Ravenna, un anno da direttore per Cantagalli che prepara il Piano strategico: «Il Mar come luogo di incontro il mosaico è la sua identità»

Emilia Romagna | 17 Giugno 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Roberto Cantagalli festeggia un anno sia come direttore del Mar che del settore Attività culturali dell’amministrazione comunale di Ravenna. Un periodo intenso in cui ha portato avanti sia progetti cominciati già dal suo predecessore Maurizio Tarantino, che iniziati invece sotto la sua direzione.
Cantagalli che in passato è stato dirigente del settore Turismo e Cultura presso il Comune di Comacchio dove ha seguito da vicino il progetto relativo alla nuova sezione del Museo del Delta antico – ha le idee ben chiare sul futuro del Museo d’arte della città di Ravenna. In un anno di lavoro ha intensificato le collaborazioni con scuole, associazioni, enti culturali, sta mettendo in piedi insieme una serie di progetti di valorizzazione, ma soprattutto pensa a un museo con un‘identità ben precisa. Dopo la stagione delle grandi mostre, il museo cerca finalmente un’identità nella sua connotazione più profonda ossia quella del mosaico contemporaneo, lavorando sull’importanza della rete e del lavoro già costruito in passato, dal Centro internazionale di documentazione del mosaico all’incremento della collezione di opere. 
Cantagalli, qual è il bilancio di un anno da direttore del museo?
«Il riallestimento dei mosaici contemporanei è stato l’intervento più significativo. Bisognava farlo assolutamente prima dall’inizio della Biennale a ottobre: già lo scorso anno non far vedere la nostra collezione di mosaici mi è sembrato piuttosto anomalo. Abbiamo lavorato intensamente, è stato un intervento che ci ha consentito di valorizzare il nostro patrimonio di opere d’arte a mosaico, ma anche di riqualificare il museo stesso da un punto di vista strutturale». 
Uno dei problemi del Mar è l’identità del museo: fino ad adesso non ne ha ancora una ben definita.
«Spaziamo dall’arte antica a Banks, dai mosaici alla gipsoteca. È fondamentale per ogni museo  avere ben chiaro la propria identità e la propria missione nell’ambito della comunità per questo lavoreremo ad un Piano strategico che le definisca. Ed una volta inquadrate,  tutte le azioni dovranno essere coerenti con questo. Anche nelle intenzioni dell’amministrazione il Mar si dovrà sempre più configurare come museo del mosaico contemporaneo visto che è l’unico, forse, nel panorama europeo. Abbiamo avanzato una domanda per un bando da 200mila euro al Ministero dei beni culturali per l’acquisto di opere d’arte importanti legate al mosaico e speriamo che venga sostenuta. Il nostro obiettivo è continuare ad implementare e acquistare opere d’arte con finanziamenti statali». 
Il Centro internazionale di documentazione del mosaico (Cidm) era ritenuto un’eccellenza, pensate di riaprirlo?
«Grazie al progetto “Ravenna Città del mosaico”, finanziato dal Ministero del turismo poichè Ravenna è sede di siti Unesco, una parte  di interventi saranno destinati a rilanciare il Cidm. Verrà, inoltre, realizzato un portale del mosaico con tutto ciò che riguarda l’arte musiva ravennate, ma non solo e da dove sarà possibile accedere anche alla banca dati del Cidm. Infine riattiveremo uno spazio all’interno del museo per gli studiosi per poter accedere ai materiali cartacei e alla biblioteca».
Progetti futuri per il Mar?
«Il riallestimento della sezione dei mosaici è stata l’occasione per la realizzazione di una rampa per disabili che mette in connessione il piano terra con il quadriportico. Ed è un processo che continuerà: lo scorso anno abbiamo ottenuto un finanziamento nell’ambito del Pnrr legato alla accessibilità del museo pari a 500mila euro che ci consentirà di realizzare un vialetto per mettere in connessione il parcheggio all’ingresso. Parallelamente verrà illuminata la facciata con un nuovo sistema, a cui si aggiungono una serie di interventi esterni dalla segnaletica a percorsi tattili, percorsi per ipoudenti per migliorare l’accessibilità cognitiva alle opere d’arte. In particolare un rilievo dell’opera a mosaico di Chagall che consentirà agli ipovedenti di entrare in contatto con questa opera bellissima».
E il riallestimento della gipsoteca?
«Stiamo preparando il progetto scientifico che ci consentirà, a partire dal prossimo anno, di esporre i gessi al primo piano, in un percorso narrativo ed espositivo. Insieme all’Accademia di Belle Arti che ne è la proprietaria, abbiamo ricevuto 300mila euro di cui una parte per il restauro».
L’esposizione su Burri segna un ritorno alle grandi mostre?
«In questo anno abbiamo lavorato sulla nuova Biennale del mosaico 2023, un evento diffuso che coinvolgerà decine di soggetti ed essere riusciti a organizzare la mostra dedicata a Ravenna con la Fondazione Burri è veramente importante. Quest’esposizione non è una delle tante mostre che si possono replicare in qualunque città, ma è stata concepita, nella selezione delle opere e nel percorso espositivo, proprio per sottolineare il rapporto tra Burri e Ravenna. E’ un unicum. Avrà un grande riscontro e vogliamo tornare a mostre che abbiano un respiro nazionale molto evidente. A fine giugno partirà una campagna di comunicazione che seguirà tutta la mostra».
Incrementerete le collaborazioni con altre realtà culturali del territorio?
«Prosegue l’attenzione sui giovani, a partire dal Mar dei piccoli, un target di pubblico che ci interessa molto. ma puntiamo anche sui giovani artisti: da quest’anno ripristineremo il concorso Gaem nell’ambito della Biennale. Il bando è stato inviato a tutte le Accademie di Italia e, per la prima volta, prevede due residenze per giovani artisti che verranno a Ravenna e realizzeranno le loro opere qui, collaboreranno con laboratori di mosaico già affermati, entreranno in rapporto con l’Accademia e le associazioni culturali del territorio. Il Mar sarà un luogo di incontro di varie espressioni artistiche , un luogo aperto alla comunità, ma anche alle agenzie che promuovono l’arte, dal liceo artistico all’accademia, all’università, al Conservatorio di musica, all’Università». 
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