Ravenna, novità in arrivo dal Mic per i Musei: i pareri dell’assessore regionale Felicori e del dg Cozzolino
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Elena Nencini
La gestione della cultura in Italia è notoriamente frammentata, a causa della sua storia infatti la gestione di musei, monumenti è divisa fra Stato, Comuni (ma anche Regioni e province), Curia, per non parlare dei privati. Una situazione che Ravenna conosce bene visto che 6 dei monumenti Unesco sono sotto la gestione della Curia, il Museo d’arte della città è civico, il Museo nazionale, il mausoleo e il palazzo di Teodorico, la chiesa di Sant’Apollinare in Classe sono invece di competenza del Ministero della cultura (Mic).
E’ pronta una bozza del decreto governativo che porterà a un cambiamento dell’articolazione dei musei in Italia e a creare nuovi musei nazionali dotati di autonomia speciale. In Emilia Romagna sono due i nuovi poli che nasceranno: uno a Ferrara e uno a Ravenna.
Nella città bizantina il Museo nazionale, il Mausoleo e il Palazzo di Teodorico e Sant’Apollinare in Classe passeranno così sotto a un unico direttore, che si occuperà solo di questi monumenti, e sarà in città invece che a Bologna. Inoltre il direttore si impegnerà per promuovere e valorizzare al meglio la fruizione di questi luoghi; gli incassi verranno attribuiti al bilancio dei musei.
Per questi musei, che a Ravenna confluiranno in un unico polo, fu firmato nel 2017 un accordo di valorizzazione e gestione dei servizi di ospitalità e strumentali (con particolare riferimento alla promozione, al bookshop, alla biglietteria e alle visite guidate) con la Fondazione RavennAntica. L’accordo è stato prorogato lo scorso anno e scadrà a febbraio 2024. L’accordo è stato stretto direttamente tra Comune e Ministro della Cultura.
FELICORI: «E’ NECESSARIO UN SISTEMA INTEGRATO»
Mauro Felicori, assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna, bolognese di nascita, ha vissuto e lavorato a lungo a Bologna nel campo della cultura, ma è sicuramente conosciuto ai più per avere diretto la Reggia di Caserta ed essersi meritato dal sito specializzato Artribune il titolo di miglior direttore di museo in Italia 2016. L’assessore concorda con il nuovo decreto e sottolinea: «il tema della gestione dei musei lo conosco bene, già da tempo avevo elaborato un’idea per separare i musei dalle soprintendenze, che aveva dimostrato, nei fatti, di essere una condizione di maggiore efficienza. La mia teoria era che i musei grandi dovevano essere resi autonomi e quelli piccolini aggregati a quelli grandi, o per disciplina o per area, come dovrebbe avvenire per Ravenna
Credo sia un’ottima scelta. In questi anni le direzioni autonome, introdotte dalla riforma Franceschini, hanno dimostrato di funzionare e di imprimere dinamismo alla gestione dei musei che hanno incrementato il numero di visitatori e le entrate».
Dopo l’approvazione del decreto e la definizione delle aree, partirà l’iter per designare i direttori di questi nuovi musei autonomi. Continua Felicori: «Sicuramente a Ravenna il punto di forza di questi musei è Sant’Apollinare in Classe che è molto frequentato, Le sinergie con il museo Classis, di competenza della Fondazione Ravenna Antica, che sorge proprio accanto alla basilica, possono portare a risultati ancora più eclatanti. Per quanto riguarda il Museo Nazionale sono già stati fatti dei riallestimenti di alcune sezioni, ma avrebbe bisogno di una rinfrescata. Certo avendo un direttore in loco, invece che alla direzione generale, anche gli accordi con il Comune e quelli con la Curia potrebbero essere più facili da avviare. Ravenna avrebbe bisogno di un sistema integrato con Comune e diocesi, il direttore generale potrebbe migliorare la situazione».
COZZOLINO: «MAGGIORE FLESSIBILITÀ E SEMPLIFICAZIONE»
Giorgio Cozzolino, architetto in capo alla Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, commenta i vantaggi di questo accordo: «Adesso le direzioni generali, come quella che dirigo, coordinano i musei statali non autonomi, che hanno un loro direttore generale scelto all’interno del Ministero. Con questo nuovo decreto invece ci saranno 46 musei autonomi di seconda fascia, tra cui quelli di Ravenna: l’autonomia finanziaria consentirà una gestione più flessibile, e la possibilità di stringere relazioni, contratti, accordi in maniera più rapida, con meno passaggi, visto che il direttore si troverà direttamente in loco. Dovrebbe inoltre garantire una maggiore efficacia rispetto al territorio in cui è collocato il museo».