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Treni, i Comitati sul quadruplicamento Bo-Ra sono netti: «Siamo contrari, anche se i tempi di presentazione del progetto si allungano, non demordiamo»

Emilia Romagna | 28 Febbraio 2025 Cronaca
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Riccardo Isola - Si rimane in attesa, con grandi punti interrogativi aperti su tempistiche, soluzioni e progettualità definitive, riguardanti il progetto di potenziamento della linea ferroviaria che dal capoluogo emiliano romagnolo dovrebbe arrivare a Ravenna passando per il nodo, della discordia, di Solarolo. Si era paventata la data di fine febbraio come termine di presentazione, da parte di Ferrovie, del progetto post osservazioni, ma le voci di un possibile quanto inevitabile slittamento in avanti si fanno concrete e molto possibili. Intanto cittadini e istituzioni comunali affilano le armi dichiarandosi perplessi, contrari e molto preoccupati per il futuro assetto di un progetto che avrà un impatto imponente sul territorio.

SITUAZIONE PROGETTO
Al di là della scelta presa, di cui si aspettano gli esiti, si parla comunque di nuove linee su ferro con uno sviluppo complessivo di diverse decine di chilometri, con viadotti alti fino a 18 metri, che attraverseranno la pianura a nord della via Emilia tagliando poderi, campi e proprietà di diversa natura. C’è ancora grande incertezza, comunque, sulle tempistiche e sulle modalità scelte da parte di Rfi nella presentazione del progetto finale per il quadruplicamento della linea ferroviaria che da Bologna arriverà fino a Ravenna. C’è incertezza perché di osservazioni, il cui termine per le presentazioni è scaduto a fine gennaio, ce ne sono tante, sia da parte istituzionale, cioè dei Comuni interessati dal mega progetto da oltre 3,5 miliardi di euro di investimento, sia dei cittadini, raggruppatisi nel corso dei mesi in diversi comitati spontanei. I più strutturati sono quattro e vanno da Ozzano a Solarolo, passando per Castel San Pietro e Imola, ma a cui se ne aggiungono altri che però non hanno voluto, fino a ora, entrare a far parte in modo strutturale. Stando ai progetti presentati gli scenari sono tre. Tutti a nord dell’attuale linea ferroviaria. In tutti i casi, più o meno all’altezzadi Castel San Pietro troverebbero confluenze in un unico tracciato fino allo snodo presente all’altezza del territorio di Solarolo. Snodo che ha visto nascere, sul territorio, una schiera di voci contrarie a quello che viene, ine strema sintesi, definito come «il boia definitivo per la comunità».

LA POSIZIONE DEI COMITATI
Il «super comitato» contro la realizzazione del quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna-Ravenna, composto dall’imolese Noviadotto (Imola), Alta Velocità (Solarolo), Alta Velocità Fonti di Colunga (San Lazzaro) e Comitato Cittadino (Castel San Pietro) prosegue nella sua estenuante lotta contro quello che a tutti gli effetti viene definito come «un progetto sbagliato, impattante e non capace di dare risposte concrete al transito su ferro di merci e persone». Al di là di posizioni contrastanti interne all’organizzazione civica di Solarolo, il coordinatore imolese Martignani continua nella sua battaglia contro quello che lo stesso definisce «un obbrobrio che non serve, nel medio e lungo periodo, a risolvere i veri e futuri problemi del traffico merci e passeggeri su treno». Un obbrobrio «perché prevede una soluzione tampone che non guarda gli assetti di una logistica e interrelazione su rotaia di calibratura non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. Ci riferiamo – spiega lo stesso – della cosiddetta Dorsale Adriatica che da Taranto raggiunge, su ferro, Trieste interconnettendo tutti i maggiori porti italiani per poi continuare nel nord Europa. Questa – prosegue - è la vera e unica risposta per rendere efficiente una linea ferroviaria che separi il traffico dell’Alta velocità (quella dei passeggeri) con quella dell’Alta capacità (merci) in modo efficace». Ma non solo. Per Martignani «se proprio si vuole proseguire in questo scempio allora si adotti una soluzione che abbia il minimo impatto. Nelle nostre osservazioni abbiamo fatto presente a più riprese come il tratto che interessa la parte del territorio imolese-castellano-solarolese sia interrato attraverso tunnel. Una soluzione che sappiamo potrà essere più dispendiosa in termini economici ma - chiosa - invece che un mostruoso viadotto almeno potrebbe essere meno invasiva e invadente. Rimaniamo - chiude il coordinatore - comuqnue fortemente contrari alle ipotesi fin qui presentate».

LE ISTITUZIONI
Parallelamente dai Comuni  di Castel Bolognese, Solarolo arrivano dichiarazioni che ipotizzano «l’impossibilità che entro la fine di febbraio possano arrivare le decisioni definitive del tracciato da parte di Rfi». Lo conferma il primo cittadino castellano, Luca Della Godenza che rimarca come «allo stato attuale non credo arriverà il disegno finale pensato da Rfi. Noi abbiamo, come fatto anche da Solarolo e da altri Comuni, le nostre osservazioni per far sì che il progetto sia realmente un passo in avanti per tutto il territorio e per il trasporto su ferro, sia di merci che di persone».
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