Tre giornate sulla canzone antifascista con «Materiale Resistente 2.0»
E’ il 13 settembre 1931, a Firenze si inaugura lo stadio Giovanni Berta, fulgido esempio del razionalismo architettonico promosso dal regime fascista. In campo la Fiorentina affronta l’Admira Vienna, che batterà per 1-0. Tra i viola c’è anche un faentino, Bruno Neri, che durante la cerimonia rischiò di dare scandalo, tanto più se si considera che Giovanni Berta era considerato un martire squadrista, ucciso dai comunisti. Mentre il resto della squadra rivolgeva alle autorità il classico saluto fascista col braccio levato, Bruno Neri rimase infatti immobile con il suo braccio, in chiaro segno di protesta. Non è per caso che il calciatore-partigiano sia poi diventato un vero simbolo della Resistenza nel territorio faentino e non solo.
E non è per niente un caso che proprio a lui, l’eroico Bruno Neri, venga oggi dedicata la rassegna musicale «Materiale Resistente 2.0», organizzata dall’associazione Rumore di Fondo, che gestisce la Casa della Musica di Faenza, con il supporto dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e il patrocinio dei Comuni di Faenza, Brisighella e Casola Valsenio, oltre che con la collaborazione dell’Anpi di Faenza, Brisighella e Casola Valsenio, l’agenzia musicale Make a Dream, il settimanale Alias e il circuito degli artisti del Mei.
«Materiale Resistente 2.0» si articola in un trittico di eventi musicali ma punta a lasciare un segno concreto nel percorso musicale di questi anni, dato che nasce come bando - emesso nei mesi scorsi - che si riallaccia ad un’omonima raccolta di canzoni che nel 1995 celebrò i 50 anni della Liberazione. Ai partecipanti è stato chiesto di utilizzare nuovamente la musica come veicolo artistico per riaffermare i cardini ideali della Liberazione dal Nazifascismo e la figura di Bruno Neri è stata scelta come simbolo di quei valori e perenne monito.
Le tre tappe concertistiche di «Materiale Resistente 2.0» partiranno sabato 2 dicembre alle 17 al teatro Pedrini di Brisighella con il trio brisighellese dei Bella Ciao, seguiti da artisti selezionati per il contest come Mladen, cantautore genovese arrivato alle fasi finali del premio Lunezia, con la canzone Tetrablu, la cantautrice barese Laura Pizzarelli con il brano La Libertà, già finalista al premio Lauzi, e Gasparazzo, band folk-rock formatasi a Reggio Emilia nel 2003. Il loro nome rende omaggio al fumetto sull’operaio Gasparazzo, creato nel 1972 da Roberto Zamarin, con il progetto musicale «Esiste chi Resiste».
Si prosegue a Monte Battaglia domenica 3 dicembre, alle 15 a Casola Valsenio. Ad aprire sarà anche qui una band locale, i casolani Quarto Stato, cui seguiranno le canzoni Salva, del poeta e cantautore bresciano Jimmy Damasi, e Radioattiva, del gruppo pescarese Una Giornata Infausta. In chiusura è previsto il folk-rock dei marchigiani L’Armata Brancaleone, con il loro progetto «Gente Resistente», improntato proprio alla divulgazione di ideali come l’uguaglianza, l’antifascismo, i diritti civili e l’ambiente.
Domenica 17 dicembre, per il suo gran finale, «Materiale Resistente 2.0» approderà al teatro Masini di Faenza, a partire dalle 16, nella Giornata della Liberazione faentina. Per l’occasione salirà sul palco il cantautore fiorentino Giulio Wilson, vincitore del contest «Materiale Resistente 2.0» con il brano Mia Bella Ciao, già primo classificato nel festival Bologna Musica d’Autore indetto da Fonoprint; a Wilson andrà un premio realizzato ad hoc, in ricordo del partigiano-calciatore Bruno Neri. Ospite speciale dell’evento sarà il rapper Kento, notissimo nell’ambito dell’hip-hop, che per l’occasione presenterà due brani. La giornata sarà condotta e conclusa da Riccardo Tesi, uno dei più importanti e famosi artisti italiani di area folk, che porterà sul palcoscenico del Masini, insieme alla sua Banditaliana, una rielaborazione del famoso spettacolo «Bella Ciao», che nel 1964 venne presentato al festival di Spoleto dal Nuovo Canzoniere Italiano, lanciando di fatto la stagione della canzone «impegnata» che portava avanti i valori dell’antifascismo. Una storia che ha da insegnare ancora oggi.
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