Ravenna, torna la Pink Ranning, parla Bagnara (Linea Rosa)
Elena Nencini
Sono 38 le socie e volontarie di Linea Rosa, l’associazione che da 31 anni si occupa di combattere la violenza contro le donne a Ravenna e in provincia e che propone un centro di ascolto, rifugi per donne e bambini in difficoltà, corsi di autodifesa. Linea Rosa è cresciuta in questi anni sia per i servizi offerti che per i numeri, come dimostra il corso che partirà a breve per trovare nuove leve e che ha ricevuto ben 26 iscrizioni.
In questi anni, grazie anche alle collaborazioni e alle convenzioni con i comuni del territorio, Linea Rosa ha rappresentato la possibilità di uscire dalla violenza per oltre 8100 donne.
Per ribadire e diffondere il messaggio dell’associazione ravennate torna, domenica 2 ottobre, la seconda edizione di Pink Ranning, manifestazione sportiva che unisce benessere, attività fisica e solidarietà grazie al collaborazione tra Ravenna Runners Club e Linea Rosa. Appuntamento nell’area vicino l’Autorità Portuale di Ravenna per due percorsi ai quali iscriversi preventivamente online (maratonadiravenna.com): 5 km oppure 10 km che si snoderanno nell’area circostante. Una manifestazione aperta a tutti, non solo agli sportivi, anche a chi sceglierà semplicemente di esserci per dare un contributo concreto in un periodo nel quale i femminicidi e le violenze, fisiche e psichiche, sulle donne sono all’ordine del giorno e raccontate quotidianamente dai mass media nazionali e internazionali.
Il sindaco di Ravenna Michele De Pascale ha sottolineato come «la Pink Ranning sia un messaggio forte da mandare alle donne perché denuncino le violenze e sappiano di avere un posto dove essere ascoltate, dove trovare accoglienza».
L’occasione per fare il punto con la presidente Alessandra Bagnara sull’associazione e sull’iniziativa, perché ribadisce: «la violenza di genere infatti è trasversale, non ha estrazione sociale e non fa distinzione di età. Inoltre, attività inclusive come questa ci permettono di sensibilizzare al tema anche il pubblico maschile, perché la nostra è una battaglia che possiamo vincere solo insieme».
Bagnara, quante case rifugio avete?
«Le nostre case rifugio sono cinque, tre sul territorio di Ravenna, e due sul quello di Cervia, abbiamo la possibilità di ospitare 32-33 persone, parliamo di nuclei familiari, donne con figli. Le due case di Cervia sono due beni sottratti alla mafia, mononucleo, ed è importante che ci sia stata questa volontà dell’amministrazione di Cervia di assegnare questi beni per questo riuso sociale. Le tre case di Ravenna sono invece in coabitazione con la possibilità di ospitare fino a tre nuclei nello stesso momento, di avere fino a 9 persone nello stesso appartamento».
L’anno scorso avette raccolto 5mila euro con la prima edizione di Pink Ranning. Come li avete utilizzati?
«I soldi raccolti nella prima edizione sono serviti a una cosa molto interessante e utile, siamo riusciti a far frequentare a bambini/e delle attività ludico sportive e cre estivi a più di 16 bambini/e, figli di donne ospiti delle case rifugio gestite dall’associazione o in percorso di accoglienza al centro antiviolenza. Per loro è molto importante perché è una valvola di sfogo, ma allo stesso tempo è un luogo dove trovare riferimenti importanti nei loro allenatori e allenatrici. Credo che perseguire questo obiettivo sia molto importante per loro».
Perché fare la Pink Ranning?
«Per metterci la faccia ed essere lì, uomo o donna, e dire che la violenza sulle donne è una cosa che non accetti e farai di tutto, non solo quel giorno, ma tutti i giorni dell’anno affinché la violenza sulle donne sia sempre minore, fino ad arrivare a scomparire».