Ravenna, Ciotti (Il Quadrifoglio): «Una comunità di 150 persone. Ci sono barriere invisibili per i sordi»

Emilia Romagna | 08 Giugno 2024 Cronaca
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Elena Nencini
L’associazione culturale il Quadrifoglio di Ravenna nasce con l’intento di promuovere e garantire una piena integrazione con la città e i servizi alle persone sorde. Grazie alle collaborazioni intraprese con il territorio sono diverse le attività, sia di tipo sportivo che culturale, che intrattiene sul territorio. Si è da poco concluso un doposcuola alla biblioteca Vignuzzi per aiutare i ragazzi sordi a studiare, ne parla la presidente dell’associazione Carla Ciotti. 
Quando è nata l’associazione?
«L’associazione nasce, nel settembre 2016, dall’esigenza di un gruppo di sordi della città di avere un contatto più diretto con le istituzioni locali e di riuscire così, in base alle necessità dei cittadini sordi, a garantire una piena integrazione con la città e il libero accesso ai servizi che essa offre. La nostra associazione ha l’obiettivo di organizzare incontri culturali, convegni, attività sportive con il fine di favorire l’inclusione delle persone sorde e quelle udenti. La comunità sorda conta ad oggi circa 70 persone a Ravenna per un totale di circa 150 persone nella provincia di Ravenna, alla quale si aggiungono circa 60 persone con impianto cocleare».
Come sono strutturati i corsi Lis che organizzate?
«Sono corsi di Sensibilizzazione per fornire una base di conoscenza della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e della comunità sorda, ne abbiamo diversi: corsi di I Livello (150 ore), II (170 ore), III livello (190 ore) per un maggior approfondimento della LIS. I corsi di assistente alla comunicazione invece sono di 400 ore, quelli di interprete (800 ore)».
Alla biblioteca Vignuzzi è stato organizzato un doposcuola a cui hanno partecipato anche bambini sordi, come è andata?
«L’apertura di un doposcuola per bambini e ragazzi sordi in collaborazione con Casa Vignuzzi è un progetto pensato perché gli alunni con disabilità uditiva potenzialmente sono in grado di seguire il programma scolastico dei loro coetanei udenti, ma spesso, invece, accumulano, nel corso degli anni, ritardi negli apprendimenti e difficoltà nelle relazioni sociali. 
Le difficoltà grammaticali e gli errori sintattici, così come le difficoltà nel leggere le labbra di insegnanti e compagni rischiano di compromettere un proficuo percorso scolastico anche in presenza di una buona competenza nella lingua scritta e parlata e, talvolta, nella lingua dei segni. Questo perché le barriere della comunicazione, al contrario delle barriere architettoniche, sono ostacoli invisibili e sempre presenti in un ambito sociale, come quello scolastico, che pone in relazione più persone contemporaneamente.
Il servizio si è rivolto anche ad adulti sordi stranieri che hanno intenzione di imparare sia la LIS che leggere e scrivere in italiano. Il servizio è aperto ai bambini e genitori udenti che vogliono approfondire la conoscenza della Lis.  Si è svolto una volta alla settimana da ottobre-maggio, a titolo gratuito. E’ stata un’esperienza che ha dato grandi soddisfazioni».
Cosa vorreste per il futuro?
«Per il futuro vorremmo una maggiore sensibilizzazione verso la cultura sorda, che tutte le informazioni vengano ben condivise con gli accorgimenti necessari, in questo caso attraverso la Lis e il supporto di interpreti di questa lingua. Altra cosa, non di secondaria importanza, è la sensibilizzazione, ora quasi inesistente, al personale operante all’interno della Pubblica assistenza e sicurezza (personale sanitario, pubblici ufficiali e addetti comunali) nei confronti della comunità sorda con inevitabili problemi di comunicazioni in mancanza di interpreti in tali strutture. Non è la prima volta che persone sorde, che si recano presso il Pronto soccorso, rimangano lì per un’intera giornata  (quando va bene) e siano completamente isolate dalla comunicazione  perché giustamente al fine sanitario, gli operatori devono parlare con la mascherina, ma le persone sorde capiscono per la maggior parte anche dal labiale. Ragione in più per avere sempre a disposizione una persona capace di tradurre in lingua LIS (dove la stessa può segnare in tutta sicurezza anche con la mascherina) 
Questi sono solo una parte dei problemi della comunità sorda, in quanto chi non si trova a dovere convivere con persone che abbiano questa disabilità, ribadisco invisibile, non possono capire la notevole difficoltà nel vivere la quotidianità»
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