Cia, Coldiretti e Confagricoltura sulla vendemmia: «Sarà un'annata di qualità»

Ravenna | 30 Agosto 2020 Economia
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La vendemmia è partita, ma entrerà nel vivo tra un paio di settimane. E tra i filari, in pochi giorni, può accadere di tutto. Ma stando alle previsioni dei vertici di Cia, Coldiretti e Confagricoltura, la raccolta del 2020 è partita sotto il migliore degli auspici.

Dopo gelate e grandinate che hanno tagliato le gambe alla frutticoltura, si aspettano buoni risultati dalla viticoltura: la produzione dovrebbe ricalcare, a grandi linee, quella dello scorso anno. Chi dice qualcosa in più, chi dice qualcosa in meno. Ma i grappoli sono in buona salute e ci sono tutte le premesse per brindare ad una annata di qualità.

L'onda lunga del Covid lascia tracce e preoccupazioni anche tra i filari. Se il lockdown è passato tra le vigne senza particolari criticità, il timore è che una seconda chiusura possa portare il Paese in una recessione difficile da invertire. (s.sta.)

Danilo Misirocchi presidente Cia Romagna

«Dopo la riapertura puntiamo alla ripartenza»

«Ora è partita la raccolta delle uve precoci, mentre per la vendemmia sui i volumi più importanti bisogna aspettare ancora una quindicina di giorni – spiega Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna -. Complice la siccità che incide soprattutto sui terreni collinari non irrigui, forse i volumi saranno di poco inferiori o in linea con quelli dello scorso anno. Ma, tutto sommato, ci aspettiamo una buona qualità del prodotto».

La primavera 2020, quando c'era il lockdown, si è distinta per gelate tardive che hanno messo in seria difficoltà il mondo agricolo. «Le gelate, per fortuna, non sono il primo dei problemi della viticoltura – aggiunge Misirocchi - anche se qualcuno ha dovuto affrontare queste avversità e deve fare i conti con un calo del 20/30% della produzione».

E dopo il gelo, è arrivata la grandine, che ha pregiudicato, salvo poche eccezioni, la produzione di frutta. «L'uva, a differenza di altre colture, non è così sensibile alla grandine – sottolinea il presidente Cia -: ma questo fenomeno, quest'anno, ha avuto manifestazioni devastanti e anche la viticoltura, seppur in maniera più limitata, ne ha risentito. Tuttavia, il 'grado' è buono, ma anche altri parametri, dall'acidità del frutto alla salute del grappolo, ci lasciano confidare che questa sarà una vendemmia di ottima qualità. Per quanto riguarda la siccità, le zone che più hanno risentito delle scarse piogge sono i terreni collinari non irrigui. Il frutto tende a mettere in atto un meccanismo di autodifesa: se l'acqua non arriva dalle precipitazioni, la pianta inizia a sottrarla al frutto. Di conseguenza, la gradazione tende comunque a salire, anche se il peso dell'uva tende a calare».

La concorrenza degli altri territori c'è sempre stata «ma, in particolar modo per i vini da tavola, la filiera che va dal Tavernello al San Crispino, grazie alle azioni messe in campo in questi anni, ha conquistato una importante posizione di mercato – dice Misirocchi -. Il nostro Trebbiano ha raggiunto standard elevati e può far fronte alla concorrenza del Glera veneto. Il lockdown ha visto un lieve aumento dei consumi dei prodotti commercializzati dalla Gdo, anche se la chiusura del comparto Horeco ha inciso sulle vendite di alcuni produttori che hanno visto aumentare le riserve. Non sono preoccupato, ma speriamo dopo la la riapertura si parli di vera e propria ripartenza».

Zampini e Dalmonte, direttore e presidente Coldiretti

«Attenzione alle speculazioni sui prezzi»


Secondo le prime rilevazioni dei tecnici di Coldiretti Ravenna, la produzione, in un contesto nazionale caratterizzato da volumi in calo, si preannuncia pressoché stabile rispetto alle rese medie degli ultimi anni, ma lontana da quelle di annate storiche, con riduzioni attese in particolare nelle varie zone colpite dalle recenti bufere di vento e grandinate.
«Per le cantine del territorio – afferma Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna – la nuova annata si apre con una certezza: le rimanenze praticamente azzerate. Ciò – prosegue – grazie all’apprezzamento dimostrato durante tutto l'anno dai consumatori, che hanno dimostrato di gradire i vini locali da tavola prodotti in provincia, e anche grazie alla crescita dei consumi 'casalinghi' registrata durante il lockdown».

Secondo Coldiretti il trend di vendita è attualmente costante, ma all’orizzonte potrebbe profilarsi una problematicità legata proprio alla produzione 2020, «non tanto per i consumi, dato che un calo fisiologico non è da escludersi, bensì – precisa Zampini - per possibili speculazioni sui prezzi causati da immissioni di vino prodotto da altri territori».
Se la chiusura del circuito ho.re.ca. e delle enoteche innescata dal lockdown legato all'emergenza sanitaria non ha inciso particolarmente sul mercato dei vini da tavola, ad accusare maggiormente il colpo sono stati invece purtroppo i produttori di vini Doc e Docg, che principalmente hanno in ho.re.ca ed enoteche i principali canali distributivi.
«Alla luce di questo scenario – spiega Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna - sarà pertanto importante vigilare per evitare che sulla nostra produzione si attivino speculazioni sul valore delle uve, fenomeno inaccettabile dopo le calamità subite dalle imprese agricole. Il vigneto, infatti – conclude il Presidente Dalmonte - in uno scenario generale catastrofico per gli effetti del gelo, è stato il meno colpito e pertanto la produzione di uva rappresenta per moltissime aziende agricole l’unica possibile entrata economica certa e non è neppure immaginabile che essa possa essere minata da speculazioni e giochetti al ribasso».


 

Andrea Betti presidente Confagricoltura Ravenna

«Un trend di lieve crescita»

Qualche giorno fa è partita la vendemmia delle uve base per spumante, come Pinot, Chardonnay e Sauvignon bianco e «ci attendiamo qualcosa in più rispetto allo scorso anno – spiega il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti -. Le uve sono sane e gli sbalzi termici, dai 36 gradi di giorno ai 22 di notte, hanno garantito la giusta alternanza climatica. Intorno al 10 settembre si procederà con Pignoletto, Merlot e gli altri rossi. Anche in questo caso prevediamo buone rese e buone gradazioni. Le indicazioni, per ora, ci lasciano presumere un trend di lieve crescita».

Il lockdown non ha toccato i produttori di vini da tavola. «Le piccole cantine e chi vinifica in proprio – spiega Betti - hanno dovuto affrontare le principali difficoltà, con la chiusura dei principali canali distributivi di vini doc e docg. Vi era apprensione anche per i vini da tavola, ma alla fine dei conti i numeri della grande distribuzione non hanno conosciuto flessioni. Alcune preoccupazioni riguardavano soprattutto i produttori di vini all'ingrosso destinati all'estero, ai cosiddetti 'imbottigliatori tedeschi', ma tutti i produttori sono riusciti a vuotare le vasche e nella nostra provincia non vi sono state sovrapposizioni tra le produzioni delle diverse annate».

Oramai il meteo ci ha abituati a fenomeni inaspettati, a temporali che scaricano energie imprevedibili. «Mi trovavo a Verona pochi giorni fa – dice Betti -: dopo il passaggio della tromba d'aria molti campi erano stati rasi al suolo e sul terreno c'era una coltre di grandine spessa 10 centimetri».

Oramai la raccolta avviene nell'80% dei casi con l'ausilio di macchinari, ma con il lockdown e le intemperie che hanno pregiudicato la produzione di frutta, si temeva anche per la perdita della manodopera specializzata nelle nostre campagne. «La paura era quella aggiunge il presidente Confagricoltura - che potesse abbandonare il nostro territorio. Qualcosa è andato perso, certo, ma molte maestranze sono state comunque impiegate per lavori alternativi alla raccolta: in molti casi, ad esempio, non ci si è fermati al diradamento delle piante, ma si è optato per una vera e propria potatura anticipata delle piante».

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