A Castel Raniero «Musica nelle aie» tra gusto, natura e tradizione

Faenza | 12 Maggio 2017 Cultura
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Federico Savini
«Il primo grazie, che bisogna ribadire ogni anno, è quello agli abitanti di Castel Raniero che aprono i giardini e le aie, ospitando anche i musicisti. E’ un atto di generosità e di amore per questo territorio tutt’altro che scontato, e come minimo chi lo fa merita il rispetto, in primis degli avventori di Musica nelle Aie». Precisazione doverosa, questa di Matteo Cortesi, presidente dell’associazione di promozione sociale Castel Raniero, indaffaratissimo in questi giorni per la grande festa del folk e della collina faentina, partita giovedì 11 e pronta a culminare nella lunga giornata di domenica 14, con tanti eventi per tutto il fine settimana. Che il paesaggio sia elemento centrale di Musica nelle Aie (insieme alla gastronomia, alla musica e più in generale alla cultura tradizionale) è cosa nota, tanto più se si considera che «a Castel Raniero viene gente a passeggiare tutto l’anno, anche di sera e in inverno – dice Pietro “Quinzan” Bandini, uno dei direttori artistici del festival -. La nostra collina viene vissuta quasi come un parco, un giardino vicino alla città». E questo, naturalmente, giunge al culmine proprio durante Musica nelle Aie.

L’EDIZIONE
Fino a domenica Castel Raniero tornerà ad animarsi per un evento musicale e di comunità che probabilmente non ha eguali in Italia, una festa che quest’anno celebra due anniversari. «Di fatto è la 40ª edizione – dice Matteo Cortesi -, e infatti venerdì 12, nel pomeriggio, si correrà la 40ª podistica. La nuova formula della festa, legata alla musica folk e alla riscoperta della cultura tradizionale, è invece in piedi da 15 anni, con successo crescente, tanto che i volontari che lavorano con noi in queste quattro giornate sono più di 250. E’ coinvolta la nostra comunità ma sono con noi amici dai paesi vicini, dalle parrocchie di Errano, San Ruffillo, Borgo Durbecco e dai rioni faentini».

LA MUSICA
Ingrediente fondamentale fin dal nome della manifestazione, la musica sarà come sempre centrale a Castel Raniero per tre giorni. Venerdì 12 sul palco suoneranno alle 20 gli Sleego, faentini alle prese con un’originale e virtuosa declinazione della musica celtica, che l’anno scorso – in concorso – sorpresero tante persone. Dopo di loro sarà la volta de La Tresca. «Sono amici di vecchia data – dice Pietro Bandini -, vengono dalla Tuscia, fanno musica influenzata da quella tradizione ma in una chiave combat-folk che ci piace molto. Suonarono al nostro concorso dieci anni fa e li ricordano ancora in molti, tanto che in Romagna vengono spesso in concerto, invitati da chi li vide allora».
Sabato 13.. ritornerà l’aperitivo tra le vigne, alle 18, con i locali Daran e la loro musica dai tratti irlandesi, dopo di che, sul palco principale, toccherà agli Orsi, autori di un folk strumentale raffinato e assai contaminato, imprevedibile e non lontano da compositori francesi come Pascal Comelade e Yann Tiersen, già premiati fra gli «autori» al festival del 2016.
A seguire c’è grande attesa per il concerto dei Lou Dalfin, per la prima volta a Castel Raniero. «Sono gli ambasciatori del folk occitano – spiega Aldo Foschini, altro direttore artistico del festival -, una formazione storica e potente, che da 35 anni sventola il vessillo del folk e ha contribuito al rilancio della musica tradizionale in Italia, in una chiave più moderna. E’ piuttosto raro vederli lontano dal Piemonte, in genere quando lo fanno si esibiscono all’estero».
Domenica 14 la chiusura al traffico della via Castel Raniero sarà alle 11 (vedi box) e alle 13.30 ventuno gruppi folk da tutta l’Italia prenderanno a suonare nei sentieri e nelle aie, fino alle 18 (anche qui vedi box). Alle 18.30 sotto al palco centrale si potrà danzare con i balli staccati della tradizione romagnola interpretati dal Duo Trabadell, mentre alle 21 arriverà sul palco il coloratissimo tornado degli Extraliscio, ossia Moreno «Il biondo» Conficconi e Mirco Mariani con la loro miscela esplosiva e futuribile di liscio rivisitato, valzer elettrici e malinconie da spiaggia.

LA CUCINA
Sono 130 le persone che lavorano nel grande stand gastronomico nel campo sportivo. Ogni sera saranno disponibili i piatti unici (onnivoro, vegetariano e per celiaci, confezionato dal laboratorio Massimo Gusto di Faenza), ma ovviamente lo stand serve anche tante portate singole, tra cui le novità della vellutata di ceci e della zuppa di cipolla. Inoltre, ogni sera c’è una specialità, venerdì 12 lo stinco di maiale e sabato 13 le uova con pancetta. Singolare anche il «Pinzimanio», cioè il pinzimonio a mano, da asporto.

NATURA E CULTURA
«L’impegno sul fronte della musica folk è importante – aggiunge Matteo Cortesi -, mantiene la memoria della nostra storia, e la festa offre tanti appuntamenti culturali» A cominciare dalla mostra che inaugura venerdì 12 alle 18 a Villa Orestina: «Il Pino protagonista nel paesaggio romagnolo», con opere di artisti romagnoli del Novecento e contemporanei, con la presentazione di Antonio Castronuovo ed Enrico Vagnini. L’evento è a cura di Carta Bianca, Amici dell’Arte e associazione A.Dolcini. Il pino romagnolo sarà al centro delle visite guidate che si susseguiranno il sabato e la domenica: il primo giorno nei boschetti con le Guardie Ecologiche Volontarie e alle 10.30 della domenica con la Pro Loco di Faenza, che approfondirà «Il verde reale della colonia e il pino».
Sabato 13, alle 15.30 a Villa Orestina la musica sarà al centro della presentazione del libro del conduttore e cultore della musica romagnola Gianni Siroli dedicato a Castellina.  Infine, sempre a Villa Orestina nella mattina di domenica 14 si terranno lo stage di pizzica degli Amici della Tamorra e la scuola di cucina de Il lavoro dei contadini.

L’IMPEGNO
«Anche quest’anno l’ingresso al Folk Festival è a offerta libera – spiega Matteo Cortesi - e gli introiti andranno all’Ami, un’associazione molto seria che provvede all’assistenza medica in Tanzania, e ai progetti della parrocchia di Castel Raniero. L’anno scorso abbiamo acquistato due defibrillatori, uno rimasto in parrocchia e l’altro donato una settimana fa alla Croce Rossa di Faenza. Inoltre quest’anno – conclude il presidente dell’associazione - , aderiamo al Banco Alimentare, che promuove la riduzione degli sprechi distribuendo contenitori all’ingresso, nei quali gli avventori potranno riporre il cibo non consumato durante la giornata».
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