Il presidente di Sers Luca Vitiello è pronto per nuovi investimenti nel 2021, anche se il 2020 è un anno difficile

Ravenna | 29 Settembre 2020 Economia
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Elena Nencini
Il porto Luca Vitiello lo ha nel sangue, infatti il padre Eduardo, armatore napoletano, all’inizio degli anni ‘80 aveva fondato la società Gesmar che si occupava di attività di rimorchio marittimo ma anche di offshore, salvataggio e controllo dell’inquinamento marino.
Un’attività di famiglia nella quale lavorava anche il fratello Riccardo come amministratore delegato: nel 2018 i fratelli Vitiello decidono di vendere il 50% delle quote della Gesmar alla società Rimorchiatori Riuniti di Genova (che deteneva già l’altra metà dal 2014 acquistata dalla famiglia Poggiali), ma mantengono le cariche operative nella società. Oggi Sers dà lavoro a 75 persone, ha una flotta di 10 rimorchiatori e opera nel porto di Ravenna.
Attualmente Luca Vitiello è presidente di Sers (oltre a ricoprire la carica di Ad di Docks cereali e di Ad del Consorzio Castalia) e racconta la situazione dell’azienda e del porto e della bufera Covid.
Come sta andando Sers, in un momento di grave difficoltà per il porto di Ravenna e di calo dei traffici?
«La Sers dipende per il 75% dal traffico del porto, meno navi vuol dire meno servizi di rimorchio. Da un crollo iniziale del 30% nel periodo del lock down si è passati ad una riduzione del 10% del mese di maggio, che aveva fatto ben sperare; purtroppo i volumi dell’estate hanno corretto nuovamente e oggi navighiamo con una riduzione di oltre il 15%. Non sono numeri che mettono in difficoltà finanziaria l’azienda, ma certamente non permettono di produrre utili. Come tutta l’industria portuale di Ravenna, ci auguriamo che questa tempesta passi presto».
Rispetto all’emergenza sanitaria come viene gestito il personale dei rimorchiatori?
«L’attenzione maggiore è stata data al personale navigante, che per ovvi motivi non poteva essere messo in smart working come è invece avvenuto per il personale di terra. È stato adottato un isolamento per equipaggi oltre alle comuni misure di prevenzione adottate negli ambienti di lavoro (rimorchiatori). La criticità consisteva nel fatto che per ogni marittimo contagiato sarebbe stato necessario fermare l’intero equipaggio di tre persone. Ovviamente gli spazio comuni (cucine, spogliatoi, docce) sono stati chiusi, visto che ogni rimorchiatore è dotato di cabine singole».
Avevate degli investimenti in mente per il futuro. Sono slittati?
«Avevamo in mente di proseguire nell’attività di ammodernamento della flotta con la costruzione di un nuovo rimorchiatore da 5.000 HP in sostituzione di un mezzo ancora molto valido, ma di minore potenza. La riduzione dei volumi di traffico rende non necessario questo investimento, che spero sia solo rimandato all’anno prossimo e non cancellato».
Gesmar lavora in altri 10 porti. Quale la situazione rispetto a Ravenna? «Per la precisione Gesmar, come gruppo di aziende, non esiste più perché con l’acquisizione da parte del Gruppo Rimorchiatori Mediterranei, JV tra la genovese Rimorchiatori Riuniti SpA e il fondo infrastrutture di Deutsche Bank, è stata incorporata dalla capogruppo. Quello che rimane della Gesmar, così come di tutte le altre attività nei porti del medio Adriatico (Ancona, Ortona, Termoli, Vasto) verrà incorporato nella Sers. Rimorchiatori Mediterranei è il primo gruppo in Mediterraneo e il quarto gruppo mondiale operante nel settore del rimorchio marittimo con una flotta di circa 100 rimorchiatori».
Operate nell’ambito del salvataggio e del disinquinamento in mare. Quali sono gli ultimi interventi in cui avete lavorato?
«Fortunatamente l’attività di salvataggio si è ridotta ad episodi più semplici rispetto a quelli di quattro o cinque anni fa, quando si sono verificati casi, come quello della nave in fiamme alla deriva tra le piattaforme del gas, che potevano trasformarsi in gravissimi disastri ambientali. Ogni concessionario del servizio di rimorchio di un porto ha obblighi concessori imposti dall’Autorità Marittima, che è il soggetto che coordina le operazioni di soccorso e salvataggio delle navi. Tali obblighi consistono ad esempio in dotazioni antincendio di enorme capacità (2.400 MC/ora) o in obblighi di guardia anche in mancanza di servizi commerciali. Questo sistema regolatorio, a mio avviso il migliore in Europa, permette di garantire la sicurezza della navigazione in porto e lungo tutte le coste italiane. Le modalità di selezione del concessionario sono disciplinate nel Codice degli appalti, che prevede gare europee basate sul principio della offerta economicamente più conveniente. Per quanto riguarda l’attività di antinquinamento, la Sers partecipa al Consorzio Castalia, che è la prima organizzazione in Europa attiva nel settore della prevenzione e dell’intervento rapido in caso di inquinamento da idrocarburi, con una flotta di 25 rimorchiatori recovery oil. Fatta questa premessa devo dire che 50 anni di attività della Sers rappresentano un bagaglio di cultura marinaresca ed esperienza veramente unico in Adriatico e in Mediterraneo». 
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