Successo Omc, Ravenna capitale futura dell’energia, le parole dei big

Emilia Romagna | 27 Ottobre 2023 Economia
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Elena Nencini
La trentesima edizione di Omc, Med Energy Conference ha confermato Ravenna, capitale italiana dell’energia, con 23 paesi rappresentati (tra cui Cina, India, Iraq, Libia, Marocco, Usa), oltre 450 aziende presenti, circa 18mila visitatori. 
La presidente di Omc Monica Spada ha ribadito che Ravenna è: «Un crocevia internazionale di livello assoluto, principale hub di dibattito sull’energia del Mediterraneo, punto di incontro tra Nord e Sud del mondo, spazio dove costruire soluzioni concrete e creare nuovi modelli di business che puntino alla transizione energetica assicurando al contempo sicurezza energetica, competitività e sostenibilità. Il cosiddetto trilemma energetico». A Omc si  è parlato di crisi energetica e delle soluzioni per affrontarla, con progetti di rilancio e sviluppo del ravennate, di opportunità e risorse a beneficio della città, e dunque dell’intero paese.

IL SINDACO DE PASCALE
«4 AZIONI PER RAVENNA»
«Appena l’Italia si è trovata a dover fronteggiare la crisi energetica – ha detto il sindaco Michele De Pascale – è stato ovvio ripartire da qui. E proprio da Ravenna è partita la proposta di quattro azioni strategiche per un nuovo piano energetico nazionale: il rilancio della produzione nazionale di gas nel mare Adriatico; l’installazione di una Fsru al largo di Ravenna; la realizzazione di un parco eolico offshore da almeno 600 Megavolt con annesso impianto fotovoltaico galleggiante e produzione di idrogeno verde grazie al progetto Agnes; la realizzazione di un sistema Ccus. Queste quattro azioni di sistema si sostengono a vicenda, salvaguardando l’economia, la sicurezza e la transizione ecologica, offrendo soluzioni coerenti con la neutralità tecnologica richiesta dal nuovo green deal».

MINISTRO PICHETTO FRATIN
«ESTRAZIONI IN ADRIATICO»
Ad affrontare un tema caro agli operatori di Omc è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, a proposito delle estrazioni in Adriatico: «Abbiamo portato le estrazioni in Emilia-Romagna da 12 a 9 miglia dalla costa per prelevare il nostro gas, ma solo per giacimenti con oltre 500milioni di metri cubi e stiamo ragionando per intervenire su una modifica a favore di settori energivori come ceramica, vetro e carta». Infine ribadisce l’importanza di una diversificazione dell’energia: «Il quadro energetico è profondamente cambiato anche con gli ultimi eventi geopolitici. E’ cambiato il ruolo dell’Italia e del Mediterraneo. Serve capirlo per tutti coniugare i termini del trilemma: questione ambientale, sociale ed economica. Noi eravamo abituati ad un modello monocromatico, con il gas a fare la parte del leone. Arrivava dalla Russia. Il nostro ruolo – tramite aziende come Eni – si inserisce nei rapporti con altri attori. Algeria, primo fornitore, la Libia, l’Azerbaigian, Russia (Tarvisio), Norvegia (passo Gries). E poi, la rigassificazione per affrontare le sfide della diversificazione, della gestione dei prezzi. Ravenna è un luogo simbolo». 

VENIER (SNAM): 
«RIGASSIFICATORE E CO2»
A parlare dei progetti che Snam,  principale operatore europeo nella realizzazione e gestione delle infrastrutture del gas, sta portando avanti nel nostro territroio è il suo ceo Stefano Venier: «I tempi sono abbastanza rapidi, stiamo già lavorando sulla prima infrastruttura che è la nave rigassificatrice che ancoreremo a Ravenna, alla fine dell’anno prossimo e darà un contributo fondamentale alla sicurezza energetica dell’Emilia-Romagna e dell’Italia nel suo complesso con un contributo del 5% dei consumi. Il rigassificatore, insieme al terminale di Rovigo, incrementerà la nostra capacità di importazione di gnl fino a coprire il 20% dei consumi nazionali e in Alto Adriatico e insieme alle navi che abbiamo sul Tirreno arrivare al 40%. Andrà così consolidandosi anche il ruolo strategico del porto di Ravenna, anche e sempre di più dal punto di vista delle importazioni di nuovi vettori energetici. Poi ci sono i lavori dell’Adriatica, dorsale che dal centro Italia arriverà fino al centro di Minerbio e che consentirà da un lato di mettere in sicurezza i nuovi flussi del gas da sud ma anche di costruire il corridoio dell’idrogeno verde che dovrebbe partire dal nord Africa, arrivare in centro Italia e poi in centro Europa. Poi non dimentichiamo il grande progetto con la cattura della CO2 che stiamo portando avanti insieme a gruppo Eni a Ravenna. Sono tre componenti fondamentali che lavorano sia sulla sicurezza di oggi che sulal decarbonizzazione di domani. Costruiamo a Ravenna l’hub del futuro».

BRUSCO (CONFINDUSTRIA): 
 «UN APPROCCIO OLISTICO»
Il futuro dell’energia è nella de-carbonizzazione sottolinea il presidente di Confindustria Energia, Guido Brusco: «Un approccio olistico alla transizione, un approccio che guarda alla neutralità tecnologica, all’efficacia e all’efficienza e al massimo rapporto costi-benefici in cui vanno promosse le rinnovabili che devono progredire con la massima velocità possibile ma devono anche andare avanti altre iniziative sul biogas, sull’idrogeno, sull’economia circolare, sulla cattura. Attraverso questi studi Confindustria Energia ha sviluppato una strategia di de-carbonizzazione e di transizione che guarda non solo la sostenibilità ambientale, ma anche a quella economica e sociale, salvaguardando il tessuto economico del Paese».

LUCA DE CARO (ENI):
 «-50% DI  EMISSIONI IN MENO»
Sull’evoluzione del progetto riguardante la cattura della CO2 ha parlato Luca De Caro, direttore del Distretto centro-settentrionale di Eni: «ci permetterà di ridurre al 50% le emissioni dirette che abbiamo nella centrale di trattamento gas di Casal Borsetti, dove verrà realizzato l’impianto. Il progetto si sviluppa su più fasi. La prima prevede la cattura di 25mila tonnellate all’anno di anidride carbonica dai fumi del turbocompressore della nostra centrale di Casal Borsetti. La CO2 verrà poi trasportata e stoccata nel giacimento in giacimenti esistenti, che hanno esaurito o stanno per esaurire la loro vita produttiva. Il progetto sarà  completato nel primo trimestre del 2024, e sarà il primo progetto di questo tipo fatto in Italia e in Europa. Successivamente il progetto entrerà in una fase industriale: a partire da fine 2026 vedrà la possibilità di trasportare e re-iniettare nei giacimenti esauriti di gas che abbiamo di fronte a Ravenna e in tutto l’Adriatico un milione di tonnellate all’anno, e potenzialmente fino a 16 milioni all’anno».
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