In Emilia-Romagna, hanno sottolineato gli assessori, la qualità dell'offerta turistica e ricettiva va di pari passo con la qualità del sistema dei controlli, che vengono eseguiti per la sicurezza delle persone, in particolare anziani e bambini.
Qualità delle strutture ricettive e degli stabilimenti balneari, dunque, ma anche dell’acqua del mare, con i controlli che si mantengono costanti e la prossima rilevazione, come da programma, il prossimo 22 agosto.
L’assessora all’Ambiente si è soffermata sulle cause dei dati anomali di martedì scorso, 26 luglio, quando i controlli effettuati come di consueto da Arpae per garantire sicurezza e qualità della stagione balneare hanno evidenziato valori al di sopra della soglia. E ciò si è verificato verosimilmente per la compresenza di una serie di fattori che hanno favorito la proliferazione batterica: per la prima volta da decenni, Arpae ha registrato, attraverso dodici stazioni dislocate sul territorio, temperature superiori ai 40° per più giorni. Ciò ha influito su di un innalzamento della temperatura del mare, che ha visto da mercoledì improvvise mareggiate dopo un lungo periodo di calma. A ciò si è aggiunta la scarsa ventilazione e la siccità, con un apporto idrico dei fiumi al mare estremamente ridotto. Si è comunque trattato, ha concluso, di un evento straordinario che, in base alle serie storiche, difficilmente potrà ripetersi, soprattutto d’ora in avanti con progredire della stagione estiva.
L’assessore al Turismo ha ricordato gli investimenti nel rinnovamento delle strutture ricettive e dei lungomare con la riqualificazione degli spazi urbani, e come proprio oggi sia stato reso noto il dossier di Unioncamere nazionale ‘Spiagge 2022’, dal quale risulta come l’Emilia-Romagna sia la sola regione, insieme al Molise, ad aver deciso di continuare a rendere il distanziamento obbligatorio degli ombrelloni per garantire maggiore comfort e tranquillità ai turisti.
Secondo i tecnici, le ipotesi per spiegare i risultati, anomali, dei campionamenti effettuati martedì 26 luglio sono al momento riconducibili a un insieme di condizioni meteorologiche, idrologiche e marine del tutto eccezionali per la Romagna: la temperatura dell’acqua molto elevata da diverse settimane, con valori oscillanti intorno ai 30°; la prolungata assenza di ventilazione, lo scarso ricambio delle acque, la mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano al mare, a causa della forte siccità di questo periodo. Tutti elementi, questi, che sommandosi potrebbero aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque del mare.