Ravenna, un nuovo corso di alta formazione universitaria per laureati e professionisti del porto

Emilia Romagna | 07 Ottobre 2023 Economia
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Elena Nencini - Il porto di Ravenna negli ultimi due anni sta avendo un forte rinnovamento, grazie al progetto hub portuale, all’investimento sul terminal crociere e sull’home port di Royal Caribbean, agli investimenti  per il rigassificatore, alla futura e, speriamo sempre più vicina, Zona logistica semplificata. Un porto sempre più attrattivo che ha bisogno anche di professionalità sempre più aggiornate ed esperte. Nell’ambito della proposta formativa universitaria a Ravenna nasce così un nuovo corso di alta formazione dedicato a digitalizzazione e logistica portuale che va ad aggiungersi ai consolidati master in Diritto penale dell’impresa e dell’economia ‘Filippo Sgubbi’ e in Diritto marittimo, portuale e della logistica.
Il nuovo percorso è organizzato dal Dicam dell’Università di Bologna, in collaborazione con l’Istituto sui Trasporti e la Logistica (Itl) e l’Università di Genova, e con il supporto di Fondazione Flaminia. La presidente di Fondazione Flaminia Mirella Falconi spiega: «il nostro obiettivo è dare il massimo supporto per sviluppare tutte le tematiche relative al porto, dalla giurisprudenza all’ingegneria. I master in essere ne sono una chiara dimostrazione, con l’auspicio di incrementare le offerte in altri ambiti». E continua spiegando la scelta di questo indirizzo: «in ambito portuale è sempre più impellente essere aggiornati, proprio nei settori della logistica e della digitalizzazione. E’ un campo in cui la formazione costante è essenziale». Punto di forza del corso il tirocinio: «Gli operatori del porto, ma non solo, necessitano di formazione e aggiornamento, non solo di  formazione teorica». L’idea del corso è nata proprio in seguito a «richieste specifiche degli operatori portuali  – conclude Falconi -  di aggiornamenti su logistica e dematerializzazione. Si è cercato così di costruire questo corso di alta formazione che possa essere l’inizio di un percorso che possa, poi, eventualmente, portare a un master».

NECESSARIO ESSERE SEMPRE AGGIORNATI
A sostenere il corso di alta formazione «Transizione digitale nella logistica portuale» c’è anche la fondazione Itl, Istituto sui Trasporti e la Logistica (Itl), che ha allo scopo di contribuire allo sviluppo e la promozione della logistica e dei sistemi di trasporto nella regione Emilia-Romagna attraverso attività di ricerca, consulenza e formazione.
Daniela Mignani, responsabile Business Development, racconta gli obiettivi del corso.
Come è nata l’idea di questo corso?
«Lo scopo della nostra fondazione consiste nell’innescare la rete dei rapporti fra le pubbliche amministrazioni, le aziende private e gli istituti di formazione. Il confronto continuativo con il cluster portuale ha fatto emergere la necessità di competenze sempre più aggiornate, in particolare per chi opera nel porto e nella filiera allargata». 
A chi è rivolto?
«Sia per i neolaureati che per chi è già inserito in ambiti lavorativi collegati al cluster portuale e alla filiera logistica e dei trasporti: dai terminalisti ai portuali, alle autorità portuali, agli agenti marittimi, agli spedizionieri, fino alle piccole e medie imprese coinvolte nell’indotto relativo al funzionamento dei porti. 
Il corso vuole rispondere alle esigenze di imprese e operatori della logistica portuale  che considerano le competenze digitali nella gestione dei processi un requisito prioritario per garantire ed incrementare la propria competitività sul mercato e nel contesto internazionale». 
Cosa potrebbe fare il porto di Ravenna per migliorare?
«Ravenna è una comunità portuale che si è sempre distinta per la condivisione, ma ci vorrebbe un’ulteriore spinta per attuare una maggiore collaborazione degli operatori in maniera tale da incrementare le opportunità sul mercato. Ci vogliono nuovi servizi che vadano verso la sostenibilità, l’ambiente, l’incremento dei servizi intermodali. Bisognerebbe andare verso la domanda con un’offerta più innovativa e con una maggiore performance». 

Fondaroli: «Chi fa il tirocinio trova subito lavoro»
Desirèe Fondaroli, direttrice del master in Diritto penale dell’impresa e dell’economia ‘Filippo Sgubbi’ che quest’anno giunge alla decima edizione, racconta: «Abbiamo una media di 20 iscritti, di cui un terzo chiede il tirocinio in azienda o presso studi legali, molti sono già impegnati in studi o imprese. Chi fa il tirocinio, di cui son previste 375 ore, trova spesso impiego proprio presso l’azienda dove ha lavorato. La possibilità di frequentare online i corsi permette sia a chi lavora che a chi abita in altre regioni, di poter seguire comodamente le lezioni». Tra le materie più richieste sicuramente, per la direttrice del master: «La responsabilità degli enti è un filone nuovo, introdotta nel 2011, ma scarsamente applicata finora, prevede che la società possa essere responsabile se non previene la commissione di reati da parte dei propri dipendenti e manager. È il modulo che offrirà più possibilità di lavoro per il futuro. Lavoriamo a stretto contato con aziende e enti del territorio come Tcr, Sapir, Ravenna holding, Azimut, Cabot, Agenzia delle dogane, Autorità di sistema portuale». Ad iscriversi continua Fondaroli: «Giuristi, avvocati, manager e dirigenti con formazione ingegneristica che hanno bisogno di conoscenze specifiche in materia penale e economica. Inoltre l’Ordine degli avvocati di Ravenna attribuisce 20 crediti formativi a chi ha frequentato almeno il 75% delle ore di lezione del master in presenza». L’obiettivo è formare specialisti nel settore professionale e aziendale del diritto penale economico sia attraverso l’approfondimento degli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali sia mediante l’analisi e il confronto di casi concreti. Il progetto consente inoltre si muove in due direzioni: sia nell’acquisizione di nuove competenze sia nell’applicazione pratica delle conoscenze consolidate.

Tellarini: «Formiamo professionisti specializzati» 
Specifico per il porto è il master in Diritto marittimo, portuale e della logistica arrivato alla sesta edizione, la direttrice Greta Tellarini sottolinea come: «Siamo partiti come un unicum in Italia, tanto che i nostri iscritti arrivano, non solo dal territorio locale, ma anche da fuori regione. Sono circa una ventina, di cui molti da altre regioni: l’erogazione mista delle lezioni – sia in presenza che online – permette di poter partecipare sia a chi ha famiglia o un altro lavoro. La metà di chi si iscrive sono persone che già lavorano e hanno bisogno di una maggiore qualificazione professionale in questo settore. Tra gli iscritti non ci sono solo laureati in giurisprudenza, ma anche in altre materie che cercano una integrazione delle proprie competenze». Chi finisce il master ha molto appeal per le aziende, sia da parte del tessuto territoriale che nazionale. Se si vuole rinunciare al tirocinio in azienda, per motivi lavorativi, si può optare per il proget work su una tematica di interesse svolta nel corso del master». Tante le aziende che collaborano con il master, continua Tellarini: «Tantissime Autorità di sistema portuale hanno accolto i nostri studenti, come Venezia, Livorno, La Spezia, Ancona, Assoporti, Capitaneria generale di Roma, Edison a Milano, Interporto di Bologna, Tcr, Rosetti Marino, F2holding, MR International loyers di Genova». L’obiettivo del master è formare figure professionali specializzate nei settori dei trasporti marittimi, della portualità e della logistica, intesi come settori strategici per la competitività delle imprese e dunque per lo sviluppo economico del territorio non solo locale, ma anche nazionale. 
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