Ravenna, novità sull’Hub, parla Rossi (AdspRa): «I fanghi in vasche in Penisola Trattaroli»
![ravenna-novit-sullhub-parla-rossi-adspra-i-fanghi-in-vasche-in-penisola-trattaroli](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1655293305_ss35-aerea-porto.jpg&w=420&h=248)
Elena Nencini
Proseguono i lavori per il Progetto dell’hub portuale nella fase 1, ma arrivano novità per la gestione dei sedimenti dell’escavo, come spiega Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centro-Settentrionale di Ravenna. Novità che dovrebbero velocizzare il calendario dei lavori.
State lavorando a una variante, in cosa consiste?
«Varianti ce ne sono diverse in funzione delle verifiche che man mano vengono fatte per il progetto esecutivo, ma sicuramente la più importante è quella relativa al processo di escavo e di asciugatura dei fanghi del canale, per i quali non useremo più le casse di colmata».
Dove andranno i sedimenti degli escavi?
«Andranno in grandi vasche che sono già in fase di collocazione su un’area dedicata del canale Piomboni, in penisola Trattaroli, dove potranno subire un processo naturale di drenaggio e asciugare molto velocemente in poche settimane, in maniera da essere disponibili per le destinazione finali che restano quelle che sono sempre state parte del progetto principale. Nel primo progetto questi fanghi dovevano essere portati nelle casse di colmata, che contengono quantitativi molto importanti, e quindi il processo di asciugatura e di drenaggio sarebbe stato molto più lento. Con questa tecnica invece si velocizza il processo».
L’area Nadep cosa diventerà?
«Stiamo valutando le possibilità di utilizzo alternative».
Si è parlato anche di un nuovo terminal?
«Sarà presto disponibile una nuova area di circa 10 ettari, come insediamento terminalistico per attività industriali che necessitano di uno sbocco a mare».
La variante avrà un costo?
«Le varianti introdotte con il progetto esecutivo ed il rincaro dei materiali, comporteranno un costo addizionale che è in fase di quantificazione e che si aggira sui 12milioni di euro. Non è soltanto il cambio del terreno e delle casse di colmata, ma ci sono altre varianti al progetto originario che si stanno valutando con il progetto esecutivo».
Nel frattempo i lavori sulle banchine procedono?
«Cerchiamo di adeguare alcune banchine alle esigenze del mercato che ci aspettiamo di avere. Stiamo cercando di perfezionarne l’ingegneria di dettaglio per renderle confacenti al futuro. Tutto sta andando avanti, i programmi sono nei tempi e pensiamo di pubblicare i bandi che ancora ci restano - finanziati da Pnrr, da Fondo complementare, e Fondo infrastrutture - entro il 30 giugno. Al momento resta il progetto per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico per il quale il Ministero dell’Ambiente ci ha fatto una preassegnazione del progetto, ma su cui non possiamo procedere ed arrivare a completamento sino a quando non arriverà l’assegnazione vera e propria».