Basket A2, che feeling tra Thomas e l'OraSì: "Conquistato da Ravenna e dai tifosi"
Stefano Pece
In una squadra che ha sempre preferito il gruppo alle primedonne, Charles Thomas è quello che più si avvicina al concetto di star. Non tanto per il personaggio, che fuori dal campo è piuttosto riservato, quanto invece per quello che fa sul parquet, riuscendo sempre a ricavare qualcosa dalla sue incursioni nelle aree avversarie. Con Ferrara 18 punti segnati, 5 rimbalzi, una palla rubata e 5 falli subiti. In altre parole c’è sempre il suo zampino nelle vittorie ottenute: «È un buonissimo inizio di stagione ma è ancora molto presto per dire a che punto siamo - commenta l’arciere nudo -. Credo che diverse squadre non abbiano ancora scoperto il proprio potenziale, ma sicuramente queste due vittorie sono fieno in cascina per il prosieguo della stagione».
L’unico neo di queste prime uscite stagionali sono i falli. A Forlì, al debutto, Thomas era uscito con 5 falli e un tecnico per proteste, con Ferrara invece ha saputo gestire meglio il problema, ma ha giocato lungamente gravato di 4 falli. Thomas la spiega così: «In preseason i contatti erano più blandi, adesso invece non si scherza più. Riguardo ai falli dovrò adeguarmi perché purtroppo non posso essere nella testa degli arbitri».
Chi invece si è innamorato in maniera incondizionata del suo gioco e delle sue magie è il pubblico di Ravenna, con il quale l’americano ha stabilito subito un gran feeling. Domenica scorsa, dopo l’incredibile canestro in step back del 69-65, l’americano ha voluto godersi gli applausi del suo pubblico percorrendo a passo lento tutto il lato lungo della tribuna dei tifosi di casa: «In quel frangente il pubblico era in delirio e ho voluto vivere quegli istanti fino in fondo - racconta Thomas -. È stato molto emozionante ed è stato bello vincerla in volata con il calore dei nostri tifosi a sospingerci. Sarebbe bello che queste sensazioni continuassero». Sulla propria vita privata invece Thomas appare più riservato, ma il suo viso dice tutto quando parla della nostalgia che prova per i suoi tre figli lontani: «Purtroppo gli orari coincidono poco - spiega -. Vivendo in America, loro vanno a scuola mentre io faccio allenamento e dormono quando io sono libero, quindi comunicare diventa complicato. Cerco di sentirli di più nel weekend, ma li potrò riabbracciare soltanto ad aprile che è ancora molto lontano. Ma è la vita che ho scelto e faccio questi sacrifici anche per il loro futuro».
A Ravenna però l’uomo Charles Thomas sembra avere trovato la giusta dimensione: «Ho sempre preferito le città piccole e a misura d’uomo alle metropoli affollate e con tanto traffico. A Ravenna c’è tutto e tutto è vicino. C’è la passione del pubblico, il mare e il cibo è fantastico. Adoro la pasta, la pizza e i gamberi. Spesso vado in centro città e, sfruttando le app, scelgo un ristorante sempre diverso dove andare a mangiare. In Italia il cibo è una garanzia dappertutto, non ho ancora assaggiato i cappelletti ma mi dicono essere buonissimi». Città a misura d’uomo, ambiente senza pressioni e compagni all’altezza. Sportivamente parlando Thomas non potrebbe chiedere di più in questo momento: «Anche il gruppo con il quale mi alleno è speciale: c’è energia e coesione. Ognuno ha il proprio ruolo e la sua personalità e tutti questi ingredienti si miscelano molto bene insieme. Se continueremo a lavorare in questo modo potremo toglierci delle belle soddisfazioni e potremo sorprendere». E il Basket Ravenna, sempre sensibile ai problemi sociali, ha trovato nell’americano un ambasciatore empatico e partecipe: «È una cosa che mi piace - conclude Charles -. Nelle precedenti esperienze in Italia non l’avevo mai fatto, ma in Israele ero andato spesso a trovare i ragazzi a cui la guerra aveva portato via un arto e aveva condizionato la vita. Venendo dal sud degli Stati Uniti conosco bene il disagio per cui mi sento molto partecipe quando posso fare qualcosa per i ragazzi più bisognosi».