Ravenna, Rambelli (Fai): «Trasporti, il lavoro è discontinuo, tariffe da stabilizzare»

Emilia Romagna | 24 Giugno 2023 Economia
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Elena Nencini
Non è stato un anno facile per il mondo dell’autotrasporto, a cominciare dal rincaro dei carburanti a seguito della crisi innescata dallo scoppio della guerra in Ucraina, preceduta dalla pandemia. 
Pietro Rambelli, presidente della Federazione Autotrasportatori italiani (Fai Romagna), nonché a capo di Eurochem, azienda di trasporti, specializzata in liquidi chimici a temperatura controllata fino a 200°C con riscaldamento autonomo, racconta i problemi del settore e i nodi sul territorio. 
Un 2023 che non è cominciato sicuramente sprint.
«Il lavoro si è contratto: non stiamo lavorando come l’ultimo semestre del 2022, l’inizio dell’anno è partito molto tranquillo. Non c’è affluenza di trasporti come nell’ultimo semestre del 2022. A causa dei problemi al ponte mobile sono inoltre preoccupato per coloro che lavorano al porto, chi attraversa il Candiano deve fare sempre molta fila».
Quanti sono i soci Fai Romagna?
«20 associati, siamo nati prima del covid e non abbiamo avuto modo di fare propaganda».
Quali sono i problemi che sentite più forti?
«Per quanto riguarda il trasporto in generale partiamo dalla carenza di manodopera alla crescita delle tariffe. Il Governo ci ha aiutato quando il gasolio è andato a due euro con lo storno delle accise, ma adesso che il gasolio sta calando si abbassano anche le tariffe. C’è una fluttuazione della tariffa che stiamo cercando di stabilizzare, anche perché è difficile fare una progettazione a lungo termine. Oggi per ordinare un camion ci vuole 1 anno per la consegna. Prima era molto diretto: potevi crescere di conseguenza al mercato, adesso è necessaria una programmazione. Ma io non so se tra un anno continuerà ad essere così il mercato o se le richieste saranno cambiate». 
Come Eurochem su quali tratte principali lavorate?
«Il 60-70% del lavoro è con l’estero, in particolare la Germania, ma anche lei sta andando in recessione e noi gli andremo dietro. I camion sono fermi, si lavora a singhiozzo, alcune settimane non c’è lavoro, altre sono piene. Il 2023 non è stato molto proficuo. Sono mancate anche le navi portacontainer in porto».
Quali sono le merci che trasportate?
«Merci chimiche, in particolare abbiamo cisterne a temperatura controllata fino a 200°C con riscaldamento autonomo. Ma è un mercato che si fa fatica a capire: adesso facciamo un viaggio a settimana dalla Procter di Gattatico per andare a imbottigliare il Viakal in Spagna. Per il chimico invece lavoriamo con la Pir, a Porto Corsini, non ci sono prodotti di chimica di base in Italia».
Per quanto riguarda la viabilità portuale come sono messe le strade?
«Sulla Baiona non ci possiamo lamentare: c’è il solito problema di Marcegaglia che crea file sulla strada e alle volte rischiamo di arrivare troppo tardi alla Pir per caricare. E’ un problema che va risolto». 
Ultimamente la chiusura del ponte mobile ha rappresentato un problema per voi?
«La concomitanza dei lavori sulla statale 16 e la chiusura del ponte mobile hanno intasato Ravenna per un mese. Si sono lamentati tutti e adesso hanno messo dei dissuasori, una soluzione che non ci convince: se effettivamente l’asfalto non è scivoloso non andava fatta questa scelta. Anche perchè questa soluzione si ripercuote su tutta la viabilità di Ravenna e ce la porteremo dietro almeno per un anno».
Cosa chiedereste al Governo?
«Una cosa molto seria è il costo del personale ci confrontiamo con aziende lituane e polacche che hanno un costo del personale molto più basso. Le tasse vanno pagate naturalmente, ma noi trasportatori dobbiamo essere capaci di farci pagare dal cliente la tariffa giusta, con le accise, le trasferte, i rincari del carburante. Non possiamo andare a lavorare anche in rimessa». 
Il progettone dell’hub e gli escavi dei fondali possono incrementare il vostro lavoro?
«Si certamente, Ravenna non è un porto naturale se non lo si tiene manutenuto entrano navi con sempre minor pescaggio. Negli anni a Ravenna si sono persi tanti lavori proprio a causa dei fondali troppo bassi per navi importanti.  Il progetto dell’hub sta già portando un forte indotto per tutta la città». 
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