Brisighella, Manetti dal 1997 versa in calice quel racconto autentico di «Vigne San Lorenzo»

Riccardo Isola - Era il 1997 quando Filippo Manetti, a 27 anni, inizia a coltivare e produrre olio e vino biologici sulle colline di Brisighella. Nasce da qui, a piccoli passi, Vigne di San Lorenzo. Oggi a distanza di quasi trent’anni la passione e la dedizione per questo dialogo quotidiano con quello che Soldati chiamava la «poesia della terra», il vino, non è stato interrotto. Anzi. E’ solamente cambiato, intensificandosi nella sua capacità di esprimersi e farsi riconoscere. Un racconto che nasce sulle marnee-arenacee e che si traduce in un romanzo di sorso che parla di autenticità, rispetto e territorio. E che viene apprezzato sempre di più anche all’estero. Soprattutto «mi ritengo un artigiano della vigna e della cantina - conferma lo stesso Manetti - che dalla vigna alla cantina si sporca le mani quotidianamente. Il mio progetto, fin dal suo nascere, è semplice. Voglio riuscire a fare vini che rispecchino vitigno, territorio e annata». Un modus operandi e di pensiero che vede Vigne San Lorenzo essere, oltre che biologica, una cantina che cerca «senza estremismi» di far parlare quella triade e che sappia «produrre sorsi che ogni anno siano la fotografia, per quanto possibile equilibrata, di un buon gusto che si serve attraverso una tecnica agronomica ed enologica che però non sia super interventista e snaturalizzante delle personalità che emergono in ogni annata. Su quello che però non transigo è l’approccio biologico, quello è per me l’unico modo di fare un prodotto che rispecchi appieno la mia idea di vino». Acciaio, cemento, legno, ceramica sono i contenitori che accompagnano il racconto sfaccettato di questo Appennino che scorre su quel limite geologico che caratterizza due importanti sottozone della Romagna: Brisighella e Modigliana. Dalle 300 bottiglie dell’annata 1998 alle attuali 20/25mila, di vendemmie ne sono passate diverse. «Per il trentennale - ricorda Manetti - vogliamo festeggiare il traguardo con l’inaugurazione ufficiale della nuova avventura che caratterizza Vigne San Lorenzo. In primis il compleanno delle tre decadi, ma con un cambio ‘relativo’ di territorio visto che siamo passati da Campiume a Montesiepe, precisamente nel podere di Oliveta, e in seconda istanza con l’inaugurazione della struttura ricettiva a scopi turistici, dove comunque vivrò anche io, soprattutto di e per enoturismo che nel nuovo podere stiamo realizzando». Per dare ancora più forza e sostanza all’idea promozionale di Manetti come viticoltore, l’ideatore e fondatore di Vigne San Lorenzo è stato tra i primi aderenti all’associazione «Brisighella Anima dei Tre colli». Un progetto, arrivato al suo terzo compleanno, «sul quale credo molto. Un’idea - sottolinea il viticoltore - che credo sia un modo corale efficace di far parlare il territorio di Brisighella, declinato nel suo vitigno regale, l’Albana, seppur con le interpretazioni figlie dei tre terreni che costituiscono l’areale (maree-arenacee, gesso, argilla) e le stilistiche di ogni singolo vignaiolo, in modo concreto. E’ consapevolezza diffusa - aggiunge - che sarà un percorso non immediato per quanto concerne l’attestazione generale, i cui risultati non arriveranno subito, ma che allo stesso tempo potrà dare una spinta a quell’anima bianchista che la Romagna collinare ha e potrà avere sempre di più, anche in funzione di un cambiamento climatico (e di gusto) che inevitabilmente sta sparigliando le carte in tavola. Basti pensare - prosegue - che proprio recentemente ho piantato alcuni filari di Sauvignon blanc, una piccola parcella, ma per attestare, in punta di calice, questa nostra considerazione generale e generativa». Quelli che nascono all’omba di Monte Siepe sono così vini felici, solari e luminosi. Sicuramente non banali, per qualcuno potrebbero non essere immediati, ma rappresentano sorsi concreti che parlano di origini precise e rispettate. Sono sorsi che raccontano un approccio che uniscono umanità e natura, e che si declinano in sfumatire che dal giallo paglierino (Trebbiano) virano su sfumature più dorate (Albana) e orange fino ad arrivare alle fiere, schiette e dirette pennellate di rosso porpureo e rubino del Sangiovese. «Vigne San Lorenzo - ci tiene a rimarcare in conclusione il vignaiolo brisighellese - è la rappresentazione liquida, nelle versioni dei vini che produciamo, del rispetto per la terra. Quel rispetto che deve essere lo scopo primario dell’agricoltura. Gli ultimi fatti meteorologici che hanno colpito anche e soprattutto la Romagna, compreso Brisighella, ne attestano l’esigenza e l’emergenza». Per questo «anche se nel nostro piccolo siamo solo ed esclusivamente custodi del territorio e di passaggio, serve su tutto il avoro quotidiano il Rispetto».
Le referenze enoiche della cantina e gli oli Evo prodotti
Sono a oggi dieci i vini prodotti da Vigne San Lorenzo suddivise in due linee: quella storica e la più nuova Anam. Tre sono figli del Trebbiano precisamente il «Montesipee», il «Montesiepe Orange» e il «Campaglione». Una versione di Albana, il «Gea» e due versioni in rosso il «San Lorenzo» un blend di Cabernet, Sauvignon e Merlot (in fase di conclusione di produzione e commercializzazione) e il «Campaglione rosso» un Sangiovese in purezza ottenuto da una fermentazione spontanea con lieviti indigeni in acciaio e cemento con 15-20 giorni di macerazione sulle bucce per poi passare all’affinamento tra acciaio, cemento e legno. La linea Anam, prevede un Trebbiano da vecchie vigne affinato in acciaio e cemento con fermentazione spontanea e cinque giorni di macerazione sulle bucce, un’Albana in acciaio con fermentazione spontanea con lieviti indigeni in anfora georgiana con 30 giorni di macerazione sulle bucce, questa versione rientra nell’impostazione Orange, l’Anam Rosato, da Sangiovese, ottenuto da una fermentazione spontanea con lieviti indigeni in acciaio da mosto ottenuto con pressatura soffice e Anam Rosso ottenuto dopo una fermentazione spontanea con lieviti indigeni in acciaio e cemento con 30 giorni di macerazione sulle bucce e affinamento anche in legno. Inoltre per quanto concerne la produzione di Olio Evo, San Lorenzo produce tre tipologie, di cui buona parte delle olive proviene da quasi 600 olivi secolari, di varietà Ghiacciolo e Nostrana di Brisighella, si trovano in un’area collinare attorno ai 350 m di altitudine. La prima è il «Montespiepe» da monocultivar di Nostrana, la seconda è «Campiume» composta da un blend di Nostrana, Ghiacciolo, Frantoio, Leccino e Correggiolo e la terza, la top di gamma, ottenuta da Ghiacciolo e Nostrana in parti uguali.