Donato D’Antonio della scuola Sarti introduce il decennale di «Fiato al Brasile»

Faenza | 07 Febbraio 2022 Cultura
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Federico Savini
«Il programma completo della decima edizione di «Fiato al Brasile» verrà illustrato proprio in occasione del concerto inaugurale, che sarà un evento speciali per molti versi. Anzitutto perché tributeremo un gigante: Ennio Morricone. Uno che non ha a che fare specificamente col Brasile per un motivo molto semplice: perché ha a che fare con tutti, è stato un riferimento per i musicisti di tutto il mondo». Il decennale di cui parla Donato D’Antonio, direttore della scuola Sarti di Faenza, arriva in realtà nell’undicesimo anno di vita dello scambio culturale ideato a suo tempo dal sassofonista Silvio Zalambani e tuttora portato avanti, anche con le difficoltà della pandemia (quelle che hanno portato a celebrare il decennale con un anno di ritardo), dall’attivissima scuola musicale faentina, che proprio in questo originale e fortunato progetto ha uno dei suoi fiori all’occhiello.
Lunedì 7 febbraio l’omaggio a Morricone che aprirà il decennale di «Fiato al Brasile» fa parte del cartellone «maggiore» della stagione di Erf Winter, e porterà ad esibirsi alle 21 al teatro Masini di Faenza l’orchestra Fab, diretta da Jacopo Rivani ma anche dagli ospiti brasiliani Cristina Emboaba e Josè Gustavo Julião de Camargo, docenti del Departamento de Música della scuola Usp di Ribeirão Preto che appunto da 11 anni «si gemella» con la Sarti a Faenza mescolando gli studenti. «In questo primo concerto non ci saranno studenti di Florianopolis - spiega Donato D’Antonio -, perché al momento ci sono parecchie difficoltà e quarantene preventive per chi arriva dal Sudamerica. In seguito, però, abbiamo in progetto di avere gli studenti a Faenza, come accadeva in passato».
Il progetto ha infatti una cospicua parte definibile come un gemellaggio tour court, che negli anni ha visto decine di famiglie faentine ospitare per settimane studenti brasiliani e viceversa, dato che in condizioni normali il festival prevede un’edizione invernale, in febbraio, a Faenza, mentre in agosto docenti e studenti della Sarti volano (o comunque volavano in Brasile) per alcuni concerti e molte lezioni di approfondimento nella municipalità paulistana di Ribeirão Preto. La pandemia, naturalmente, ha colpito anche «Fiato al Brasile», come pressoché tutte le iniziative culturali. «L’anno scorso è stata fatta un’edizione on-line, con i comprensibili limiti e le difficoltà del caso - spiega D’Antonio -. Però è stato un segnale chiaro di quanto il festival sia sentito, oltre che un modo per mantenere la continuità di un evento preziosissimo, probabilmente unico sul nostro territorio e oltre. Sempre l’anno scorso, in estate a Faenza in piazza Nenni c’è stato il concerto di un autentico, giovane gigante della chitarra come Yamandu Costa, probabilmente il concerto più importante della nostra rassegna, che poi era incluso nell’Emilia Romagna Festival. Ma anche il concerto del 7 febbraio su Morricone è un evento. Dobbiamo ricordare che la Sarti è pur sempre una scuola di musica e benché in programma ci siano le composizioni più note del maestro romano non si tratta di un concerto semplice o di poco conto. E sul palco, insieme ad alcuni docenti, ci saranno molti nostri studenti. In ultimo - conclude D’Antonio -, non è secondario il fatto che questo festival, al di là del particolare caso morriconiano, di norma promuove non solo la musica brasiliana, ma quella classica nata in quel Paese. Un filone quindi ancora meno conosciuto, ma preziosissimo, della storia musicale di una terra ricca di tradizioni e anche di rielaborazioni colte della materia musicale, che da quelle parti ha un valore identitario fortissimo».
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