Regione, da Fanti a Bersani, da Errani a Bonaccini, presidenti emiliano-romagnoli nel nome del riformismo
Manuel Poletti - La terra del riformismo italiano da 54 anni vede il centrosinistra (a trazione Pci, Pds, Ds, Pd) alla guida della Regione Emilia-Romagna. Da Guido Fanti a Pierluigi Bersani, da Vasco Errani a Stefano Bonaccini, emiliani e romagnoli si sono succeduti alla guida dell’ente che è diventato oltre che una cerniera fra Stato e Comuni, anche un punto di riferimento per i cittadini.
PRIME ELEZIONI NEL 1970
Le prime elezioni regionali in Emilia-Romagna si sono svolte il 7-8 giugno nel 1970. Dieci giorni dopo vengono eletti il primo Presidente e la prima Giunta regionale: il presidente è il bolognese Guido Fanti, dal 1966 sindaco della sua città. Dopo otto giorni viene istituita la commissione referente per lo Statuto: la cornice istituzionale che regola le attività della neonata Regione. Il primo dicembre di quell’anno, in una seduta solenne al teatro Comunale di Bologna, lo Statuto fu approvato: quarantanove consiglieri favorevoli, uno contrario. L’anno seguente, il 22 maggio 1971, lo Statuto (70 articoli) diventa legge dello Stato ed è pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica del 14 giugno 1971. Nel gennaio dell’anno seguente viene redatto il primo bilancio di previsione. Tra le varie voci spiccano quelle per la sanità, l’agricoltura, i trasporti, il porto di Ravenna, gli asili nido, l’azienda Valli di Comacchio, l’Ervet e il Progetto di legge regionale per l’istituzione del circondario di Rimini.
PRIMA LEGISLATURA
Nel marzo del 1974 vengono definite, con apposita legge, le norme per il primo Piano regionale ospedaliero. Il mese dopo vengono stanziati 3 miliardi di lire per lo sviluppo dei servizi e la prevenzione nel campo socio-sanitario. Nel mese di maggio viene costituito l’Istituto regionale per la sicurezza sociale «Bernardino Ramazzini». Questo ente ha il compito di promuovere indagini e ricerche nei campi di epidemiologia, scienze biomediche fino alla farmacologia. In luglio vengono approvati i finanziamenti per opere acquedottistiche, dai quali prenderanno avvio i lavori per la diga di Ridracoli nell’Appennino romagnolo.
LEGISLATURA 1975-1980
Il 15 giugno del 1975 gli elettori emiliano-romagnoli tornano alle urne per rieleggere il Consiglio regionale. Il 22 luglio Guido Fanti viene confermato presidente della Giunta. In quegli anni ci sono numerosi interventi finanziari a sostegno del turismo sociale e «a favore di operatori privati per la costruzione e l’adeguamento delle aziende alberghiere e lo sviluppo delle forme associate». L’8 maggio del 1976 Guido Fanti si dimette e il 21 maggio Sergio Cavina viene eletto presidente. Il mese seguente viene approvata una legge molto importante: l’istituzione del servizio per la procreazione libera e responsabile, per la tutela sanitaria e sociale della maternità, dell’infanzia e dell’età evolutiva, per l’assistenza alla famiglia. Purtroppo gli ultimi giorni del 1977 sono funestati dalla improvvisa scomparsa del presidente Sergio Cavina. Aveva 48 anni. Era il 22 dicembre e il decesso avvenne improvvisamente, al termine di una giornata densa di appuntamenti. Il 6 gennaio dell’anno seguente Lanfranco Turci succede a Sergio Cavina.
LEGISLATURA 1980-1985
L’8 giugno del 1980 si vota per la terza volta. Il 25 luglio Lanfranco Turci viene rieletto presidente della Giunta. Il 2 agosto una bomba devastò la stazione ferroviaria di Bologna: ottantacinque morti e duecento feriti. Il 6 agosto, in seduta straordinaria, il Consiglio regionale commemorò le vittime della strage. Dal 2 agosto dell’anno seguente a oggi le massime cariche della Regione sono sempre state presenti al corteo e alla manifestazione che si svolge a Bologna da piazza Maggiore alla stazione.
LEGISLATURA 1985-90
Dopo il voto del 12 maggio 1985, il 16 luglio Lanfranco Turci fu rieletto presidente della Regione. Questa legislatura fu aperta con l’approvazione di una serie di norme che hanno lo scopo di promuovere le attività teatrali, musicali e cinematografiche. Il 13 marzo del 1987 nel porto di Ravenna si verificò uno dei più tragici incidenti sul lavoro mai accaduti in Italia. Tredici operai muorirono asfissiati durante un incendio divampato nella stivadella nave gasiera Mecnavi «Elisabetta Montanari». Due mesi dopo la solidarietà della Regione Emilia-Romagna si espresse con una legge che istituì un fondo di 325 milioni a favore dei familiari delle vittime. Il 28 aprile 1987 Lanfranco Turci si dimesi; il giorno dopo Luciano Guerzoni venne eletto presidente della Regione.
LEGISLATURA 1990-1995
Si votò il 6 maggio del 1990. Enrico Boselli fu eletto presidente della Giunta regionale il 18 luglio (primo presidente non del Pci, ma del Psi). Il 6 dicembre, in seguito all’approvazione del Parlamento della legge 6 novembre 1990, entrò in vigore il secondo Statuto della Regione. Appena un mese dopo, la notte del 4 gennaio 1991, al Pilastro di Bologna furono assassinati tre carabinieri. In seguito si scoprirà che erano stati trucidati dalla «Banda della Uno Bianca» che in quegli anni si macchiò di efferati crimini in Emilia-Romagna. L’8 gennaio il Consiglio regionale si riunì in seduta straordinaria alla presenza del presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, del presidente del Senato, Giovanni Spadolini e della presidente della Camera, Nilde Jotti. In seguito alle dimissioni di Enrico Boselli, il 6 luglio 1993 Pier Luigi Bersani diventò il nuovo presidente della Regione.
LEGISLATURA 1995-2000
Le elezioni regionali in Emilia-Romagna del 1995 si tennero il 23 aprile; videro la vittoria del presidente uscente Pier Luigi Bersani, sostenuto dal centrosinistra, che sconfisse il candidato del centrodestra, Gianfranco Morra. A Bersani, dimessosi il 17 maggio 1996 per assumere la carica di ministro delle Attività produttive, succedette Antonio La Forgia (Pds), poi dimessosi il 3 marzo 1999; presidente divenne quindi il romagnolo Vasco Errani (Ds). Nel 1996 vennero adottate una serie di misure di «Politica regionale del lavoro», che la Regione intensificherà negli anni seguenti. Uno dei punti di forza di questa legislatura fu la riforma del sistema regionale e locale avviata nell’aprile del 1999. Questa ampia riforma si propose la riqualificazione e l’alleggerimento degli apparati burocratici nonchè la semplificazione delle procedure amministrative a vantaggio dei cittadini.
LEGISLATURA 2000-2005
Le elezioni regionali italiane del 2000 in Emilia-Romagna si tennero il 16 aprile e videro la vittoria del presidente uscente Vasco Errani, sostenuto dal centrosinistra, che sconfisse il candidato della Casa delle Libertà Gabriele Canè. Furono le prime a prevedere l’elezione diretta del Presidente della giunta, come previsto dalla nuova Legge Tatarella. Fu nel febbraio 2004 il primo «Patto per la qualità dello sviluppo» promosso dalla Regione e sottoscritto dalle istituzioni, dagli imprenditori e dai sindacati con l’obiettivo di condividere strategie e obiettivi di crescita economica e sociale.
LEGISLATURA 2005-2010
Il voto del 3 e 4 aprile 2005 riconfermò presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani, che assunse poi anche la guida della Conferenza delle Regioni italiane. Diventò operativo nel 2007 con uno stanziamento di 304 milioni il Fondo per le persone non autosufficienti e si rafforzano gli aiuti alle famiglie per assistere a casa anziani e disabili. Furono circa centomila le famiglie che ricevettero sostegni economici per l’affitto, lo studio e la cura dei propri cari; altre novantamila usufruirono dell’assistenza domiciliare. A fine 2009 partirono i progetti per costruire 10 tecnopoli, cittadelle della ricercache riorganizzano l’attività dei laboratori e dei centri per l’innovazione; attraverso accordi nelle nove province, la Regione diede il via libera anche a 30 aree produttive ecologicamente attrezzate che furono gestite da soggetti pubblici e privati con criteri di sostenibilità ambientale. Il 4 febbraio 2010, l’assemblea legislativa approvò il nuovo Piano territoriale regionale (Ptr), il principale strumento di programmazione territoriale della Regione che tracciò la rotta - a quasi 20 anni di distanza dal primo, approvato nel 1990 - di quello che fu poi il «sistema Emilia-Romagna» del futuro.
LEGISLATURA 2010-2014
Le elezioni regionali italiane del 2010 in Emilia-Romagna si sono tenute il 28 e 29 marzo. Hanno visto la vittoria del presidente uscente Vasco Errani, sostenuto dal centrosinistra, che ha sconfitto Anna Maria Bernini, sostenuta dal centrodestra. Nel 2010 partì una legislatura condizionata fortemente dalla crisi economica che aveva colpito l’Italia e gran parte dei maggiori Paesi industrializzati e dal devastante terremoto dell’Emilia del 2012. La posizione di avanguardia e di primato nazionale della sanità dell’Emilia-Romagna si era rafforzata: negli ultimi quattro anni era sempre risultata prima nelle classifiche elaborate dal ministero della Salute sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) e la più virtuosa per quanto riguarda i costi dei beni acquistati e dei servizi offerti.
LEGISLATURA 2014-2020
Le elezioni regionali in Emilia-Romagna del 2014 si sono tenute il 23 novembre. Sono state indette anticipatamente rispetto alla scadenza naturale del mandato (marzo 2015) a causa delle dimissioni presentate dal presidente Vasco Errani il 23 luglio 2014, subito dopo essere stato condannato in corte d’appello per falso ideologico nell’inchiesta «Terremerse», salvo poi essere successivamente assolto due anni dopo con formula piena poiché «il fatto non sussisteva». Le elezioni sono state vinte da Stefano Bonaccini (candidato del centrosinistra), che ha battuto i suoi principali avversari: il candidato del centrodestra Alan Fabbri (sostenuto da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale) e la candidata del Movimento 5 Stelle Giulia Gibertoni. Un dato significativo è stata la bassissima affluenza degli elettori, pari al 37,71% contro il 68% delle precedenti elezioni.
LEGISLATURA 2020-2024
Alle ultime elezioni regionali, svoltesi nel 2020, la coalizione di centrosinistra, con il candidato presidente Stefano Bonaccini (Pd), ha vinto con il 51,42% dei voti validi, davanti alla coalizione di centrode-stra che esprimeva come candidata Lucia Borgonzoni (Lega) che aveva ottenuto il 43,63% dei voti. Campagna elettorale caratterizzata dalla presenza del movimento delle sSardine, sorto spontaneamente a Bologna e poi in tante parti d’Italia per contrastare le politiche del Governo giallo-verde. Pochi giorni dopo l’insediamento della giunta in Emilia-Romagna ci fuono i primi casi del Covid 19 a Piacenza. Fu l’iniziò di una fase molto delicata, che è durata almeno 2 anni, dal punto di vista sanitario e sociale. Nel maggio 2023 invece l’alluvione che ha colpito la Romagna, con 17 morti, 40mila sfollati e danni per quasi 10 miliardi.