Rigassificatore a Ravenna, parla Guerra (ad di Rosetti): «900 addetti al lavoro per fare 14mila tonnellate di manufatti’’

Emilia Romagna | 09 Settembre 2023 Economia
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Elena Nencini
Ravenna avrà il suo rigassificatore, sono infatti partite alla fine di giugno le operazioni a terra che permetteranno di scaricare il gas dalla nave rigassificatrice Bw Singapore, che si interfaccerà con la piattaforma Petra. Il rigassificatore dovrebbe essere pronto per l’autunno 2024. 
Snam, proprietaria della nave Singapore investirà nell’operazione circa un miliardo di euro. La nave verrà ormeggiata alla piattaforma al largo di Punta Marina, che Petra (Gruppo Pir) ha ceduto a Snam. Lunga 293 metri e larga 43, la Bw Singapore sarà protetta da cassoni sommersi, che la terranno al riparo in caso di forti mareggiate. I lavori vengono eseguiti da un raggruppamento temporaneo di imprese di cui fanno parte Saipem, e le ravennati Rosetti Marino e Micoperi. 
A spiegare la partecipazione di Rosetti Marino a questo progetto è l’ad della società ravennate Oscar Guerra. 
Rosetti Marino, Saipem, e Micoperi si occuperanno del rigassificatore. Quale sarà il vostro ruolo?
«Per il progetto del rigassificatore di Ravenna, Rosetti Marino sta realizzando le strutture di ormeggio della nave rigassificatrice (Fsru) e delle navi gasiere (Lng Carriers), la piattaforma per lo scarico del gas, nonché le passerelle che emergono dalla superficie marina per il trasporto del gas a terra. I nostri partners Saipem e Micoperi, invece, si occuperanno dell’installazione di queste strutture in mare e della posa dei gasdotti in mare e a terra».
Quanto tempo e quante persone coinvolgerà per la vostra azienda?
«Il completamento dei nostri lavori è previsto per novembre 2024, per poter consentire al rigassificatore di operare entro il prossimo inverno. È un obiettivo sfidante e che stiamo programmando da tempo, perché si tratta di realizzare circa 14.000 tonnellate di manufatti, tra strutture ed impianti, da costruire in poco più di un anno. Solo la nostra parte del progetto richiede, in media, il lavoro di circa 900 persone “dirette”, tra ingegneri, tecnici e maestranze. Ovviamente, oltre al nostro personale, c’è un coinvolgimento importante del nostro indotto. Un grosso sforzo, per Ravenna e per il nostro Paese, che facciamo con grande orgoglio ed entusiasmo».
Cosa significa il rigassificatore per Ravenna e il porto?
«Oltre al significato che questa opera avrà per la sicurezza energetica del nostro Paese, si tratta di una infrastruttura che negli anni porterà a Ravenna nuova occupazione di qualità per il personale diretto di Snam e per quello delle ditte che saranno coinvolte nelle attività di gestione e di manutenzione degli impianti, ma ci sarà un impatto positivo anche nei vari servizi di supporto quali, ad esempio, quelli della logistica. Penso inoltre che, per Ravenna e per il suo Porto, la presenza del rigassificatore rappresenti una ulteriore conferma della centralità della nostra città nel panorama energetico italiano e che questa infrastruttura potrà concorrere a favorire gli ulteriori sviluppi in questo settore che potranno essere raggiunti a Ravenna con il campo eolico offshore di Agnes e con l’hub per la cattura e lo stoccaggio della CO2 degli impianti ad alto impatto carbonico cosiddetti “hard to abate”».
A breve realizzerete la prima piattaforma al mondo per la generazione di idrogeno verde e di una sottostazione elettrica nel Mare del Nord. Quanto conta il settore del green oggi per la vostra azienda?
«I lavori per la piattaforma di generazione idrogeno e stoccaggio di energia eolica offshore per i Paesi Bassi sono già partiti, anche se per ora coinvolgono solo la progettazione e gli acquisti dei materiali; quelli per la sottostazione, destinata ad un campo eolico offshore in Germania, inizieranno invece a gennaio. Per noi si tratta di progetti importanti, che si inquadrano in una strategia ben più articolata che Rosetti Marino sta perseguendo nell’ambito della transizione energetica. Oltre all’eolico offshore, la nostra strategia di diversificazione dall’oil&gas si focalizza sul biometano, sulla decarbonizzazione degli impianti da fonti fossili e sulla cattura e lo stoccaggio o riutilizzo della CO2. Ad oggi il portafoglio ordini di Rosetti Marino relativo al settore che noi chiamiamo “Renewables& Carbon Neutrality” è già superiore a quello tradizionale dell’oil&gas».
Come sarà il futuro per Rosetti, in un clima generale di incertezza e di difficoltà economiche?
«Rosetti Marino ha molto sofferto le conseguenze della pandemia da Covid 19 ed ha subito dei contraccolpi dalle tensioni tra Russia ed Ucraina, poiché allo scoppio del conflitto eravamo impegnati in un progetto per una grossa società petrolifera privata russa che abbiamo dovuto interrompere. Oggi però la situazione del nostro mercato, pur nel clima di incertezza generale, è decisamente migliorato. Riteniamo che questo importante miglioramento sia dovuto al fatto che Rosetti Marino può dare un forte contributo alla risoluzione dei tre grandi problemi dell’energia: garantire la sicurezza energetica, come stiamo facendo per il rigassificatore, combattere i cambiamenti climatici, come stiamo facendo con l’eolico offshore ed il biometano e contribuire ad un costo sostenibile dell’energia, come stiamo facendo con i progetti di decarbonizzazione di impianti Oil& Gas esistenti ed a basso costo. La strategia di diversificazione alla quale stavamo lavorando da tempo sta dando finalmente i suoi frutti e il valore di un portafoglio ordini attuale, che non ha precedenti, ne è la dimostrazione».
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