Ravenna, parla Ruggeri (Snam): «Rigassificatore pronto entro il 2024, agenda rispettata, è un progetto per il Paese»

Emilia Romagna | 15 Settembre 2023 Economia
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Elena Nencini
Sono partiti a giugno i lavori per la costruzione del metanodotto Snam che collegherà il rigassificatore galleggiante Singapore Bw - che trasforma il gas liquefatto (Gnl), portato dalle metaniere, in gas naturale, alla Rete Nazionale Gasdotti, già esistente a nord della città di Ravenna. 
La Bw Singapore sarà ormeggiata a 8,5 km nella piattaforma Petra (gruppo Pir) e immetterà 5 miliardi di metri cubi di gas metano l’anno. I lavori per il metanodotto a terra (32 km) sono stati commissionati dalla Snam alla Max Streicher spa, per un ammontare di oltre 40 milioni di euro, quelli per il metanodotto in mare e per l’adeguamento della piattaforma, sono invece commissionati alle aziende Rosetti Marino, Micoperi e Saipem.
Elio Ruggeri, amministratore delegato di Snam Fsru (Floating Storage and Regasification Unit Floating) Italia fa il punto della situazione e conferma che il rigassificatore sarà pronto per dicembre 2024. 
Qual è lo stato dell’iter relativo al rigassificatore che sarà posizionato a Ravenna? I prossimi step?
«L’istanza per l’avvio dell’iter autorizzativo della Fsru (Floating Storage and Regasification Unit Floating) Bw Singapore è stata presentata da Snam l’8 luglio 2022 e si è conclusa positivamente 120 giorni dopo. Le attività per la messa in esercizio della nave al largo della costa ravennate, autorizzate con procedura commissariale, possono dirsi partite per il collegamento a terra (34 km di gasdotto), mentre stanno iniziando anche le lavorazioni preliminari offshore (8,5 km di gasdotto), tutti interventi che saranno realizzati nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Al momento le attività sono concentrate nell’area ex Sarom di Punta Marina, dove dovrà essere realizzata la postazione di spinta del microtunnel di 1,3 km che attraverserà la linea di costa senza scavi e senza intaccare il litorale. Sono in fase di esecuzione, inoltre, le indagini batimetriche nei pressi della piattaforma Petra, cui la BW Singapore sarà ormeggiata dopo gli opportuni adeguamenti e ammodernamenti».
Tempi previsti?
«L’entrata in esercizio della BW Singapore, con l’arrivo delle prime navi metaniere che vi conferiranno il Gnl da rigassificare, è prevista entro la fine del 2024, come da cronoprogramma iniziale». 
In termini pratici l’immissione di gas sulla rete nazionale a quanto corrisponderà?
«L’integrazione di questa nave al sistema energetico nazionale si inserisce nel contesto delle azioni che Snam ha intrapreso di concerto e su indicazione del governo per consolidare la sicurezza energetica del Paese a seguito del conflitto russo-ucraino e dell’acuirsi della crisi energetica. La Fsru Bw Singapore, a regime, può immettere in rete, ogni anno, 5 miliardi di metri cubi di gas. Assieme al contributo fornito dal rigassificatore Golar Tundra, dotato di identica capacità e attualmente in esercizio nelle acque del porto di Piombino, la nave ormeggiata al largo di Ravenna consentirà così di portare a zero le residue quote di gas importato da Mosca ancora nel 2022».
Diverse le polemiche rispetto alla scelta di un rigassificatore, secondo lei sono valide?
«È un impianto che serve al Paese, e non desta preoccupazioni né per l’ambiente né per le persone. La rigassificazione e l’industria del Gnl - prodotto, trattato, stoccato e rigassificato in tutto il mondo almeno dalla metà del secolo scorso - sono attività sicure, forti di filiere consolidate a livello globale. La Fsru si limita a usare l’acqua di mare che, senza entrare in contatto diretto con il gnl, funziona quale sorgente di calore per il processo di rigassificazione. Tutte le analisi di rischio sono state sottoposte, secondo quanto disposto dalla normativa vigente, alle autorità competenti in materia di sicurezza. Non solo: la nave BW Singapore è dotata di certificazioni di conformità in linea con i principali regolamenti applicabili ed è allestita con tutti i necessari sistemi di sicurezza e antincendio. Tutti rassicuranti, infine, gli studi modellistici realizzati per valutare gli impatti su paesaggio, ecosistemi, atmosfera, salute e traffico navale. Insomma, nulla è lasciato al caso».
Quale indotto potrà portare per Ravenna e il suo porto?
«Questo tipo di impianti, sia in fase di costruzione – con l’adeguamento infrastrutturale dell’area – sia in fase di esercizio, sono capaci di alimentare positivamente l’economia, e Snam da sempre è attenta alle ricadute locali delle proprie attività. In fase di costruzione, in particolare, saranno coinvolte le ditte del ravennate, valorizzando così le competenze specifiche e distintive del territorio. Durante la fase di esercizio, poi, la FSRU avrà bisogno di numerosi servizi di supporto alla propria operatività, e questo determinerà ricadute positive dirette e indirette, favorendo l’indotto».
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