Il fumettista Riccardo Crosa vede il mondo «Sottosopra» con una nuova miniserie per la casa editrice Bonelli

Ravenna | 23 Febbraio 2020 Cultura
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Elena Nencini
E’ nato a Siracusa, ma da tanti anni lavora a Ravenna, Riccardo Crosa è un fumettista, disegnatore e illustratore. Insieme ad un altro collega, Luca Enoch (come non ricordare tra i suoi primi personaggi Sprayliz e Gea nda), ha presentato per Sergio Bonelli editore, una ministoria in tre volumi «Sottosopra».
Crosa ha collaborato come illustratore con numerose case editrici, disegnando alcuni albi di note storie a fumetti come per Star Comics Agenzia Incantesimi e Jonathan Steele, per Kappa Edizioni Lupin III Millenium ed è entrato nello staff di Sergio Bonelli Editore per la serie Dragonero.
Con un tratto morbido e realistico Crosa affronta questa nuova sfida che si svolge tutta in un mondo capovolto, dove ogni tavola, ogni passo e ogni inquadratura tengono conto della nuova distribuzione dei pesi e dello spazio, ricordando un quadro di Escher nel quale il mondo si è improvvisamente capovolto, tanto che anche i ballon seguono la nuova forza di gravità.
Una collaborazione quella con Enoch cominciata tempo addietro?
«Si, questo libro vede la collaborazione con Luca Enoch e Stefano Vietti. Con Luca abbiamo cominciato insieme, entrambi con un passato di autoproduzione, lui con Sprayliz io con Rigor Mortis. Ci conoscevamo, ci guardavamo da lontano. Poi io sono finito alla Bonelli, dopo aver lavorato in Spagna e Francia. Ho iniziato a lavorare disegnando in maniera umoristica, con uno stile cartonesco, non pensavo di fare una roba realistica come alla Bonelli. In Francia mi hanno fatto impazzire con lo stile realistico e, alla fine l’ho imparato. Sono tornato in Italia e ho fatto un colloquio con Bonelli. Visto che ero fresco di fantascienza mi hanno messo in conttatto con Dragonero e ne ho realizzato una versione per bambini con 12 albi, Dragonero adventures. Adesso la Rai sta realizzando il cartone animato della stessa serie, a cui seguiranno altri 12 albi. Nel frattempo Enoc ha pensato alla storia di Sottosopra, ma non voleva disegnarla perché pensava fosse troppo complicata, difficile, e me l’ha presentata. Sa che mi piace sperimentare».
Di cosa parla «Sottosopra»?
«Sottosopra come dice il titolo è una storia post apocalittica, anche se non si sa cosa è successo. E’ una storia che non dà spiegazioni, comincia con la cosa già successa, cioè il ribaltamento della gravità. Tutto ciò che è organico viene attirato verso l’alto, mentre gli oggetti inanimati restano in basso. Gli esseri umani vengono così attirati verso l’alto, ma il protagonista è intrappolato in auto e quindi è destabilizzante vedere il mondo ribaltato. Quando mi sono messo a disegnarlo volevo sottolineare questo senso di smarrimento che si prova a guardare il mondo alla rovescia».
Tanti anni di lavoro in Francia l’hanno portata a rivolgere lo sguardo verso altri maestri?
«Io sono cresciuto leggendo riviste che non ci sono più, amavo la bande dessinée. I miei eroi dell’infanzia erano Asterix, Tin Tin, Spirou, il mio amore verso il cartonesco nasce da questi tre poli. Amo la fantascienza e della Francia non potevo non amare le atmosfere di Caza e Moebius. Tra gli italiani naturalmente guardo a Magnus. Quando ho iniziato a lavorare, il fumetto in Italia era legato alla gabbia bonelliana, ma io ho fatto una scuola di illustrazione, non di fumetto, e quindi  mi sono trovato al di fuori di certi schemi. Quando mi sono trovato a realizzare Sottosopra, ho messo un po’ di tutto, dal mondo della bande dessinée, a Moebius, ai manga da cui viene la scomposizione della tavola, fino a Katsuihiro Otomo. Ho cercato di mettere dentro il senso di narrazione cinematografico che amo molto».
Il successo di «Sottosopra» dimostra che il mondo del fumetto in Italia non è finito?
«Sono nato in un momento che si diceva che era morto il fumetto, poi è arrivato Dylan dog con un’esplosione di vendite, che si sono pian pianino livellate. Adesso sta nuovamente cambiando, ma torna l’interesse dei giovani. In Francia fumetto è uguale a letteratura, si poteva raccontare di tutto. Da noi non è stato così, ma alcune cose sono cambiate. C’è stata un’evoluzione, con Dragonero adventures siamo andati in quella direzione. Dopo la saga di Harry Potter si è creata un’attenzione per la letteratura per i ragazzi, ma non per i fumetti. La proposta per Sottosopra era di one shot, ma visto il successo che ha riscosso adesso la storia è in tre volumi alla francese, una miniserie classica. Un esperimento nuovo anche per la Bonelli, legata allo stile realistico, mentre quello che abbiamo proposto è relativamente nuovo. Il volume è andato esaurito quasi subito».
Per il futuro?
«Mi annoio facilmente, ho bisogno di stimoli nuovi, di cambiare dalla fantascienza, al noir, al thriller. Adesso, sempre con Luca, sto facendo un horror anni ‘20 con una casa americana sul ciclo di Cthulhu di LOvecraft. Mi piace spaziare, cambiare stimoli e ambientazioni. Mi spinge ad andare avanti. Ho avuto la fortuna di lavorare su tanti livelli. Alcuni disegnatori non hanno avuto questa fortuna, se avessi fatto solo Tex mi sarei annoiato.
Un personaggio che le piacerebbe ancora disegnare?
«Ho sempre amato Mister No, era una delle mie letture preferite da bambino. Mi piacerebbe, ma non penso di avere i numeri per disegnarlo. Certo, alle volte capita di confrontarti con autori che non avresti mai immaginato: ho ammirato tantissimo Davide Fabbri, che è di Cesena, che si è confrontato con la continuazione de Lo sconosciuto di Magnus. Come ti approcci a un riferimento così alto? E’ come quando fai la cover di una canzone o la fai uguale o la stravolgi completamente. Lo sai che non potrai mai farla uguale e quindi la fai diversa».
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