Ravenna, "fumata nera" sull'Oil&Gas dall'incontro col premier Conte, la delusione delle aziende

Emilia Romagna | 28 Ottobre 2019 Economia
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Fumata nera sull'Oil&Gas dopo la visita del premier Conte a Ravenna oggi pomeriggio, in occasione della firma di un accordo fra Eni, Cdp, Fincantieri e Terna sul progetto pilota Inertial Sea Wave Energy Converter (Iswec), l'innovativo sistema di produzione di energia dal moto ondoso, in un impianto realizzabile su scala industriale e, quindi, di immediata applicazione e utilizzo. Il presidente del consiglio infatti nel suo discorso ufficiale non neppure menzionato il settore colpito dal decreto Blocca Trivelle, che nel distretto ravennate occupa circa 4mila unità (oggi già molto meno per gli effetti del decreto del governo giallo-verde di fine 2018). Dal sindaco De Pascale era arrivato un appello chiaro alla bontà del lavoro fatto nel distretto ravennate sulle estrazioni di energie come il metano. Certamente il premier dopo la visita di oggi ha ben presente cos'è e cosa produce il distretto ravennate in Offshore.
Molta delusione del discorso del premier Conte è arrivata da parte degli imprenditori del settore riuniti nel Roca: "Abbiamo dato il benvenuto al Presidente del consiglio plaudendo progetti come l’Isweg,  parchi eolici e solari offshore e tutto quello che può creare investimenti e lavoro per le nostre aziende.  Però nel Mare Adriatico abbiamo ancora grandi riserve di gas metano che non vengono sfruttate. Il gas metano è il combustibile meno inquinante necessario per almeno 30 -50 anni per la transizione. È stata bloccata tale produzione di gas per importarlo dall’estero con maggiori costi, più inquinamento e perdita di posti di lavoro. Le nostre riserve potrebbero alleggerire le importazioni e soprattutto, se sfruttate, darebbero lavoro alle nostre Aziende. Il Presidente del consiglio ha completamento ignorato il messaggio del sindaco di Ravenna e gli appelli delle associazioni di categoria e dei sindacai.  La crisi del settore ed ancor più il blocco delle attività con l’art. 11 ter della legge 11 febbraio 2019 n°12hanno creato una situazione di seria crisi con la conseguente perdita di posti di lavoro e la chiusura di Aziende con un’alta tecnologia. Centinaia di cassaintegrati di aziende in crisi rischiano la perdita definitiva del posto di lavoro. L’occupazione del settore in Italia sta drammaticamente calando. Cinque aziende associate Roca sono in amministrazione controllata o sono fallite.  Tutto questo è stato ignorato nel discorso inaugurale del Presidente del Consiglio. Roca sostiene ogni nuovo progetto e ogni futuro investimento soprattutto nella nostra zona che è ritenuta la Capitale dell’energia. Ma il passaggio all’energia rinnovabile richiede ancora tanti anni con tanta ricerca e nel frattempo avremo bisogno di gas metano. Purtroppo questo governo non sembra accogliere gli appelli delle aziende e preferisca importare il gas metano dall’estero anche da paesi dove non c’è il rispetto della sicurezza e dell’ambiente". (m.p.)

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