Ravenna, solo l’Accademia ha un indirizzo ad hoc per il mosaico, il liceo artistico cerca di barcamenarsi

Emilia Romagna | 13 Ottobre 2023 Cronaca
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«Mappare è essenziale per conoscere» così ha esordito Daniele Torcellini, docente all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, nonché curatore della Biennale del mosaico 2023, nel presentare la Mappa di mosaico contemporaneo, un progetto che ha visto coinvolti gli studenti del liceo artistico Nervi-Severini della città, in collaborazione con Mar, Ufficio turismo e Ufficio cultura del Comune di Ravenna, Accademia di Belle Arti di Ravenna. Il progetto è stato coordinato da Elena Pagani, docente di mosaico al Nervi-Severini: 70 i siti mappati, ma la situazione dell’insegnamento di questa arte in città non è allegra.
Marcello Landi, presidente dell’associazione Dis-ORDINE, infatti spiega: «Il liceo Nervi-Severini ha accolto molto bene la nostra proposta per la mappa, anche se il mosaico purtroppo rischia di scomparire a Ravenna nella sua ‘tramanda’ educativa e dell’istruzione. Come abbiamo detto più volte a Ravenna c’erano 7 scuole di mosaico, da quella dell’infanzia fino al liceo, adesso a parte l’Accademia di Belle Arti è mancata tutta la trafila dell’insegnamento. 
Un ministro ha detto che il mosaico, qualche anno fa, è una tecnica come tutte le altre e quindi chiunque può insegnarlo. Mentre nella tradizione ravennate solo chi aveva fatto mosaico poteva insegnarlo, non chiunque. Così rischiamo di perderlo. 
Questo tipo di iniziative e di progetti sono volti a richiamare l’attenzione su questo problema molto grave. Il sindaco e l’assessore alla cultura si stanno operando per risolvere questo problema nato da un ministro che non aveva capito cosa erano gli istituti d’arte e l‘istruzione artistica e quale valore rappresentavo gli oltre 100 istituti d’arte in Italia, oggi cancellati ponendo fine a quella ‘tramanda’ della mano per cui l’Italia è conosciuta in tutto il mondo».
A spiegare la situazione nel dettaglio per l’istituto Nervi Severini è la docente di mosaico Elena Pagani: «il codice del corso sul mosaico in realtà è stato cancellato con la riforma Gelmini del 2010, ma noi resistiamo e finchè ci sono degli insegnanti che hanno ricevuto una formazione sul mosaico, - cioè hanno frequentato l’ex istituto d’arte - c’è la possibilità di continuare a tramandare l’arte del mosaico. Ci sono due laboratori che lavorano a pieno ritmo con due-tre cattedre di arte del mosaico. Ci sono le classe del biennio, prima e seconda, che godono di un progetto sul mosaico con simbolicamente un’ora in più di pittura che automaticamente diventa mosaico. Poi ci sono le classi del triennio dove si cerca di convogliare tutti gli studenti che hanno interesse per questa arte di Ravenna che cerchiamo di sostenere in tutti i modi. 
Di questi tempi è molto difficile, perchè i ragazzi preferiscono le cose molto più veloci, il mosaico  invece è un’arte che va pensata ragionata, progettata, a partire dal progetto pittorico. È un’arte per cui ci vuole tanta dedizione, pazienza e costruzione: è molto difficile portarlo avanti ma fino adesso siamo riusciti. Dal 2010 abbiamo sempre avuto, tutti gli anni, un indirizzo di pittura/mosaico».
A Ravenna così l’unica realtà nella quale ufficialmente si possa imparare  e studiare a fare mosaico è l’Accademia di Belle Arti, diventata statale dal 1 gennaio 2023. La direttrice Paola Babini spiega: «è l’unica accademia in Italia che ha l’indirizzo del mosaico e, rispetto all’università, la nostra forza sono i laboratori dove si impara realmente una tecnica artistica. Oggi abbiamo un centinaio di allievi con indirizzo Decorazioni, arti visive – Mosaico, diviso in un triennio, seguito poi dal biennio come all’università, alla fine viene conseguito un titolo di studio equipollente alla laurea. Al biennio possono accedere anche studenti provenienti da altri cosi di laurea». Continua Babini: «Sarebbe molto importante ripristinare una filiera, già la pratica del mosaico richiede un tempo lento, in un’epoca invece in cui tutto è molto veloce. 
Il problema non è soltanto di Ravenna, in altre città alcuni licei stanno provando alcuni progetti sperimentali per sopperire a questa mancanza. Anche Monreale si trova nella nostra stessa situazione e caldeggia il ritorno dell’indirizzo di mosaico al liceo.
Bisognerebbe alimentare questo indirizzo e la vocazione naturale della città. Nei prossimi anni speriamo di riuscire a spendere meglio questa nostra vicazione ei nuovi progetti che stiamo preparando». (e.nen.)
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