Ravenna, Sabadini (Sapir): «aspettiamo Zls e zona franca doganale. Ecco tutte le novità»
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Elena Nencini
2700 metri di banchine, 76mila mq di magazzini (divisi per rinfuse o ferrose), 53mila mq di aree coperte, 418mila mq di piazzali per lo stoccaggio delle merci: sono questi alcuni dei numeri di Sapir, una delle realtà imprenditoriali più importati del porto di Ravenna, specializzata in imbarco/sbarco e movimentazione di merci, che chiude il bilancio 2021 in positivo. Riccardo Sabadini, presidente della società, racconta il 2021 e le prospettive per il futuro.
Come è andato il bilancio 2021?
«E’ andato bene: il 2021 è stato un buon anno, nonostante già dalla fine si intravedessero le prime problematiche relative all’aumento dei prezzi e dell’energia che hanno trovato una conferma e un’accentuazione a partire dal mese di febbraio 2022, causate dal conflitto in aree molto importanti per noi come il Mar Nero. Il 2022 si presenta con note chiaro-scure legate ai due macro-fenomeni – pandemia e guerra - che sembra stiano creando la tempesta perfetta. I conti li faremo alla fine dell’anno».
Siete pronti per i problemi che potrebbero creare i lavori dell’hub portuale?
«I problemi che creerà li vedremo nel momento in cui si presenteranno, noi crediamo di essere sufficientemente ben attrezzati: abbiamo una situazione abbastanza elastica che riesce ad adattarsi ai diversi problemi e siamo convinti che l’equipment performante così come la formazione degli addetti - attenta alla competenza nel modulare le proprie attività - possano essere le carte vincenti. E’ importante anche avere finalmente le aree di espansione che possiamo utilizzare come San Vitale a ridosso del terminal che ci consente di avere una più ampia libertà di manovra. Speriamo quindi di essere in grado di dare soluzione ai problemi che si presenteranno. Siamo consapevoli delle problematicità ma non spaventati».
Quali novità in arrivo?
«La più significativa è che abbiamo rispettato i tempi che c’eravamo dati per utilizzare le zone di espansione: nell’area San Vitale sono già stati costruiti i muri di contenimento e abbiamo cominciato a lavorare su via Trieste. Ci dobbiamo alzare di 3 metri dal piano di campagna grazie al materiale che portiamo via dalla cassa di colmata di via Trieste. In questo modo riusciamo a svuotare la cassa e a preparare l’altra area. Si tratta di 7 ettari di terreno per noi fondamentali che utilizzeremo come zona strettamente connessa al terminal».
Per quanto riguarda invece la penisola Trattaroli?
«Stiamo cominciando a fare le opere di urbanizzazione (parcheggi, aree pubbliche che dovremo poi cedere al Comune) di Trattaroli, inoltre stanno procedendo i lavori della nuova banchina da parte di Rcm. Alla fine ce l’abbiamo fatta: devo ringraziare Mauro Pepoli, amministratore delegato di Sapir, per lo sforzo nel rinnovare l’azienda, così come per Tcr il direttore Milena Fico e il presidente Giannantonio Mingozzi. Per Trattaroli abbiamo operato molto per metterlo in condizione di poterci lavorare, dal dissequestro dell’area fino al Pua. Finalmente adesso possiamo cominciare a ‘pensare’ la penisola dove sarà collocato anche il nuovo polo nautico».
Come sono andati i traffici?
«Alcuni stanno procedendo in maniera soddisfacente, altri stanno soffrendo. Per fortuna per le aree del Mar Nero che erano per noi strategiche per le argille, alcuni clienti, di cui siamo partner affidabili le stanno integrando con altre provenienze. Per i container nel primo semestre 2022 l’andamento è lievemente positivo. Al momento è una realtà buona. È un anno a chiaroscuri: stiamo cercando di utilizzare bene i chiari per stemperare gli scuri. I soci con cui esiste sempre un dialogo molto costruttivo hanno compreso il momento delicato e hanno apprezzato gli sforzi che la società ha fatto per innovarsi».
Prossimi progetti?
«Attrarre sempre nuovi mercati e nuove merceologie, ovviamente. Cerchiamo di presentare Sapir sempre più integrata nelle diverse realtà logistiche, e cerchiamo di renderla appetibile per nuovi clienti che non siano mai venuti a Ravenna. La Zls (zona logistica semplificata) potrebbe essere una nuova chance, ma la situazione politica complessiva ha influito sui ritardi, sarebbe già dovuta arrivare da un po’ di tempo. L’altra cosa di cui stiamo parlando è conseguente, ovvero la zona franca doganale, che sarebbe veramente un grande motore di attrazione».