Faenza, palestre e centri benessere alle prese con le difficoltà, cambiamo stili e offerte per non chiudere

Faenza | 19 Febbraio 2021 Cronaca
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Riccardo Isola - «Il 2020 e questi primi mesi del 2021 stanno mettendo a dura prova la tenuta delle nostre strutture. Troppi e repentini cambi di stato, troppo lunghe le chiusure e nessun concreto abbassamento delle tasse mettendo a repentaglio la sopravvivenza delle aziende» è unanime il commento che arriva da palestre private, centri benessere e spa di Faenza nel fotografare cosa stia comportando, per loro, questa pandemia che di fatto è a un passo dal compiere un anno. 

PALESTRE SEMPRE PIU’ ONLINE
Il mondo dello sport in palestra ha sofferto e sta soffrendo parecchio delle chiusure reiterate e prolungatesi da ormai «da troppo tempo. Oggi la palestra, l’allenamento e il fitness in senso generale si è spostato online. Purtroppo la pandemia ha fatto migrare il lavoro che quotidianamente facevano in spazi fisici in relazioni virtuali. Un bene o un male non saprei dirlo - afferma Emanuele Di Vaio della palestra New Gimn - sta di fatto che questo è quanto ci troviamo  a vivere. Se da una parte i social aiutano e l’abbattimento delle barriere fisico-spaziali vengono superate dalla connessione della rete, basti pensare che noi oggi lavoriamo con clienti da ogni parte d’Italia grazie a piattaforme dedicate, dall’altra le incertezze sul futuro sono tantissime. Abbiamo avuto feedback che alla riapertura i nostri clienti non torneranno in palestra ma continueranno a utilizzare internet. Non sarà semplice». Tra imposizioni sanitarie, necessità di riaggiornamento dei registri dell’offerta dei servizi, mantenimento di bassi livelli di indebitamento, la situazione è tutt’altro che rosea. «La scommessa, non certo facile - rimarca con una certa dose di preoccupazione Di Vaio - è proprio questa. Come sapranno, le palestre come luoghi fisici, essere in grado di rispondere alle esigenze della clientela che in questi mesi sono cambiate radicalmente?».
Anche per Mattia Lucatini della palestra Form la situazione «è drammatica e triste. Qualcosa all’aperto riusciamo a fare ma non è comparabile con la situazione pre Covid. Siamo chiusi da ottobre scorso e, seppur abbiamo seguito e aggiornato tutti i protocolli sanitari normativi, dalla sanificazione al contingentamento, non è servito a nulla. Chiusi eravamo e chiusi siamo. Riprendere non sarà per nulla semplice. Le consuetudini che il Covid, dal punto di vista dell’allenamento, ha imposto vedono sempre di piùà la preferenza di una domanda individuale che le piccole realtà non sempre riescono a poter rispondere in modo efficace. Soprattutto dal punto di vista della sostenibilità economica. Come potremmo mai competere - conclude Lucatini - con offerte di servizi a 9 euro su internet quando noi abbiamo spazi, attrezzature, personale e tasse da dove pagare ogni mese, magari, per ora, con ritardi e inadeguati ristori?». Senza contare, e questo lo dicono un po’ tutti i gestori delle palestre «che quando si riaprirà, e non crediamo sarà ai primi di marzo come qualcuno ci dice, lavoreremo almeno per sei mesi senza incassare nulla visto che abbiamo dovuto, ovviamente, congelare gli abbonamenti che erano stati sottoscritti e quindi saranno da scalare temporalmente ai clienti. Andremo e potenzieremo sempre di più anche noi - aggiungono un po’ tutti - online, ma non potrà essere questa la risposta per il settore, sono troppe le esigenze e le richieste».

IL BENESSERE NON STA BENE
«Non possiamo dirci soddisfatti dell’anno appena chiuso ma anzi siamo preoccupati per la traiettoria che sta prendendo questo perpetuarsi della pandemia». Così Cristina, responsabile del Private Luxury Spa nel commentare «un anno che sicuramente ha portato cambiamenti enormi nell’organizzazione del nostro lavoro. Chiusi in modo completo lo siamo stati dal 9 marzo al 12 giugno 2020, poi, essendo anche centro estetico il secondo lockdown non ci ha imposto di rimanere fermi. La situazione è comunque cambiata drasticamente. Investimenti importanti nella sanificazione - prosegue la responsabile - contingentamento degli ingressi, riduzione del movimento tra territori e quindi minor clientela hanno portato a un drastico ridimensionamento del fatturato. Noi andiamo avanti ma la situazione è veramente dura e difficile. Dai tre anni in cui la gestione del centro è seguita da noi - conclude - una situazione di questa portata non l’avevamo mai vista». Stessa situazione, ovviamente in senso negativo, è quella registrata da uno dei centri più conosciuti e apprezzati in città: Driadi Fitness & Beauty. Dislocato sopra la piscina comunale, il centro unisce palestra, centro benessere e centro estetico. Un’eterogeneità d’offerta che però «ha risentito in maniera assolutamemente trasversale in tutti i comparti da questa pandemia. Se per il settore fitness e palestra - spiega il titolare Davide Morara - il fatturato si è ridotto del 70%, sugli altri la situazione non è differente. Anzi peggio la Spa che di fatto è chiusa dal marzo scorso, mentre il centro estetico è forse l’unico che si salva anche se la diminuzione, causa soprattutto l’impossibilità di raggiungere Faenza dai paesi vicini, ha influito sugli ingressi». Per Morara «il problema sarà la ripartenza. Oggi con la palestra abbiamo la possibilità di utilizzare gli spazi esterni sottostanti della piscina, anch’essa chiusa, e quindi qualcosa riusciamo a fare, ma non basta per poter sopravvivere. Senza contare - conclude - che quando si riaprirà avremo tutti gli abbonamenti da dover prolungare con presenze magari crescenti ma senza entrate economiche. E’ un disastro, e non è certo per voler fare vittimismo o piangersi addosso».
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E chi puo' permettersi tanto tempo e tante spese? Non persone di medio livello, e' sempre complicato sbarcare il lunario.
Commenta news 27/04/2021 - Giorgio
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