Al termine del mercato il tecnico dell’OraSì Andrea Mazzon sembra essere soddisfatto dei movimenti della società. La squadra appare bilanciata in tutti i settori e pronta a ritagliarsi il ruolo dell’outsider in un campionato che mai come quest’anno sembra essere di altissimo livello.
Il tecnico traccia il bilancio: «È presto per dire quale sarà l’identità di questo gruppo - afferma -. Una squadra è formata da un insieme di individui e dalla combinazione fra le loro personalità. Finché non li vedremo lavorare tutti insieme sul campo, ogni valutazione è prematura».
I due colpi di mercato però hanno conferito una bella impennata al valore assoluto della squadra.
«Hairston è il lungo che abbiamo sempre voluto - commenta Mazzon -. Era la nostra prima scelta poiché possiede qualità umane e un’etica del lavoro di prim’ordine. Smith invece è un giocatore che possiede dei mezzi tecnici incredibili che faranno innamorare il pubblico».
Ma se Ravenna ha mantenuto la propria filosofia evitando di fare il passo più lungo della gamba, il mercato delle altre ha fatto registrare cifre da capogiro. Le tre promozioni hanno fatto girare la testa e sono tante le squadre che hanno scelto di provarci.
«Ho visto alcune società spendere tantissimo e assicurarsi giocatori che starebbero bene in serie A1 - conferma Mazzon -. Noi invece abbiamo fatto una scelta diversa, quella di credere nei giovani a di aiutarli e crescere all’ombra di elementi più esperti per diventare giocatori futuribili. Si tratta di una scelta coraggiosa ma anche apprezzabile in un mercato che ha fatto vere e proprie follie».
A prima vista infatti sembra un campionato a due velocità.
«Se dobbiamo basarci soltanto sui soldi spesi - sottolinea il tecnico veneziano - allora in prima fascia vanno inserite di diritto Treviso e Bologna, e subito sotto di loro Udine, Verona, Forlì e Montegranaro. Poi tutte le altre che secondo me sono sullo stesso piano. La promozione diretta se la giocheranno quelle sei squadre, ma attenzione, non è detto che spendendo tanto poi si abbia la certezza di fare bene».
E il ritratto del Basket Ravenna risulta ben diverso da quello delle avversarie.
«Siamo un’anomalia in questo campionato - questo il pensiero del tecnico - perché abbiamo alle spalle uno sponsor che è espressione del legame tra azienda e territorio, a differenza di gran parte delle altre. Unigrà è un’azienda che ha una grande struttura organizzativa e che è molto legata alla Romagna e noi stiamo cercando di portare l’organizzazione del prodotto basket allo stesso livello di eccezione per essere anche noi immagine ideale di questo territorio. E io sono convinto che manchi poco prima che Ravenna diventi uno dei grandi nomi del panorama nazionale. Ai tifosi chiedo di rimanere al nostro fianco e di capire il grande lavoro che stiamo facendo».
Infine c’è un aspetto che rende ancora più interessante questa stagione. I derby emiliano-romagnoli saranno sette.
«Il clima che si respira in questo girone Est è eccezionale e tutti questi derby rendono il tutto ancora più coinvolgente ed eccitante. Questa - conclude coach Mazzon - è stata una delle motivazioni per cui ho scelto di venire a Ravenna».
Stefano Pece