Chiara Parollo (Les Bompart) racconta il progetto del video «Quella dolce terra»

Ravenna | 03 Maggio 2021 Cultura
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Elena Nencini
Una Ravenna diversa, una città dantesca che va oltre le solite immagini, che cerca di cogliere la magia e il legame tra la città bizantina e Dante: questo è stato il punto di partenza di Les Bompart Produzioni per realizzare il video «Quella dolce terra», commissionato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna.  Un prodotto che si propone di incrementare il turismo in città proprio alla ripartenza dopo le chiusure dell’ultimo anno, come spiega il sindaco Michele De Pascale: «Siamo pronti a ripartire nel segno della cultura e con questo video vogliamo condividere con tutti l’entusiasmo e l’orgoglio di essere la città che ha accolto Dante e che ne custodisce la memoria. Siamo sicuri che questo video trasmetterà a tutti tante emozioni e un grande desiderio di venire a Ravenna per Dante».
Chiara Parollo e Paul Bompart sono una coppia nella vita e nel lavoro, ravennate lei e francese lui, hanno deciso di abitare a Ravenna dopo la nascita del primo figlio. Da 6 anni lavorano con diverse realtà del mondo della cultura e del teatro come Ravenna Teatro e Ammutinamenti. 
Chiara Parollo spiega come è nato «Quella dolce terra che è una delle definizioni della Romagna che Dante ci regala, nel canto XXVII dell’Inferno».
L’idea del progetto come si è sviluppata?
«Siamo stati incaricati dal Comune di Ravenna di raccontare Dante a Ravenna, di raccontare la città, in particolare il legame tra Dante, Ravenna e la bellezza della città. Paul si occupa della regia, io della produzione, mentre mio fratello Marco Parollo è il direttore della fotografia. Un progetto nato in famiglia. Abbiamo cercato di immaginarci una Ravenna diversa, grazie anche all’occhio da ‘straniero’ di Paul. Ravenna era una città calpestata da milioni di turisti prima della pandemia e volevamo creare un percorso diverso. Per questo abbiamo pensato alle voci fuori campo che declamano la Divina Commedia». 
Come avete scelto queste voci?
«Apre la narrazione Elio Germano con la sua interpretazione dell’ultimo canto del Paradiso, realizzata in occasione dell’evento inaugurale delle celebrazioni grazie a Ravenna Festival. Seguono, poi,  i versi del I canto del Paradiso recitati da Ermanna Montanari per un progetto internazionale a cura di Comune e Maeci che ha portato alla realizzazione di un audiolibro sulla Divina Commedia. Volevamo una pluralità di voci: dopo le voci di Germano e Montanari ci siamo immaginati i turisti per questo c’è una voce in inglese ed una in francese, ma non poteva mancare anche una con accento romagnolo. Nadia Galli legge i versi di Francesca: non volevamo una voce da professionista per dare l’idea del legame della romagnolità del presente con il passato di Dante. Infine abbiamo scelto di far comparire i bambini perché in questa pandemia sono tra quelli che hanno sofferto di più. La voce di Arturo, 7 anni, chiude il video con un invito “a riveder le stelle”, mentre il bambino che corre per la città è il figlio più piccolo Benjamin. Il fatto di averli inseriti dimostra che è un prodotto per chiunque, non solo per un pubblico “esperto”, ma anche per un bambino che lo sta conoscendo adesso».
Un prodotto che sarà poi rivolto ai turisti?
«Dura poco più di 3 minuti, vuole essere uno strumento di attrazione turistica, ma non soltanto legato alle celebrazioni, ma cerca di invogliare le persone che normalmente transitano in città senza pensare a Dante».
Avete puntato quindi su una nuova visione?
«Si, per questo abbiamo scelto di aggiungere le voci narranti, Paul ha deciso di affidarsi al ritmo, inserendo i passi, abbinando le immagini della città dantesca alle immagini di persone, i passi verso la tomba, i clip umani, il bambino che corre per la città. Abbiamo puntato su un’alternanza persona/cultura. Nel progetto ci eravamo imposti di alternare i versi di Dante alle immagini della città di oggi, non solo un tour turistico dantesco».
Proprio il fatto che il regista sia francese ha creato di ritmi diversi?
«Si, si è lasciato ispirare dalla sonorità della Commedia, il ritmo è stato influenzato dalle sonorità, io sono riuscita a raccontargli molto, ma lui ha saputo dare uno sguardo fresco, uno sguardo nuovo, sulla Commedia e su Dante. Lo sguardo che guarda attraverso il buco della serratura della tomba è uno sguardi intimo, che cerca di entrare nella nostra Ravenna». 
Cosa rappresenta per lei Dante?
«E’ sempre stato tutto, ho fatto il liceo classico, vivevo in centro storico, ho vissuto in tante città, da Parigi a Roma, a Londra, ma quando portavo le amiche a Ravenna per  prima cosa le portavo davanti alla tomba di Dante. Sono stata ri-accolta dalla mia città». 
Un video quindi con l’intenzione di riportare in città i turisti?
«L’intento è far girare il video più possibile, è stato condiviso anche dal Ministero della Cultura sul loro sito, vogliamo far venire il desiderio di tornare a Ravenna, ma anche di far venire chi c’è già. A chi condividerà il video sul proprio profilo facebook in modalità pubblica entro il 31 maggio, e visiterà a partire dalle prossime settimane e fino alla fine dell’anno 2021 il museo Dante, sarà consegnato un piccolo dono in memoria delle celebrazioni. Le indicazioni e i termini per partecipare alla condivisione sono pubblicate su vivadante.it».
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