Ravenna, parla Riccardo Vitiello (ad Docks Cereali): «Investimenti per 10 milioni, aspettiamo l’inizio degli escavi»

Emilia Romagna | 15 Dicembre 2023 Economia
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Elena Nencini
650 metri di banchina attrezzata, 215mila metri quadrati di spazi, circa 1 milione e 400mila tonnellate di merci movimentate nel 2023, 50 persone a tempo indeterminato sono i numeri di Docks Cereali, il più grande terminal di Ravenna e del Mediterraneo specializzato in rinfuse alimentari (cereali, farine e semi vari).
L’amministratore delegato dell’azienda, da giugno 2023, è Riccardo Vitiello, già consigliere di amministrazione e azionista della società, una tradizione familiare come armatori, sia nel settore dei rimorchiatori che nelle portarinfuse. 
Vitiello, com’è andato il 2023?
«Il 2023 è stato un buon anno seppure con delle iniziali difficoltà dovute al momento congiunturale: in quanto è arrivata tantissima merce tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Ci sono stati dei picchi dovuti alla guerra russo-ucraina, con momenti in cui si è lavorato moltissimo e altri in cui si è lavorato poco. Credo che finiremo il 2023 con un +10% per quantità di merce movimentata. Un bilancio buono ma non buono come poteva essere a causa dei problemi di inizio anno».
Siete specializzati in rinfuse alimentari, quanto hanno influito gli ultimi  conflitti?
«La guerra russo-ucraina ha influito poco sui volumi totali dell’anno. Il fabbisogno infatti è dato dal consumo, dalla richiesta di materie prime delle aziende italiane. Quando dall’Ucraina non arrivavano mais e grano per i blocchi navali, le aziende si sono rivolte ad altri mercati. Quindi ha influito non tanto sulle quantità importate, ma l’impatto forte è stato per il traffico instabile, abbiamo avuto periodi, come la fine dell’anno, in cui si è lavorato tanto, mentre in estate i traffici si sono ridotti. Tutto ciò ha prodotto dei picchi di lavoro molto alti che hanno messo a dura prova la nostra organizzazione anche perché la nostra capacità di stoccaggio, pari a 350mila tonnellate, non è al momento aumentabile».
Sono cambiati i paesi di import delle merci?
«A parte il fatto che è arrivata meno merce dal Mar Nero, i cereali sono divisi in tre generi: granaglie, semi oleosi e farine. Farine e semi di soia in gran parte arrivano dal Sud America (Argentina e Brasile), i semi di girasole dal Mar Nero, dall’Ucraina nello specifico, e ne abbiamo fatti meno. E’ arrivato tanto grano, rispetto al 2022, sia dall’Ucraina che dalla Turchia, che è una novità, a cui si aggiunge il traffico dai paesi dell’East Europa via treno. Da Canada e Nord America arriva il grano di altissima qualità per le produzioni di pasta di alto livello, panettoni e dolci in genere. 
C’è stato un momento congiunturale particolarmente favorevole per comprare grano russo, ucraino. Le produzioni sono state ottime ed i porti del sud Italia si sono congestionati facendo arrivare clienti che normalmente sbarcano in altri porti del meridione».
Gli escavi non sono ancora partiti sul vostro terminal. Li state aspettando?
«Abbiamo tre punti di sbarco sul terminal: il pescaggio più profondo, la banchina dei carriponti, arriva a 10.20-10.50 m, mentre le altre due sono intorno ai 9-9.50 m. E’ fondamentale per noi arrivare a 12.5 m. per essere competitivi anche rispetto agli altri terminal. Ormeggiare navi più grandi significa che trasportano più merci con un costo unitario di trasporto più basso. Adesso siamo in grado di alloggiare e scaricare tre navi in contemporanea. Spero che rientreremo presto nel programma degli escavi».
Sono previsti nuovi investimenti per il 2024?
«Abbiamo già iniziato nel 2023 con l’acquisto di una gru e abbiamo già firmato un ordine per una tramoggia di nuova generazione e un locotrattore. Il lavoro più importante sarà però il potenziamento del raccordo ferroviario: i tempi si stanno allungando per i permessi, ma speriamo di cominciare nel 2024. Il progetto prevede il raddoppio del ferro di cavallo dei binari esistenti, che ci permetterà così di lavorare due treni contemporaneamente, con un nuovo punto di scarico e carico di moderna tecnologia che dimezzerà i tempi di lavoro, un investimento di circa 3 milioni di euro. Nei prossimi anni dovremo acquistare anche un’altra gru e una tramoggia, in tutto parliamo di investimenti per circa 10 milioni di euro».
A cosa puntate per il futuro?
«Dovremmo movimentare 1 milione e mezzo di tonnellate di merci alla fine del 2023. Vogliamo continuare a puntare sulla qualità dei nostri servizi  per essere il migliore terminal portuale specializzato sui cereali. Siamo un terminal di riferimento per Barilla, che non è il nostro maggior cliente per fatturato, ma lo consideriamo uno dei nostri fiori all’occhiello, visto che richiede standard qualitativi di sicurezza altissimi. Siamo lieti di essere considerati un servizio all’altezza».
 
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