Il ravennate Giuliano Ciabatta tra lo Zecchino d’Oro e Secondo Casadei
Federico Savini
«Da bambino ero stato selezionato per lo Zecchino d’Oro, ma non andai perché quel palco mi spaventava. Questa cosa mi è rimasta dentro e oggi partecipare come autore è una grande soddisfazione». E’ comprensibilmente felice Giuliano Ciabatta, compositore e produttore musicale di origine perugina residente da anni a Ravenna, all’idea di prendere parte al 60° Zecchino d’Oro. Per di più con una canzone, Mediterraneamente, che sabato 25 verrà cantata sul palco dal piccolo Alessandro Gibilisco ma è già ascoltabile in rete, come del resto Una parola magica, cantaat dalla piccola faentina Sara Calamelli, che il 18 novembre ha vinto la prima puntata della trasmissione. Tornando a Mediterraneamente, la canzone è di assoluto rilievo perché tratta, in un concorso canoro per bambini e con un linguaggio ad esso appropriato, un tema attuale e delicato come quello dei migranti.
«Una canzone classica da Zecchino come Il caffè della Peppina, che per me è un capolavoro, non aveva senso cercare di riproporla – commenta Ciabatta -, quindi ho pensato a un tema importante da spiegare a un bambino e vista anche la realtà scolastica di oggi, nonché l’esperienza di arricchimento culturale che ho vissuto lavorando all’estero, ho scelto di raccontare il fenoneno dell’immigrazione. La canzone è stata molto apprezzata da chi l’ha ascoltata e risponde anche all’obiettivo dell’Antoniano di allargare il target del festival anche a bambini di 8-10 anni».
Come ti sei avvicinato allo Zecchino?
«Grazie al mio amico Luca Tozzi, che aveva già partecipato. Conoscevo già la realtà dell’Antoniano, che fa tante altre cose e lavora con etica e serietà. La prima la dimostra il fatto di ospitare canzoni che hanno un linguagio adatto ai bambini, che nel mondo di oggi vengono forzati a crescere troppo in fretta, cosa che penso sia sbagliata. Poi la selezione delle canzoni, oltre 500 quest’anno, avviene a busta chiusa».
Avevi già lavorato a musiche per bambini?
«Sì, in altri contesti, ad esempio musicando uno spettacolo di burattini su Pinocchio. E poi ho curato l’adattamento italiano di un musical ispirato ai Peanuts e musicato dal grande Larry Grossman. Lo Zecchino era comunque un mio sogno, ci tengo a “coltivare” il bambino che è in me».
Anni fa lavoravi con Dalla, invece.
«Dopo il 2000 ho collaborato con Lucio come produttore. Oggi, per conto della sua fondazione, curo un database sulla sua vita e le sue opere, che spero potrà essere accessibile a breve per il pubblico. Lucio produsse anche il mio disco “Sogni naif”, uscito 10 anni fa e disponibile su i-Tunes».
Oggi cosa ti porta a lavorare su Secondo Casadei?
«Negli anni ’90 ho fatto da fonico e chitarrista per Raoul, ma ho sempre frequentato anche la famiglia di Secondo, e da un anno e mezzo lavoro con Riccarda come direttore creativo di Casadei Sonora. Vogliamo divulgare l’opera e il genio di Secondo fuori dalla Romagna, parliamo di un musicista che non solo è stato anche imprenditore in tempi non sospetti, ma che ha creato un suono, chiamato “liscio” quando lui ormai era anziano, che ha attinto dalla Mitteleuropa e dalle Americhe per diventare un pezzo dell’identità romagnola; un suono assimilabile anche a musiche di altre nazioni, come il country, e infatti è in un contesto di world-music che vogliamo rilanciarlo, la mia esperienza con la Carnival Crociere mi ha ispirato in questo senso. Circa un mese fa, a Ravenna, abbiamo portato in anteprima uno spettacolo che ho creato con Giorgio Comaschi per raccontare Secondo in giro per l’Italia e in dicembre uscirà per la Universal la raccolta “Mi chiamo Secondo”, con 46 brani originali, restaurati e rimasterizzati, che insieme al videoclip di Romagna Mia contribuirà a questo rilancio».
Il link alla canzone
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-8dfc1cc1-f85f-4aa4-9aec-bfcb8e08af09.html