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La stagione di prosa al Teatro Masini presenta un pezzo da 90 del teatro italiano come Gabriele Lavia in un testo di Dostoevskij Il sogno di un uomo ridicolo (27-29 ottobre, ore 21). Giunto all’età di 46 anni, il protagonista decide di suicidarsi, ma si addormenta davanti alla pistola carica. Inizia così un sogno che lo porta in un altro pianeta, simile alla Terra tranne che per l’animo dei suoi abitanti, puri, innocenti, e in quella purezza lui, per la prima volta, non viene additato come ridicolo. Ma il suo arrivo non è senza conseguenze... Lavia si è già confrontato con questo testo come dichiara: «La prima volta lo lessi a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore. Oggi è passata una vita e Il sogno è quasi un’ossessione. Ho scelto di rimetterlo in scena per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società».
Qual è la forza di questo testo?
«Il sogno è forse la più sconcertante opera di Dostoevskij. Lo scrittore, con una partecipazione sconvolgente e appassionata ci racconta come l’umanità si sia rovinata per sempre. E la coscienza che l’uomo non può vivere senza individualità significa che la condizione umana è senza via d’uscita».
Chi è ‘l’uomo ridicolo’?
«È un uomo del ‘sottosuolo’, cioè di quell’inferno sulla Terra abitato da dannati che vivono in cupa solitudine, indifferenza, livore, odio nei confronti degli altri. Essi si sottomettono alle pene di questo inferno come per una fatalità crudele e misteriosa, e, a un tempo, conservano gelosamente un lucido senso della colpa che li condanna a vivere un’esperienza carica di esaltazione frenetica e sofferente».
Perché è ‘ridicolo’?
«Perché a differenza degli altri dannati quest’uomo ha scoperto il segreto della bellezza e della felicità, il segreto per ‘rimettere tutto a posto’. ‘Ama gli altri come te stesso’ è una vecchia Verità che non ha mai attecchito’. E appunto nell’assurda proposta d’amore per il prossimo si trova tutta la sua ‘ridicolaggine’. Ma, attenzione, quest’uomo ridicolo nel raccontare, nel ‘predicare’ la ‘vecchia verità’ trova il senso più profondo e l’unico scopo possibile della vita: mostrare la via di salvezza agli uomini, pur sapendo che non vi è possibilità di riuscita e di vittoria».
Incontro con gli artisti al Ridotto del Teatro Masini sabato 28 ottobre ore 18.
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