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Ravenna, dalla tradizione fino all’AI, le nuove frontiere del mosaico dai laboratori bizantini alle mostre all'estero

Emilia Romagna | 30 Marzo 2025 Cultura
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Elena Nencini 
Sono 24 gli artisti che parteciperanno alla mostra «Oltre il pensiero musivo a Ravenna», curata da Sandro Malossini e organizzata dall’associazione Carp, che aprirà il 3 aprile a Gradignan, vicino a Bordeaux. Un’esposizione che rinsalda il legame tra i mosaicisti francesi e quelli ravennati, ma è anche l’occasione per presentare ai visitatori le diverse cifre stilistiche e le varie declinazioni dell’arte musiva, in particolare di quella di matrice ravennate. Tra gli artisti che partecipano due artisti della ‘vecchia guardia’ come Paolo Racagni e Giuliano Babini che presentano due opere a testa. Spiega Babini: «In attesa della Biennale del mosaico che si terrà a ottobre a Ravenna sono pronto per questa mostra. In Francia le mie opere sono poco conosciute e mi piacerebbe presentarmi con alcuni lavori, che ripropongono la mia cifra stilistica con animali fantastici, dove le parti musive si alternano a quelle cementizie, con un abbinamento di elementi naturali come corna e denti».
Racagni presenta due opere di piccolo formato dove presenta il suo stile fatto di contrapposizioni, tra tessere smaltate preziose e inserti di cemento, tra pittura e mosaico. Dei frammenti, lacerti di opere che rimandano alla dissoluzione di tempo e spazio.

PER DUSCIANA BRAVURA:
 «AI E UN NUOVO SPAZIO»
E’ figlia d’arte Dusciana Bravura, è cresciuta tra tessere del padre Marco e del mosaico ha sempre amato la ricchezza e la fastosità di alcuni materiali come murrine, smalti e vetri. Da qualche tempo si è appassionata anche all’intelligenza artificiale (AI) come racconta: «Lavoro da tempo con le textures, che sono una forma di frammentazione dell’immagine. Ho iniziato a dicembre a usare l’Ai, realizzando un mix tra mosaico e materia assemblata». Bravura ha già due negozi, uno a Ravenna e uno a Venezia, dove vende non solo oggetti realizzati a mosaico, ma anche complementi d’arredo, gioielli, accessori come borse, scarpe, stoffe con disegni di mosaici stampati. A maggio aprirà: «Uno show room in via Mazzini, dove potrò esporre tutto quello che produco. Sono affascinata dai gioielli, dalle stoffe: la mia è una danza intorno a queste cose. Vorrei organizzare una mostra che raccolga proprio le ultime opere che sto realizzando dove uso l’AI e il mosaico».

IL DUO BARBERINI -GALLO:
«DALL’AUSTRALIA A TAIPEI»
Luca Barberini e Arianna Gallo, che condividono la vita e l’amore per  le tessere con il negozio Koko Mosaico, sono spesso in giro per il mondo, pieni di progetti, come racconta Barberini: «Tante novità in arrivo, abbiamo vinto un concorso in Inghilterra, ma ancora non posso rivelare nulla. Adesso sto lavorando alla decorazione di un negozio in centro, ma siamo appena rientrati da un convegno in Australia della Maanz (associazione mosaicisti Neozelanda e Australia). Un posto fantastico dove sono stato l’ospite di onore di un simposio. Ho tenuto quattro dimostrazioni, mentre Arianna si occupavadei corsi. Grande successo per il mio «Condomio australiano» (ogni finestra è un mosaico nda) che registrato il sold out». 
Una coppia affiatata che porta avanti progetti sia insieme che singolarmente: Gallo – reduce da una personale in Giappone - segue più da vicino il negozio e i social, con consigli e corsi online che hanno portato ad oltre 370mila followers da tutto il mondo. Barberini invece è pronto per «Ciclacy», nuovo progetto artistico dedicato al ciclismo e al mondo delle biciclette. Spiega l’artista: «E’ una collaborazione con Ciclismo Ravenna per finanziare il nuovo Bike park. Il 4 aprile, alle 18, in via Zirardini metteremo in vendita  alcune opere che ho realizzato a mosaico». Nel frattempo l’artista è in attesa di essere chiamato da Taipei per montare il suo primo lavoro di arte pubblica: «Tre metri di mosaico “Folla n.15 Convergence” per la metropolitana. Mi sono ispirato ai costumi della popolazione locale Sanxia. E’ un fiume, simbolo di prosperità che trasporta antichi e moderni cittadini di Taipei».
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