, se mi fossi piegato a sottostare al loro regime corrotto. Giammai! Preferii l’esilio da vivo e lo preferisco da morto! Troppo comodo lodar qualcuno quando è famoso, per approfittar de la sua fama!».

Certamente, ma ritengo che i vostri concittadini si siano ormai resi conto dell’errore; anzi penso che abbiano cercato in vari modi di rimediare, per esempio con la cerimonia dell’olio che si svolge ogni anno in occasione dell’anniversario della vostra morte, voi non credete?

«Devo ammettere che hanno saputo farsi perdonare; in particolare apprezzo molto codesta cerimonia dell’olio che avete citato, madonna: quell’olio che viene dalla mia città sa di casa, e mi ricorda il periodo in cui scrivevo le mie prime poesie d’amore per la mia adorata Beatrice».

A proposito di Beatrice, quanto vi manca per incontrarla di nuovo in Paradiso? Sempre se non sono indiscreta..

«Oh, no, nessun problema, ormai non mi restano da scontare che poche decine di settimane e finalmente passerò alla cornice successiva, ma da lì al Paradiso il viaggio è ancora lungo! Solo Colui che move il Sole e l’altre stelle sa quanto tempo dovrà trascorrere prima che possa finalmente vedere il Suo volto…».

Allora non la trattengo oltre, la lascio tornare al suo masso e chissà che non ci si possa rivedere dall’altra parte!

«Sarebbe un onore, madonna, sarebbe un onore».

Allora, arrivederci messer Durante!

«Arrivederci!».

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