Il presidente Cassa di Ravenna Patuelli ha ricevuto il Lauro dantesco

Ravenna | 27 Settembre 2020 Cultura
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Elena Nencini
Nella basilica di San Francesco, dove si svolsero i funerali del Sommo Poeta, nel settembre del 1321, è stato consegnato il Lauro dantesco – riconoscimento istituito da Walter Della Monica - ad honorem ad Antonio Patuelli, mentre la scrittrice Benedetta Craveri ha ritirato il Lauro alla memoria per suo nonno Benedetto Croce.
Il riconoscimento premia due figure che si sono distinte per la valorizzazione della figura di Dante: Patuelli per gli studi, le iniziative, le proposte, l’impegno per la nascita di un polo dantesco, di cui fanno parte gli Antichi chiostri francescani che costituiscono un centro di eccellenza che ospita il Museo dantesco, oggi in corso di riallestimento, oltre a spazi straordinari per la fruizione della cultura.
Il premio a Benedetto Croce vuole anzitutto ricordare il grande studioso, l’autore del libro sulla «Poesia di Dante», pubblicato nel 1921 e ancora oggi considerato, per originalità e profondità, punto fermo negli studi danteschi.
Nell’aprile del 1921, infine, Croce fece approvare dal Parlamento la legge ricordata ancora oggi col suo nome. Grazie alla legge Croce si svilupparono a Ravenna e in Italia importanti iniziative di studio, fu “adornata” la tomba di Dante e sistemato il quadrarco di Braccioforte, secondo un principio nel quale la città di Ravenna continua a riconoscersi: il principio che le celebrazioni del poeta debbano lasciare segni duraturi, nelle menti e nelle cose.
Patuelli ha dichiarato, a proposito del premio: «E’ un emozione, una consapevolezza di ulteriori valori morali. Valori morali che soprattutto in questo caso sono valori civili».
Patuelli, presidente Abi nonché della Cassa di Ravenna, ha investito molto in questi anni sulla figura di Dante, infatti continua: «La Cassa di Ravenna, dall’inizio del ‘900, con Luigi Rava, quando ne era al vertice, decise di dedicare molta attenzione al culto di Dante e di conseguenza già il sesto centenario nel 1921 vide la Cassa molto impegnata. A fine ‘900 quando Cassa e Fondazione ebbero due funzioni giuridiche distinte ho pensato, come banca, di cedere alla Fondazione i chiostri in modo che fossero ulteriormente valorizzati ed esclusivamente utilizzati per funzioni culturali. Dopo quest’ulteriore valorizzazione sono iniziate le fasi preparatorie, mai in esclusiva perché la municipalità e altri organismi culturali sono molto attivi, ma da molti anni la fondazione della Cassa di Ravenna e l’Accademia della Crusca sviluppano opportunamente in preparazione di Dante 2021».
Infine a proposito della figura di Benedetto Croce  ha dichiarato: «Cento anni fa la situazione era molto più complicata, non c’era il Covid ma c’era la spagnola che era molto più pericolosa e produsse danni umani mille volte più gravi. Poi fino al novembre del 1918 c’era stata la guerra, la prima drammatica guerra mondiale e quindi non c’era stata tutta la preparazione che a vario titolo la municipalità di Ravenna da un lato, e vari organismi dall’altro tra cui la Fondazione Cassa di Ravenna, hanno sviluppato sostanzialmente in questo ultimo ventennio. Quando venne costituito il quinto e ultimo governo di Giolitti, nel 1920, la nomina di Benedetto Croce fu un grande evento e Croce, due anni in anticipo sul VI centenario dantesco, inventò, realizzò e fece approvare e applicare un’apposita legge per il VI centenario, una legge che realizzava restauri, sosteneva iniziative. Per il VII centenario non c’è stato bisogno di una legge apposita, perché da un lato la municipalità ravennate dall’altra innanzitutto la Fondazione Cassa di Ravenna hanno sviluppato in anticipo sia i restauri sia migliorie di illuminazione, che trasformazioni e installazioni del Museo dantesco che sarà inaugurato prossimamente».
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