Ravenna, Regione, Comune e Parco uniti per la prelazione per Ortazzo e Ortazzino, ma il caso non è chiuso

Emilia Romagna | 02 Dicembre 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Al centro dell’attenzione degli ultimi due mesi sono le zone dell’oasi di Ortazzo e Ortazzino, tra i siti con maggiore diversità ambientale in ambito litoraneo della regione, facenti parte del Parco del Delta del Po.
A marzo l’oasi è stata oggetto di compravendita da privato a privato, senza che fosse concesso diritto di prelazione all’Ente stesso. Regione Emilia-Romagna e Comune di Ravenna hanno messo a disposizione del Parco le risorse necessarie all’acquisto delle aree di Ortazzo e Ortazzino: un’operazione da 437 mila euro che permetterà così di poter esercitare il diritto di prelazione sulle aree A e B, di cui 255mila euro già stanziati dalla Regione, 95mila dal Comune di Ravenna e 87mila dall’Ente Parco. La stima del valore dei terreni in zona A e B, basata sul valore complessivo (di compravendita) di 580mila euro (vedi box sotto), è pari a 437mila euro. 
Per quanto riguarda l’area C, secondo le amministrazioni, esistono vincoli stretti che non permettono interventi di nessun genere, anche se questa rimarrà - al momento - di proprietà privata.

IL SINDACO DE PASCALE
«BISOGNA ACQUISIRE AREA C»
Per il sindaco di Ravenna Michele de Pascale è necessaria: «L’acquisizione a parte pubblica anche dell’area C, per la quale non era possibile attivare l’azione di riscatto. Al contempo diamo piena disponibilità a sostenere negli anni a seguito dell’acquisizione anche la manutenzione e la valorizzazione di quest’area così importante, integrandola con il resto del patrimonio naturalistico del comune di Ravenna, a prescindere dal fatto che sia in gestione al Comune stesso, allo Stato o al Parco del Delta del Po. Ci auguriamo quindi che si possa al più presto acquisire la proprietà pubblica dell’intera area, aumentandone sia i livelli di tutela che di valorizzazione ai fini naturalistici. Nel pieno rispetto della legge, il Parco sta azionando il proprio diritto di riscatto sulla vendita già avvenuta e ai valori ad essa riferiti; qualsiasi ulteriore vendita che la proprietà dovesse tentare, non avrebbe alcun effetto poiché il riscatto viene esercitato dal Parco in riferimento alla prima vendita, non su futuri altri atti di cui al momento non abbiamo conferma e che non produrrebbero alcun effetto».

MORELLI (ENTE PARCO DELTA PO)
«CONSERVAZIONE AL PRIMO POSTO»
L’occasione finalmente per intervenire sull’area come sottolinea la presidente del Parco Delta del Po, Aida Morelli: «Esprimo grande soddisfazione per aver trovato un accordo con la Regione e il Comune di Ravenna per procedere con il riscatto del diritto di prelazione per l’acquisto dell’Ortazzo-Ortazzino, un’area di eccezionale valore naturalistico e paesaggistico, gioiello del territorio del Delta del Po che, nonostante i vincoli esistenti tutelassero già in modo assoluto, entrerà finalmente a far parte del patrimonio pubblico, così da permetterci di migliorarne ulteriormente lo stato di conservazione». 

SANTARELLA  (ITALIA NOSTRA)
«RIQUALIFICARE ZONA C»
Francesca Santarella, di Italia Nostra sezione di Ravenna, ribadisce come nell’ultima riunione: «Non si sia fatta menzione sulla riqualificazione della zona C in zona B. Le associazioni ambientali stehanno richiesto questo cambio con il sostegno di Ispra e non viene motivato perché non venga avviata la riclassificazione immediatamente. Paradossalmente l’acquisto delle due aree classificate A e B è inutile, poichè il tipo di tutela che esiste non permette di fare nulla che possa nuocere all’ambiente. 
L’area C invece è invece a ridosso del centro abitato, ed è quindi la più appetibile, soggetta a un maggiore rischio di cementificazione».
Per Santarella la vicenda non finisce qui, continua: «Adesso dobbiamo avere altri pareri e consultazioni. Mi sembra che la via della prelazione non sarà così facile, anche perchè l’immobiliarista romano dice che i documenti sono tutti corretti.  Senza riclassificazione, il primo piede per l’antropizzazione e lo sfruttamento a fini economici del comprensorio dell’Ortazzo sarà messo. Succederà come nel Lido ferrarese, nato come area con possibilità di agriturismo e diventato un villaggio attrezzato di tutto? Se ci sono altre possibilità cercheremo di percorrerle».

IL PARERE DI ISPRA
SULLA RICLASSIFICAZIONE
Un gruppo di associazioni – Wwf Ravenna, Ente Nazionale Protezione Animali, Federazione Italiana Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente Ravenna Circolo Matelda, Organizzazione Internazionale Protezione Animali, Unione Bolognese Naturalisti - hanno richiesto all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente pubblico) l’opportunità di riclassificare la zona C del Parco del Delta del Po in località Ortazzino e di acquisire il comprensorio Ortazzo, Ortazzino e Foce Bevano sud al demanio tramite l’istituzione di una Riserva Naturale Statale. L’Ispra si dice favorevole al fatto che la zona C  diventi zona B in quanto «Rappresenta uno dei pochi lembi di territorio costiero della regione Emilia-Romagna sopravvissuto al rapido processo di trasformazione del litorale avvenuto a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso in seguito al boom economico e al conseguente sviluppo dell’attività turistica che ha interessato l’intera fascia alto adriatica. In questo comprensorio sono presenti habitat un tempo ampiamente diffusi e oggi localizzati in poche zone di limitata estensione. Inoltre, qui trovano rifugio molte specie animali e vegetali di interesse naturalistico e oggetto di particolare tutela». E continua: «Alla luce di ciò, si è del parere che Ortazzo, Ortazzino e Foce Bevano sud vadano adeguatamente protetti, non solo preservando gli habitat nelle zone dove essi sono attualmente diffusi, ma anche favorendone l’espansione di areale. È ben noto, infatti, che l’efficacia di un’area protetta dipende in larga misura dalla sua estensione: più un’area è piccola ed isolata rispetto ad analoghi contesti ambientali, meno riesce a preservare habitat e specie nel periodo medio-lungo. In quest’ottica, si ritiene che la proposta di modifica della zonizzazione presentata da codeste Associazioni vada nella giusta direzione». E conclude: «Questo Istituto è del parere che vi siano le condizioni affinché i terreni indicati da codeste Associazioni vengano fatti rientrare nella zona B del Piano del Parco. Il cambiamento di classificazione è auspicabile per garantire la conservazione della biodiversità nel lungo termine in quanto permetterebbe di perseguire più efficacemente gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie di interesse nazionale e comunitario presenti nel biotopo».

Un’area incontaminata, ma a rischio cementificazione dagli anni ‘60. Le vicende giudiziarie
L’Ortazzo e Ortazzino si trovano in prossimità della foce del torrente Bevano, una superficie di circa 500 ettari - che coinvolge anche una parte della pineta di Lido di Classe - costituita prevalentemente da stagni, canneti, dune e litorale che fanno parte del Parco del Delta del Po. L’area è suddivisa in tre zone denominate con la classificazione A, B, e C, sottoposte a vari gradi di tutela: la zona A, la più piccola, è a protezione integrale, dove è vietato anche l’ingresso, essendo gli ambienti più preziosi e delicati; nella zona B si parla di ‘protezione generale’ e le attività economiche non sono consentite, ma quella agricola si. La zona C, circa 70 ettari, è di ‘protezione ambientale’, il grado di tutela è meno forte. A marzo 2023 Cpi Real Estate Italy spa, legata al colosso immobiliare lussemburghese Cpi Property Group, acquista Ortazzo e Ortazzino, per 580 mila euro. Ha rilevato la proprietà dall’immobiliare Lido di Classe che la deteneva fin da quando, negli anni ‘60, era prevista una lottizzazione edilizia, poi impedita attraverso battaglie giudiziarie. Nonostante l’Ente Parco vantasse diritto di prelazione, procedura che consente all’Ente gestore del Parco di richiedere il riscatto di esercizio di tale diritto entro un anno dalla data di compravendita, quindi a febbraio 2024 - a marzo non aveva i fondi per poterla fare. La vicenda non finisce qui: a settembre viene fatto un preliminare di compravendita per il passaggio dell’area al gruppo agricolo Mazzoni. Prezzo: un milione e 50 mila euro. Quasi il doppio di quanto pagato solo pochi mesi prima dal colosso immobiliare lussemburghese. I 437 mila euro, stanziati da Comune, Regione e Ente Parco servirebbero quindi per esercitare il diritto di prelazione rispetto alla prima compravendita dell’Ortazzo e Ortazzino, quella tra immobiliare Lido di Classe e il colosso lussemburghese. Secondo il Parco e il Comune di Ravenna, la prima compravendita sarebbe infatti avvenuta senza rispettare il diritto di prelazione, e dunque sarebbe possibile far valere ora quel diritto. Secondo le associazioi ambientaliste si preannuncia una battaglia legale.
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