Alberto Grilli del Teatro «Due Mondi» tra il Montenegro, la Germania e il crowdfunding

Faenza | 29 Luglio 2017 Appuntamenti
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«Tra vecchi e nuovi progetti, abbiamo sempre realizzato spettacoli che potessero andare in scena all’estero, molto coreografici e poco parlati, con il testo traducibile e grande importanza rivestita dalla musica. Il mondo lo esplori davvero se frequenti le strade e non è un caso che il teatro di strada si presti molto bene a questi spettacoli internazionali». Alberto Grilli del Teatro Due Mondi è alla viglia di una trasferta importante e già pensa alla successiva. La storica compagnia faentina è infatti nel Montenegro, dove prede parte al festival InArt, dedicato al teatro di strada, con due rappresentazioni a Tivat (lo scorso giovedì 27) e a Podgorica (sabato 29, alle 21 in piazza dell’Indipendenza.
«A Tivat abbiamo portato in scena Carosello, uno spettacolo festoso che mescola musica, teatro e cabaret tra ritmi e lingue, maschere e trampoli, ed è però dedicato al tema dell’accoglienza – spiega Alberto Grilli -. A Podgorica porteremo invece in scena Fiesta, che facciamo da 24 anni, con suggestioni sudamericane e quant’altro. Sono spettacoli coinvolgenti e adatti a tutti. Nel teatro di strada si deve parlare a tutti il pubblico, più e meno preparato e più e meno adulto».
E’ la prima volta a questo festival?
«Sì, è un appuntamento molto importante anche se esiste solo da pochi anni. Nella ex Jugoslavia il teatro ha una tradizione, specie a Belgrado, ed è sempre stato seguito e praticato. Però quello di strada ha avuto immaginabili problemi con la censura del regime, che non potendolo controllare come si fa in una sala chiusa ha concesso molto poco spazio a questa forma espressiva, che infatti era quasi sparita da queste terre».
In quelle zone si percepisce un ruolo particolarmente concreto per il teatro?
«Di sicuro c’è fermento per quello di strada, perché per loro è qualcosa di nuovo, per i motivi che dicevo, da una decina d’anni c’è grande fermento. Più in generale l’idea di condividere l’arte in modo comunitario non è scontata in quei paesi e l’interesse ne è la conseguenza. Eravamo in Serbia due anni fa, con un progetto regionale dedicato ai ragazzi, e l’abbiamo toccato con mano. Così come abbiamo trovato un pubblico molto giovane per il teatro, assai più che in Italia, e anche la solidità della preparazione teatrale che deriva dalla scuola sovietica.
Inoltre lavorate a «I nove comandamenti. Spettacolo diabolico sul Dio Denaro», al debutto il 9 settembre a Bielefeld, in Germania. Per realizzarlo avete attivato una campagna Crowdfunding. E’ molto complesso?
«Sì, a partire dalla tecnologia, perché sarà molto musicale, con pochi testi traducibili ma soprattutto ci saranno proiezioni video, tanti costumi e un palco piuttosto imponente, una struttura elevata che renda visibili gli attori anche da una vasta platea in piedi. Lo spettacolo è infatti pensato per una piazza, non sarà itinerante come quelli che portiamo in Montenegro e tutte queste novità per noi sono un modo per proseguire la nostra ricerca sulle forme teatrali».
Di che parla?
«Ci ispiriamo alla parabole biblica del Vitello d’Oro. Ci sarà proprio un predicatore, contornato da diavoli/manager, che enuncerà i Nove Comandamenti di questa società, avida, sfrenaat ed edonista. Una divinità che fa dimenticare gli altri valori che apparterrebbero all’uomo, insomma. Come contraltare ci sono alcuni vecchi, portatori di altri valori e testimoni di un modo di vivere più lento e armonioso con la terra, la natura e la famiglia». (f.sav.)
 
Ci sono ancora una quarantina di giorni per sostenere economicamente la realizzazione del nuovo spettacolo del Teatro Due Mondi, mancano circa 8mila euro dei 10mila necessari. Le informazioni sul crowdfunding si trovano sulla piattaforma Produzioni Dal Basso, all’indirizzo www.produzionidalbasso.com/project/i-nove-comandamenti-lo-spettacolo-diabolico-sul-dio-denaro/.
 
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