Ravenna, Parla Ghirardi (Marinando): «Prima scuola para Sailing in regione»

Emilia Romagna | 04 Marzo 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Il mare e la barca a vela come strumenti ludici, di socializzazione e integrazione, di sport sono questi gli obiettivi principali dell’associazione di volontariato Marinando Ravenna, che promuove progetti inclusivi e accessibili, al servizio di persone con disabilità o in situazioni di disagio.
Il presidente di Marinando, Sante Ghirardi, racconta i  progetti per il 2023 e le novità.
Cominciamo con qualche numero, quanti soci avete?
«Siamo circa 60 di cui circa 25 sono soci attivi. E’ partito anche il nuovo corso di formazione per i volontari con più di 20 iscritti».
Quali sono le attività che portate avanti?
«Abbiamo creato da poco Marinando 2.0 che è la parte sportiva dell’associazione. Negli ultimi 12 anni abbiamo seguito la parte sociale, a cui adesso si aggiunge anche quella sportiva: sabato 4 al Circolo Velico Ravennate ci sarà la presentazione della prima scuola para Sailing della regione, grazie anche alla donazione da parte di Rotary e Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, di due barche hansa 303. Le due barche andranno a costituire la flotta di Marinando non solo per la scuola paralimpica, ma anche per le attività agonistiche dell’associazione. Il sogno sono i Campionati Mondiali in Portogallo. È sicuramente l’aspetto più innovativo di questo periodo: sarà un’opportunità a livello sportivo. Con l’altra barca, Gaia, abbiamo fatto il campionato invernale, con una squadra composta da una persona autistica, una sulla sedia a rotelle e tre normodotati, l’equipaggio che abitualmente va alla Barcolana a Trieste, la Veleziana a Venezia e tutte le regate della nostra zona. Questi numeri possono variare fino a un massimo di 8 persone. La vela può essere vissuta in forma individuale o di squadra che viene scelta in base al livello di disabilità. La vela è fortemente inclusiva anche perché una volta che sono in barca non ho scalini, le barriere sono zero».
Quali sono le caratteristiche dell’hansa 303?
«E’ una deriva di scuola vela, usata anche per le regate, sono barche allegre, colorate, si può navigare sia in singolo che in doppio. È una classe open, non c’è differenza tra disabili e normodotati, si fa la stessa regata ad armi pari. E’ quindi fortemente inclusiva, può essere usata dal bambino, all’anziano al disabile. Mi piace pensare che sia una barca per tutti». 
Altre attività?
«Portiamo avanti l’attività sportiva che coinvolge anche persone con disabilità e con la buona stagione attiveremo i progetti con il bagno ‘Insieme a te’ di Punta marina, dove due volte a settimana gli ospiti potranno andare in barca a vela, poi stiamo attivando un progetto legato ai disturbi alimentari; “Il mare che unisce” è invece rivolto ai minori, stranieri, non accompagnati, che insegna loro non solo l’andare in barca a vela, ma anche la “convivenza” con la disabilità. Il 28 maggio invece ci sarà “Imbarcabili” il progetto rivolto a tutte le persone per provare l’esperienza della navigazione». 
Quante imbarcazioni avete?
«L’associazione ha due derive per la scuola di vela per le attività agonistica, poi abbiamo Gaia, un 10 metri completamente accessibile, che può ospitare fino a 6 sedie a rotelle e dove ogni postazione è parte attiva alla manovra. Non abbiamo ospiti a bordo: ognuno ha la sua porzione di comando e la barca è completamente accessibile. A queste si aggiungono 2-3 barche di alcuni soci quando ospitiamo delle scuole». 
Come va il lavoro con le scuole?
«Il progetto si chiama “Marinando sbarca a scuola”: quest’anno abbiamo più di 25 scuole, tra elementari e medie della provincia di Ravenna. Ci piace parlare della diversità  perché i ragazzi si confrontino anche con persone con disabilità in maniera tale da imparare a guardare il mondo con occhi diversi. Ci agganciamo al mondo della navigazione, della tutela ambientale, ma anche delle attività manuali compresi i nodi marinareschi. Il 4 maggio ci sarà l’evento conclusivo con le scuole alla darsena dei pescatori,. Saranno presenti quasi 500 alunni e avranno modo di poter incontrare le unità navali del nostro porto, i vigili del fuoco, la capitaneria di porto, i piloti, gli ormeggiatori e tutti gli altri operatori dell’hub per avere consapevolezza di cosa serve e cosa fa ogni barca presente. Potranno salire a bordo dell’unità navale e lo staff gli spiegherà l’utilizzo e lo scopo  della barca all’interno del sistema porto. È un bel momento formativo».
Che tipo di disabilità possono beneficiare del mondo della vela?
«Tutte, anche le più gravi, possono andare in mare, anche chi è allettato. Per l’aspetto curativo noi sosteniamo che faccia bene a chiunque questo tipo di esperienza, è un microcosmo galleggiante che assume una dimensione particolare. È particolarmente terapeutico. Per la prima volta quest’anno abbiamo inserito una patologia che non avevamo: i disturbi dell’alimentazione, a cui si aggiunge una nuova collaborazione con il Sant’Orsola di Bologna per le malattie rare. Quest’anno si concretizzerà anche un progetto sui malati oncologici, per molti di loro è importante fare attività fisica all’aperto. Il nostro obiettivo non è formare dei velisti, ma la barca è lo strumento per gli obiettivi che ci prefiggiamo». 
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