Ravenna, parla il sindaco De Pascale: «2022 positivo per energia, turismo e porto, nel 2023 cantieri Pnrr e Pronto soccorso»

Emilia Romagna | 26 Dicembre 2022 Politica
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Manuel Poletti - «Le priorità per il 2023 sono mandare a bando i tanti progetti del Pnrr, concludere il restyling del Pronto soccorso da parte dell’Ausl e ridefinire una nuova strategia per energia e chimica del nostro territorio insieme al governo nazionale. Nel 2022 abbiamo risposto bene all’emergenza nazionale sul gas col progetto del rigassificatore, abbiamo avuto il primo step del rilancio delle crociere, i cantieri dell’hub portuale e l’estate degli eventi culturali e musicali».
Il sindaco e presidente della Provincia Michele De Pascale analizza così il recente passato, il presente e i mesi futuri del suo secondo mandato, senza dimenticare il congresso del Pd, il suo partito, dove sosterrà «con convinzione la candidatura di Stefano Bonaccini a segretario nazionale».
Sindaco De Pascale, nel 2022 la Guerra in Ucraina ha sconvolto le agende di tutti, soprattutto in Europa. Fra le conseguenze c’è stata l’emergenza gas per l’Italia, in questo contesto Ravenna è stata pronta su scala nazionale col progetto del rigassificatore. Sui temi dell’energia la città è la capitale in Italia?
«Purtroppo nel 2022 si è verificato quello che chi opera nel mondo dell’energia preannunciava da tempo. Una fibrillazione internazionale, l’Europa è entrata in crisi e l’Italia sta pagando un prezzo molto pesante. Negli anni scorsi la guerra contro il gas e più sindromi Nimby sulle rinnovabili hanno messo l’Italia in una posizione di grande difficoltà. Ravenna era dimenticata da tutti per le sue potenzialità in questi ambiti, tutto ad un tratto è tornata luogo di grande attenzione, con il progetto del rigassificatore, così come il grande piano del parco eolico Agnes in Adriatico e il progetto di Eni e Snam sulla captazione di CO2. Ravenna è la città dell’energia in Italia e credo abbia dato buona prova di sé in questo delicato periodo».
Il secondo rigassificatore è un progetto realistico o no?
«L’ho letto sui giornali, dal governo non abbiamo avuto nessuna proposta per il secondo rigassificatore, al momento non c’è nulla di concreto, stiamo concentrati sul primo che entrerà in funzione nel 2024. Con tutto il rispetto però, la scelta di collocare a Piombino un rigassificatore per soli 3 anni è davvero incomprensibile, con tutto quello che comporta l’installazione in termini di costi e l’avviamento di un’infrastruttura del genere».
Il sistema sanitario nazionale è sotto finanziato e mancano professionalità, rischia il collasso nel 2023 anche in Romagna? Dopo due anni di Pandemia in cui si era riscoperta l’importanza del sistema pubblico, come si spiega le scelte del governo Draghi e quelle del governo Meloni?
«Bisogna partire da due errori storici, uno difficilmente recuperabile in tempi brevi, mentre sul secondo bisogna intervenire. Primo, serve una pianificazione nelle professioni sanitarie a lungo termine, cosa che è mancata negli ultimi decenni. Sui medici in Romagna abbiamo dato un contributo unico con la partenza del corso di laurea a Ravenna e a Forlì. Il secondo invece è molto grave, da parte del governo Draghi in primis: dopo la Pandemia siamo tornati a sotto finanziare il sistema sanitario ed il governo Meloni ha confermato questa tendenza. E’ davvero un errore incompresibile, come dire che la Pandemia non ci ha insegnato nulla o quasi. In Romagna, dobbiamo ricordarlo, con la nascita dell’Ausl unica costiamo meno rispetto all’Emilia. In epoca di “vacche grasse” non ci si accorge di questi elementi, ma quando le risorse scarseggiano è un dato che non può essere sottaciuto. Qui abbiamo fatto riforme importanti di efficientamento di tutto ciò che non è sanitario, però ora devono farlo anche gli altri, come è stato fatto in Romagna».
Il 2022 è stato l’anno d’oro dei sindaci con i progetti del Pnrr: ci sarà un’abbondante pioggia di risorse per realizzare decine e decine di progetti che altrimenti sarebbero rimasti nel cassetto. Che bilancio può già fare Ravenna?
«Dalle statistiche della Regione Emilia-Romagna, la provincia di Ravenna è seconda solo alla città di Bologna. Siamo quindi molto soddisfatti e cercheremo di mettere a terra già dal 2023 molti progetti. Per questo però chiederemo all’Europa di non costringere le istituzioni interessate a bandire le gare nel periodo di massima speculazione dei prezzi, perché sarebbe una follia. Chiederemo invece al governo di integrare le risorse sui progetti che costeranno di più, ma anche laddove questo non fosse accolto, Ravenna utilizzerà tutte le risorse del Pnrr e se servirà faremo anche mutui perché l’occasione è imperdibile. Non si possono infatti buttare via ad esempio 10 milioni di euro se ne servono altri 2 per concludere un progetto. Edilizia scolastica, tutela ambientale, mezzi più ecologici, parco marittimo, casa della salute in Darsena: andranno tutti a terra. Questo secondo mandato sarà fortemente caratterizzato per la realizzazione di questi progetti».
Sul fronte turistico, un altro asset fondamentale della Romagna, nel 2022 c’è stato un forte ritorno degli stranieri e a Ravenna soprattutto dei crocieristi. Nel 2023 su cosa punterete, fra eventi culturali e non?
«La grande novità della stagione 2022 è stato il ritorno dei crocieristi, quasi 200mila passeggeri, grazie anche ad alcuni problemi di altre città, come Venezia. Nel 2023 gli arrivi su Ravenna aumenteranno ancora di più rispetto agli ultimi dodici mesi: andranno gestiti, certo, ma è molto peggio gestire “lo zero” che alcune centinaia di migliaia di turisti. La stagione estiva sarà segnata ancora dalle meraviglie del nostro Ravenna Festival. Lo scorso anno abbiamo avuto anche l’aggiunta del Jova Beach party, per il 2023 non abbiamo ancora notizie certe in merito ad eventi come quello che abbiamo organizzato a Marina di Ravenna nel luglio scorso. Rimane un bagaglio d’esperienza importante che utilizzeremo se ci sarà l’occasione buona per ripetere un grande evento musicale sui lidi».
Sicurezza dei cittadini, tema spinoso, evidenziato sempre più spesso anche nelle statistiche nazionali, con l’appendice dell’illuminazione notturna spenta in novembre che ha suscitato molte critiche e vi ha costretto a fare marcia indietro in dicembre. Cosa potete fare di più?
«Il tema dei furti in abitazione lo continuiamo a sottolineare con grande forza a tutti i livelli istituzionali. C’è anche grande confusione attorno a queste statistiche: dati che cambiano da provincia a provincia in maniera molto marcata anche se parliamo di territori confinanti. Se questi dati sono corretti, allora anche la dotazione di forze dell’ordine dovrebbe essere riproporzionata. Il secondo elemento è che chiamiamo “furto in abitazione” sia il furto di una bicicletta in giardino, sia l’ingresso in casa dei ladri: anche dal punto di vista delle pene andrebbero allora equiparati. Il furto all’interno dell’abitazione non è solo un reato contro il patrimonio, anzi, provoca paure in chi abita in quella casa per lungo tempo e per questo andrebbe punito in maniera diversa, molto più pesante. Mi preoccupano più i furti in abitazione rispetto ai rave, lo dico al governo Meloni, che ha speso molto tempo su questa tematica».
Politica, dopo la netta sconfitta di settembre, il suo partito, il Pd, ha imboccato il lungo e tortuoso percorso che lo porterà al congresso del febbraio 2023. Il quadro delle candidature a segretario sembra abbastanza delineato. Lei sosterrà il presidente E-R Bonaccini, non senza dimenticare il tema del lavoro, spinto molto dal sindaco di Bologna Lepore. Ci spiega le sue scelte?
«Il percorso del Pd è lungo e anche un po’ burocratco, ma dopo due sconfitte a livello nazionale avvenute nel 2018 e nel 2022 l’analisi e la ripartenza non si può consumare in poche settimane. Serve più tempo, il percorso delineato è apprezzabile e poi c’è da fare opposizione a questo governo Meloni di destracentro che ha cominciato molto male. Il Pd ha bisogno di tempo per rigenerarsi e il messaggio chiaro deve essere che se anche questo governo andasse in crisi in tempi brevi, noi non saremmo lì già pronti per prendere tre ministeri, come successo in passato. Dall’altra parte gli italiani devono iniziare a valutare l’operato del governo Meloni, si erano visti promettere tutto, mentre le prime azioni concrete sono a favore degli evasori e basta. Per quanta riguarda il Pd credo che il miglior segreterio sia Stefano Bonaccini e quindi lo sosterrò con grande convinzione, ma credo anche che quando si parla di lavoro non ci si debba limitare a tutelare il lavoro povero e debole, ma dobbiamo avere l’ambizione di essere il partito che crea il lavoro, e questo è meno scontato e più complicato da fare».
Infine, quali sono le tre priorità per la città di Ravenna nel 2023 dal suo punto di vista?
«La prima, bandire tutte o quasi le gare per i progetti del Pnrr, sarà un impegno molto forte. Poi la definizione complessiva di una nuova strategia di visione industriale insieme al governo sia sul versante dell’energia che su quello della chimica. In questo senso il nuovo anno dovrà essere strategico per chiudere questo cerchio e rilanciare tutti i settori coinvolti, pianificando soprattutto quelli futuri. Infine, il terzo, completare il restyling del Pronto soccorso di Ravenna, un tema di grande attenzione dei cittadini. Un investimento che metto sopra a tutti gli altri, mi piacerebbe che l’Ausl completasse questo progetto».
 
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