Ravenna, Setramar a stelle e strisce, alla famiglia Poggiali resta il 30%

Emilia Romagna | 02 Dicembre 2023 Economia
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Elena Nencini
Una storia che nasce da lontano quella di Setramar, il gruppo terminalista del porto di Ravenna acquistato recentemente per i 70% dal fondo americano Davidson Kempner, fondo di investimenti globale, considerato sul mercato piuttosto aggressivo e ottavo fondo al mondo per capitalizzazione.
Nel lontano 1965 Domenico Poggiali aveva un’azienda che si occupava di legname vicino all’ex macello e fonda Transwood, azienda che si occupa di trasporto di legname al porto di Ravenna. Due anni dopo le affianca International Docks, che diventerà poi Setramar spa.
Dal 1968 al 1970 Setramar acquista aree per deposito adiacenti alle banchine portuali e per la costruzione di magazzini: in tal modo può integrare i servizi di sbarco ed imbarco con quelli di custodia, stoccaggio e spedizione di merci, in prevalenza rinfuse solide, proponendosi come uno dei primi operatori privati italiani per il porto.Setramar prosegue negli anni un percorso di sviluppo tuttora in atto.
Dal 1973 si specializza nella fornitura di servizi integrati a quelli portuali: spedizioni, shipping, il rimorchio portuale e l’antinquinamento.
A metà degli Anni Novanta il Gruppo Setramar avvia una diversificazione delle attività che coinvolge i comparti del trading e delle attività produttive, in particolare nel settore delle materie prime destinate all’industria.
È negli anni Duemila, infine, che il Gruppo allarga gli investimenti anche al settore dell’energia, proseguendo e ampliando lo sviluppo nel settore dell’agrifood, che aveva gia cominciato con la produzione del vino Felsina grazie alle proprietà vicino Siena.
Oggi il gruppo ha tre terminal - Setramar, Lloyd e Soco -  acui si aggiunge il 50% di Eurodocks, nel corso degli anni ha ampliato e diversificato le proprie attività da quelle armatoriali, ai ristoranti, al ritiro dei rifiuti fino all’energia. Anche se non tutte queste attività hanno reso allo stesso modo.

CARATTERISTICHE
Setramar ha, in totale, 2 chilometri di banchina e circa 800mila metri quadri di superficie di proprietà, oltre 20 gru banchina e più di un centinaio di mezzi di movimentazione. Setramar si configura come uno dei primi terminal privati del sistema portuale italiano per merci solide, alla rinfusa ed in colli, con oltre 7 milioni di tonnellate sbarcate/imbarcate, con oltre 200 dipendenti. Nel 2022 – come si vede sul sito dell’Ufficio camerale - ha avuto un fatturato di oltre 35 milioni di euro.

L’ACCORDO
Sull’operazione stretta tra il fondo statunitense e il Gruppo Setramar è stata pubblicata una nota: «L’accordo è stato raggiunto in sintonia con gli attuali azionisti di Gruppo Setramar, che deterranno alla chiusura dell’operazione di ristrutturazione il 30% del capitale della divisione portuale del gruppo. A seguito dell’accordo la divisione portuale di Gruppo Setramar potrà consolidare lo sviluppo della propria attività facendo leva sulla solidità industriale e sulle competenze che l’hanno reso un operatore primario nel mondo dei servizi terminalistici e logistici». Il porto di Ravenna continua a restare strategico per il futuro: «La società sarà ora in grado di focalizzarsi sulla propria strategia di crescita sia nel porto di Ravenna sia a livello nazionale, con l’obiettivo di sviluppare una piattaforma integrata nell’ambito dell’economia del mare italiana».
Nicolò Poggiali, amministratore delegato di Gruppo Setramar ha dichiarato: «In questo nuovo contesto crediamo fortemente che la nostra conoscenza dell’industria e dello scenario locale contribuirà all’ulteriore sviluppo della divisione logistica del Gruppo, creando allo stesso tempo valore per il territorio. L’accordo darà inoltre impulso all’intero settore, rafforzando la filiera di approvvigionamento e distribuzione del sistema industriale nazionale nel suo complesso».
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