Federico Savini
«L’11 agosto ho saputo di essere in finale e due settimane dopo ero a cantante sul palco, davanti alle telecamere della Rai. Un’esperienza del genere, ricca di stimoli e occasioni di crescita, la vedo come tappa importantissima per la mia crescita musicale. E mi fa capire su cosa lavorare per il futuro». Giulia Toschi è proiettata nel futuro e non si siede sugli allori. E dire che forse un po’ potrebbe pure permetterselo, dato che la sedicenne faentina sabato 26 agosto ha cantato davanti alle telecamere di RaiUno, in diretta nazionale, come la concorrente più giovane tra i finalisti del festival delle Voci Nuove di Castrocaro. A Giulia è toccato il secondo «duello», contro il 29enne cremonese Vito Romanazzi, che ha convinto di più i giudici rispetto all’esibizione di Giulia, impegnata in una difficile cover di Fiordaliso, Non voglio mica la luna. L’eliminazione non le ha purtroppo permesso di presentare sul palco il suo brano inedito, ma una finale di Castrocaro a 16 anni resta un risultato a dir poco maiuscolo, e soprattutto Giulia Toschi – nome ormai conosciuto nell’ambito delle manifestazioni musicali e canone non solo del nostro territorio - lo vede come tappa di un percorso, non certo come punto d’arrivo.
«In quattro giorni a Castrocaro e in una settimana passata in studio di registrazione ho imparato tantissimo, è stato una specie di Master – dice Giulia, ancora un po’ emozionata ma piuttosto sicura dei suoi mezzi e di ciò che vuole -. Mi sono anche divertita molto, ero la più giovane e quasi una mascotte per il gruppo dei finalisti. Mi spiace, ovviamente, non aver cantato il mio inedito sul palco, ma lo sto comunque promuovendo (venerdì 1 ad esempio canterà a Le Gazelle, a Pinarella, nda) e quello è il mio obiettivo in questo momento».
La canzone, I colori della magia, è comunque uscita e circola nei media.
«Sì, il video è su youtube da diversi giorni, a breve sarà su Spotify e anche nella compilation del festival di Castrocaro. L’ha scritta e arrangiata il maestro Gabriele Bertozzi, che conosco ormai da anni. Dovendo cantarla, naturalmente ho dato anch’io il mio contributo, come primo inedito è un mio biglietto da visita, deve esserci “del mio”, diciamo».
A proposito di Bertozzi, sei vicina al Pavone d’Oro, che hai anche vinto, studi piano jazz alla Sarti e anche recitazione. Faenza offre molto a una cantante?
«Secondo me sì, mi ritengo fortunata a vivere in una città che ama la musica e sostiene i suoi artisti. E’ anche la terra di Laura Pausini, non certo ostile alla musica! Studio canto con Bertozzi, pianoforte alla scuola Sarti, che è una vera eccellenza, e poi faccio anche corsi di teoria e armonia, oltre a quelli di recitazione, che mi permettono di cimentarmi anche con il musical. Mi piace ogni aspetto della musica, vorrei avere una formazione più completa possibile».
Tornando a Castrocaro, che effetto fanno le telecamere?
«Un effetto strano, perché la platea è di 300 persone, quindi neanche troppo numerosa, ma le telecamere ti girano attorno e tu sai che dietro di loro c’è un milione di persone che ti guardano e magari anche ti giudicano. E’ un’emozione forte, è sicuro. Quello di Castrocaro è un bell’ambiente, avevo vinto il concorso under 15 delle Vocine d’Oro nel 2015 e poi ho riprovato, arrivando in semifinale l’anno scorso e in finale quest’anno».
La canzone di Fiordaliso non era certo tra le più semplici. Che ne pensi?
«Fiordaliso è una grande cantante e un’interprete molto personale, anche per questo non è facile cantare le sue canzoni, tanto più se non la si vuole imitare, e io non lo volevo di sicuro. Quindi era difficile, è vero, ma era anche una sfida. Io sono qui soprattutto per crescere e ho sicuramente l’età giusta per accettarle le sfide. Bene così, insomma».