Ravenna, per la rimozione delle tre navi in pialassa Daniele Rossi (AdspRa): «valuteremo le proposte»
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Elena Nencini
Sono 700 le navi abbandonate nei porti italiani, come risulta da una relazione della Guardia costiera, una situazione che riguarda imbarcazioni di proprietà di armatori residenti nei paradisi fiscali o poco rispettosi della normativa. A Ravenna non c’era solo la Berkan B nella pialassa, ma ci sono altre tre imbarcazioni ‘dimenticate’: la motonave Vomv Gaz, la Nicolaev e la Oreburggazprom.
Scade il 2 settembre la possibilità da parte degli operatori economici di presentare la manifestazione di interesse in merito alla progettazione dell’intervento di «Demolizione navi abbandonate in sponda SX Canale Piombone» bandito dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale (AdspRa) per l’affidamento del servizio di rimozione di 3 navi che si trovano in località Piomboni a Ravenna. Come sottolinea il presidente di AdspRa Daniele Rossi: «non è una gara, valuteremo il miglior progetto che ci verrà presentato. Obiettivo di questo bando è il progetto ingegneristico. Abbiamo già valutato che le navi non possono essere fatte galleggiare per il rischio di spezzarsi: aspettiamo la presentazione da parte degli operatori di un progetto e delle diverse modalità proposte per la rimozione. E’ un’offerta al ribasso a partire da 130mila euro. Una volta che avremo scelto la migliore proposta sulla base del costo e dei servizi offerti, valuteremo se fare una gara per rimuoverne una, due o tre». La prestazione andrà svolta in poco più di tre mesi (100 giorni).
Continua Rossi: «Temo che non avremo i soldi per rimuoverle tutte, abbiamo avuto un contributo dal Ministero dei trasporti di due milioni e spero che riusciremo a fare qualcosa. Il Ministero ha istituito un fondo speciale per la rimozione delle navi abbandonate che viene alimentato ogni anno, ma sono cifre risibili di fronte al numero di situazioni di questo tipo che ci sono in Italia».
Sottolinea Rossi: «sono navi bonificate, non c’è pericolo ambientale, sono costantemente monitorate dalla Capitaneria di porto, ma ci vorrebbe un impegno molto forte da parte del Governo, che deve prendere coscienza della gravità e della difficoltà di questa situazione. Bisogna intervenire con leggi più severe contro l’abbandono delle navi: non è possibile che un armatore straniero abbandoni impunemente la nave e il suo equipaggio in un porto. Bisogna aiutare i porti a risolvere queste situazioni con uno stanziamento significativo in bilancio e ci vogliono leggi estremamente severe che impediscano il loro ricrearsi in futuro».