Ravenna, Vitiello (Sers): «Siamo tornati ai dati pre pandemia, ora aspettiamo le navi rigassificatrici»

Emilia Romagna | 01 Agosto 2022 Economia
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Elena Nencini
Un buon semestre per Sers, la Società esercizio Rimorchi e Salvataggi, di Ravenna, fondata nel 1969 da alcuni terminalisti per fornire servizi di rimorchiatori. Acquistata da Eduardo Vitiello nei primi anni’80 oggi fa capo a Riccardo Vitiello, che ne è l’ad. Oggi Sers da Ravenna si è allargata su Ancona, Vasto, Termoli e Ortona diventando uno dei maggiori operatori dell’Adriatico.
Vitiello, come è andato il bilancio 2021 di Sers?
«Molto bene, dopo un 2020 disastroso. Il 2021 è stato un anno molto positivo con una forte crescita di fatturato dovuta al traffico del porto di Ravenna ed Ancona. Infatti nel porto di Ravenna la movimentazione delle merci nel 2021 è stata pari a 27,1 mln di tonnellate, in aumento del 20,9% (+4,7 mln) rispetto allo scorso anno, ed in aumento del 3,9% rispetto ai livelli del 2019 con il definitivo ritorno ai volumi ante-pandemia. Si tratta di un record storico per il porto che ha superato i livelli 2006 quando furono movimentate 26,8 mln di tonnellate. Ovviamente corrispondentemente anche il fatturato del servizio di rimorchio è tornato ai livelli ante pandemia».
Quante persone lavorano in Sers e quanti mezzi avete?
«Impieghiamo circa 110 persone ed esercitiamo le nostre attività con 15 rimorchiatori».
Come è andato il lavoro in questi due anni di pandemia?
«Dal punto di vista operativo purtroppo la pandemia ha inciso molto. Prima di tutto evidenzio l’enorme sforzo fatto dall’azienda in termini di redazione ed aggiornamento del  protocollo di sicurezza Covid 19 (che abbiamo prodotto) per limitare al massimo il rischio di diffusione del Covid. Protocollo che ci siamo auto prescritti, consistente in una serie di procedure e dispositivi che hanno inevitabilmente portato a un importante aumento dei costi per la salute, l’igiene e la sicurezza dei lavoratori. Non secondo per criticità è stato il problema delle continue e non preventivabili assenze di personale dovute a contagi da Covid o a restrizioni per contatti con familiari o colleghi contagiati. Una situazione che ci ha costretti ad incrementare il personale in forza per fare fronte allo stato emergenziale che si è fatto sentire anche negli ultimi mesi, nonostante un’ottima risposta dei dipendenti in termini di partecipazione alla campagna vaccinale di massa».
Quanto influisce sul vostro lavoro il problema dei fondali?
«I fondali sono un problema fondamentale e strategico per tutti i porti. Il fenomeno del gigantismo navale ha soltanto evidenziato un problema, quello dei fondali, storico e  fondamentale per il porto di Ravenna. Da sempre le navi Panamax devono arrivare a Ravenna con carico parziale cioè non a pieno carico. Le navi Panamax (che non rappresentano le navi di maggiori dimensioni) hanno un pescaggio a pieno carico di circa 14 metri ed hanno un Tpc (Tons per centimeter) di circa 67 tonnellate, che significa che una nave di questo tipo carica 6,7 tonnellate di carico per centimetro (Tpc). Se il porto di Ravenna avesse fondali di un metro più profondi, una nave del genere potrebbe portare 6700 tonnellate di carico in più. E’ evidente il vantaggio che si ottiene in quanto il totale dei costi di trasporto è diviso per una quantità di merce maggiore, abbassando il costo unitario di trasporto». 
Come vi siete organizzati con i I lavori di manutenzione del canale che in parte sono già partiti?
«Non abbiamo particolari necessità organizzative da mettere in atto, il nostro turno di lavoro - che poi si traduce in offerta di servizio - è un turno che già contiene una serie di flessibilità che permettono di modulare l’offerta di rimorchio alle esigenze del traffico. In ogni caso abbiamo la forza e l’organizzazione di poterci adattare alle mutevoli esigenze che verranno richieste dall’utenza».
Avete in programma qualche investimento sull’azienda di mezzi o formazione?
«Certamente. Abbiamo in programma l’acquisto di un nuovo rimorchiatore con propulsione azimutale da 70 tonnellate di tiro al punto fisso. Questo investimento fa parte di un corposo programma di ammodernamento della flotta iniziato più di dieci anni fa. Inoltre siamo pronti a potenziare il servizio laddove (e così sembra) si concretizzi il progetto FSRU al terminale Pir, per il quale sicuramente si necessiterà di ulteriori rimorchiatori di ultima generazione. Per quanto attiene alla formazione i nostri marittimi sono tenuti al rinnovo periodico della certificazione professionale con conseguente partecipazione a molteplici corsi di aggiornamento. Per la parte staff e dipendenti di ufficio abbiamo investito molte energie nella costruzione ed implementazione di un nuovo sistema di gestione di corporate in collaborazione con la nostra holding di Genova, favorendo l’adozione di procedure ed istruzione di gruppo da applicarsi in modo uniforme alle diverse realtà operanti sul territorio nazionale ed estero. Abbiamo inoltre potenziato la formazione nei settori IT, comunicazione e leadership, favorendo la crescita della spinta motivazionale in un’ottica di miglioramento continuo delle performance».  
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