Basket A2, Chiumenti dell'OraSì: «Ravenna è qualcosa di speciale»

Alberto Chiumenti sarà ancora la bandiera del Basket Ravenna. Il veterano del sodalizio giallorosso è stato confermato anche per la stagione 2020-2021 grazie all’ottimo campionato precedente: un campionato da 5 punti e 5 rimbalzi di media conditi da un recupero e 1.5 assist a partita. Arrivato al suo quarto campionato in maglia OraSì, Chiumo raggiunge così Masciadri, Rivali e Amoni nella lista dei giocatori che hanno vestito per più tempo questi colori.

Ma il legame tra Alberto Chiumenti e la città va oltre i numeri. Il numero 7 è il giocatore più amato dalla tifoseria e la vera interfaccia della società col territorio. Chiumenti a Ravenna ha costruito la sua vita e qui si fermerà al termine della sua carriera.

«Non è un mistero che Ravenna rappresenti per me qualcosa di speciale - sottolinea il giocatore -. È una città che mi ha dato tanto. Appena arrivato qui ho conosciuto la mia fidanzata Francesca e nello stesso anno la squadra ha avuto un rendimento eccezionale. Siamo arrivati in semifinale playoff con un gruppo che non aveva altri obiettivi se non una salvezza tranquilla».

Chiumenti conclude il suo pensiero aggiungendo: «Con questa città è stato amore a prima vista e posso dire la stessa cosa della gente di Romagna, persone che hanno tanto da offrire e che mi hanno fatto sentire a casa. Diciamo quindi che Ravenna mi ha dato tanto sia dal punto di vista sportivo che da quello umano».

Non è stata una decisione difficile quindi accettare l’offerta della dirigenza giallorossa. «Quando la società ha preso la direzione di voler ringiovanire la squadra ho pensato che ci fosse la possibilità di partire - racconta Chiumo -. Era prevedibile infatti che all’interno del roster sarebbe cambiato molto rispetto all’anno scorso, ma chi fa un lavoro come il mio è abituato a queste situazioni. Qualche offerta effettivamente mi è arrivata e alcune di esse mi hanno fatto anche riflettere, ma quando si è creata la possibilità di restare qui, ho detto subito di sì perché Ravenna rappresenta la scelta migliore per me».

In settimana è stato ufficializzato Giacomo Maspero che sarà compagno di reparto di Chiumenti. Maspero, 28 anni, è un’ala di 204 centimetri che con Chiumo, Givens e Simioni comporrà un pacchetto lunghi nel quale è evidente il mix di esperienza e gioventù. «Il progetto della società mi sembra molto chiaro - spiega il 7 -. La squadra è più giovane e si è scelto di puntare su alcuni under che tuttavia, per l’esperienza che hanno già accumulato, possono essere considerati dei senior. Mi sembra quindi un gruppo molto ben ponderato, un gruppo che può far divertire e che grazie al lavoro può avere ampi margini di crescita. Quando c’è materiale su cui lavorare, i risultati prima o poi arrivano».

Chiumenti punta quindi sul gruppo, come del resto ha sempre fatto la società in questi anni. «La chimica è fondamentale e lo abbiamo dimostrato l’anno scorso. Una squadra composta di giocatori medi può arrivare a risultati inimmaginabili se trova l’affiatamento giusto».

Le avversarie sulla carta saranno quelle degli ultimi anni. Verona ad esempio, dopo avere accarezzato l’idea di passare in serie A a tavolino, ha costruito uno squadrone per la A2. Ma Chiumenti aggiunge: «Sulla carta Verona e Udine stanno costruendo squadre molto forti e Forlì sarà competitiva come sempre. Ma se ho capito una cosa in questi anni è che valutare le squadre a bocce ferme è sempre azzardato perché non è mai stato dimostrato che una formazione di giocatori fortissimi abbia vinto per forza. E questo rafforza il discorso che facevo prima: quando fai gruppo e la squadra è compatta, alla lunga fai la differenza».

Quella che non è cambiata, anzi forse è aumentata a causa della lunga pausa, è la voglia di ricominciare a giocare. «Sarà un campionato particolare - chiude Chiumenti -. Qualche segno si vedrà e ogni società affronterà le difficoltà a modo proprio, studiando una strategia particolare, perché i giocatori sono fermi da marzo. Per quanto riguarda noi, abbiamo una gran voglia di ricominciare dopo tanto tempo». (stefano pece)